“Io di nuovo protagonista nell’Inter? E’ difficile perché diventerei un’ombra costantemente
sui piedi. Se dicessi una cosa del genere metterei in difficoltà chi c’è adesso. E’ bene che loro facciano il loro progetto”. A margine della presentazione del nuovo libro di Ivan Cordoba a Milano, l’ex presidente nerazzurro Massimo Moratti chiarisce la sua posizione sull’attuale momento societario.
“Supervisiono, ma da amico” – “Ho letto cose strane riguardo la società, non sento le stesse cose quando parlo con Thohir e non vedo le stesse cose all’interno del club. Ci sono delle paure esternamente, ma credo che Thohir stia portando avanti le sue cose per mettere in condizione l’Inter di essere competitiva. Se supervisionerò sempre la società? Come amico, senza dubbio”. Moratti, poi, afferma di credere ancora nella Champions League: “Ci credo, spero che i giocatori ci possano arrivare. Poi Mancini in Inghilterra ha vinto un campionato all’ultimo secondo, con noi all’ultima partita contro il Parma, ho l’impressione che possa fare una tale impresa. Se Ranieri può vincere il titolo con il Leicester? Speriamo, penso che tutti in Italia stiano tifando per lui”.
“Ho trattato Totti in passato” – “Non ci si può mettere nei panni degli altri quando c’è una situazione che non si conosce. Io sono tifosissimo di Totti, nel senso che ho piacere nel vederlo giocare, però so che anche Spalletti è una persona molto intelligente”. Moratti ha poi rivelato un dettaglio passato: “L’ho anche chiesto Totti, tanti anni fa. Non è andata bene ma lo avevo trattato”.
“Benitez fu l’allenatore sbagliato” – Nel corso della serata, Massimo Moratti ha commentato anche uno dei momenti più difficili per la sua squadra: i pochi mesi di Rafa Benitez ad Appiano Gentile.”Per me abbiamo sbagliato l’allenatore. E’ un grande professionista ma c’era una grandissima differenza di carattere comunicativo e di rapporti. Io non ho fatto niente per rompere le scatole a lui, però a un certo punto mi veniva anche voglia di farlo perché sembrava che prima di tutto non potessimo festeggiare niente, perché vivevamo in un clima del terrore e dovevamo fare attenzione a non offendere nessuno. In questa situazione non c’era entusiasmo, che è la cosa che poi ti fa vincere. Ai giocatori dicevo sempre di giocare per il piacere. Questo però con lui mancava”. Il rapporto con il suo successore, Leonardo, è stato totalmente diverso: “E’ iniziato un inseguimento con Leonardo che per me è uno dei migliori che abbia avuto. Un ragazzo intelligente, ottimo come dirigente e come allenatore”.
Fonte: SkySport