IL PERSONAGGIO – Gonzalo Higuain, le trappole dell’emotività e l’incoerenza dei direttori di gara
Chi si aspettava un finale di Campionato al cardiopalmo, con un Napoli inondato da stimoli e motivazioni, a rincorrere la Regina soffiandole sul collo e facendole sino alla fine il solletico, è stato deluso proprio sul più bello e nell’assistere al match del Dacia contro l’ Udinese, che ha mandato di traverso i ragù, che ha capovolto piatti, rovesciato vino rosso sulle tovaglie ricamate delle feste, condendo di imprecazioni il pranzo domenicale, gli ottimisti e fiduciosi supportes azzurri si sono ritrovati ancora una volta a fare i conti con la dura realtà. Una realtà che sa di beffa e che ricaccia repentinamente nello scrigno tutti i sogni e le speranze che ce ne era voluto di tempo per estrarre da quel cofanetto riposto e impolverato! Le ambizioni azzurre si infrangono sul terreno friulano, si scontrano con Irrati, arbitro della gara, fanno i conti con la disparità di giudizi da parte di chi dovrebbe vigilare sulla regolarità di un Campionato ( il che, si sa, quando c’è di mezzo la vecchia signora, diventa complicato), s’ imbattono nei propri errori di valutazione e nell’ incapacità di una squadra, forse ancora acerba, di reggere determinate pressioni di affrontare talune situazioni!Il Napoli crolla in Friuli e con esso crolla il suo bomber, il suo uomo simbolo, il suo idolo … Colui che con le sue prodezze ha alimentato finchè ha potuto le speranze partenopee, Gonzalo Higuain, l’argentino sanguigno e passionale che la partita la sente, la vive e che, suo malgrado, nostro malgrado, non è riuscito a scansare quella trappola ordita dall’ istinto e dall’ emotività lasciandosi incastrare in una situazione senza ritorno. Ci si immaginava forse involontariamente, di approdare in Friuli e trovarsi dinanzi la stessa Udinese passiva e rinunciataria sul cadavere della quale qualche settimana fa passeggiava comodamente la Signora sabauda . E invece no! Perché le provinciali, lo si è visto e sottolineato più di una volta anche in questa stagione, quando incontrano la Juventus spariscono dal campo per paura di poterle creare inutili difficoltà e sprechi di energie, contro il Napoli invece si trasformano improvvisamente in supereroi pronti a tutto, com’è giusto che sia, pur di osteggiare il nemico e mandarlo a casa avvilito e depresso. E col Napoli all’ Udinese è riuscita alla grande l’ impresa: “cornuto e mazziato” come si suol dire … e nella rabbiosa reazione ad una situazione infelice e palesemente compromessa, di quell’ Higuain, demonizzato da una stampa che a suo tempo assolse per un episodio simile, guarda caso, il Bonucci bianconero diventato, da quando ha traslocato, improvvisamente intoccabile (lo stesso dicasi per Zaza, le cui frasi ingiuriose nei confronti del direttore di gara Calvarese nel corso di Juventus – Empoli, hanno fatto il giro del web e dei canali televisivi europei, senza però miracolosamente raggiungere l’ attenzione di chi di dovere), non vedo solo l’ ingenuità, la mancanza di personalità o la frustrazione che molti addetti ai lavori e non, vanno sottolineando, ma vedo la percezione di un’ ingiustizia, la consapevolezza di una speranza che svanisce e riesco persino romanticamente a scorgere quell’ attaccamento alla maglia e ai colori che molte volte abbiamo invocato! Questo Napoli, plasmato da un Sarri che, ribadiamo anche questo, più di tanto senza una coperta adeguata non poteva fare (si chiama Maurizio non si chiama Silvan!!!) lo abbiamo amato, intanto perchè ci ha regalato, e lo ha fatto inaspettatamente, una stagione straordinaria … Ci ha fatto accarezzare un sogno e ciò non avveniva da decenni , ma lo abbiamo amato anche perché in esso abbiamo visto un’ anima. Un gruppo unito e coeso in cui non c’è spazio per inutili dualismi ma nel quale ciò che conta è far bene, nel quale se si vince o se si perde lo si fa insieme e l’ abbraccio sentito di un certo Gabbiadini al “rivale” che nella stagione in corso lo ha praticamente annullato è la prova evidente e indubbia di questo tipo di ragionamento.
tilde schiavone