Mihalovic: “Non c’è confusione al Milan. Resto se vinco la coppa? Non è detto basti”
MILANO – Il Milan va alla ricerca di un sorpasso in classifica per chiudere la stagione con una posizione migliore prima della finale di Coppa Italia con la Juventus. E’ questo l’obiettivo di Sinisa Mihajlovic alla vigilia della trasferta di Bergamo con l’Atalanta in programma domenica pomeriggio alle 15.
Mihajlovic, cosa chiede al finale di stagione dopo la frenata con Sassuolo, Chievo e Lazio?
“Abbiamo l’obbligo di superare qualche squadra che ci precede in classifica. Nessuno deve mollare. Contro la Lazio l’atteggiamento è stato giusto. Nelle partite con Chievo e Lazio abbiamo preso 4 pali. In queste ultime giornate dobbiamo affrontare anche squadre che lottano per non retrocedere. Dobbiamo avere anche noi le motivazioni giuste per arrivare nel modo migliore alla finale di Coppa Italia. Non possiamo pensare di arrivare bene alla sfida con la Juventus senza fare bene nelle ultime partite di campionato”.
Di Francesco, uno dei papabili nuovi tecnici rossoneri, ha detto che non andrà ad allenare dove c’è confusione. Sembrava un riferimento al Milan. Secondo lei, all’interno del club rossonero c’è questa situazione?
“Non so cosa intendesse Di Francesco. Ma non c’è confusione al Milan. E’ normale che in certe piazze ci siano molte pressioni. C’è più attesa rispetto a quanto succede nelle squadre più piccole. Ma a me questo piace, mi stimola. Comunque le parole dei presidenti (riferimento a Berlusconi, ndr) non si commentano ma si ascoltano”.
Ha qualche indicazione in più sul suo futuro?
“Non decido io. Sono sereno, ho un altro anno di contratto e finché sarò alla guida del Milan tirerò fuori il massimo da me e dai giocatori. Gli allenatori dipendono dai risultati. Bisogna valutare il lavoro svolto, la crescita della squadra e tanti altri fattori. Sono il primo a sapere che potevo fare meglio, come tutti. L’importante è avere la coscienza a posto”.
Berlusconi ha detto che la sua conferma dipende dall’esito della finale di Coppa Italia.
“Capisco bene l’aspetto motivazionale delle parole del presidente, so quanto sia importante vincere la Coppa Italia. Questo cambierebbe l’immagine esterna della nostra stagione. Ci teniamo tutti a vincerla, anche perché in molti non abbiamo vinto nulla. Ma conoscendo Berlusconi so che anche lui pensa che non può dipendere tutto da una sola partita. Le valutazioni vanno fatte su un anno intero e poi si decide”.
Berlusconi insiste molto sui giovani rossoneri.
“Ho avuto sempre il coraggio di mettere i giovani in campo, nella mia carriera ne ho fatti giocare tanti e sarà sempre così. È una soddisfazione anche per me lanciare un giovane, se faccio debuttare un giovane è perché è bravo e lo merita”.
A cosa è dovuta la flessione delle ultime giornate?
“Ci è mancato tanto Niang. Gli altri attaccanti non sono ancora al top della forma”.
Balotelli e Menez l’hanno delusa?
“Non parlerei di delusione. Possono fare meglio, ma entrambi hanno avuto infortuni seri. Serve tempo per tornare in forma. Io mi aspetto molto da loro così come da tutti gli altri, il campionato non è ancora finito. Abbiamo tutti il dovere di dimostrare che siamo da Milan”.
Ha avuto un chiarimento con Menez dopo quello che è successo al termine di Milan-Lazio quando il francese si è scaldato con scarsa convinzione prima del cambio?
“Abbiamo parlato e penso di essermi fatto capire bene da Jeremy. Ci tenevo che mi capisse, quindi credo che mi abbia capito”.
Teme contraccolpi per Montolivo dopo la batosta con la Nazionale a Monaco di Baviera?
“La sconfitta contro la Germania è stata pesante, ma può servire per tornare con i piedi per terra. Riccardo ha fatto la sua partita, con il Milan sta facendo bene e sono sicuro che farà bene anche in Nazionale”.
Che ricordo ha di Cruijff?
“Per me è stato il miglior giocatore europeo di tutti i tempi, avrebbe potuto giocare tranquillamente anche nel calcio di oggi. Possedeva già allora le qualità migliori dei giocatori di oggi. Ricordo quando nel 1976, nel corso di Irlanda del Nord-Olanda, Best stava andando verso la porta e avrebbe potuto segnare. Invece è tornato indietro per dribblare anche Cruijff e dirgli che era l’olandese il più forte di tutti solo perché lui non aveva abbastanza tempo per il calcio. Sono campioni unici e inimitabili, mi sarebbe piaciuto giocare con uno come Cruijff”.
Fonte: Repubblica