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LO STRANO CASO BENALOUANE – Perché a questo punto è lecito attendersi un mercato giusto e competitivo: un difensore titolare (annunciato da mesi), un esterno offensivo al posto di Kuba (un mezzo flop), un centrocampista che possa far rifiatare Badelj e Vecino e un attaccante al posto di Rossi in cerca di gol e continuità al Levante in Spagna. Le condizioni ci sono tutte, così come quei sogni dei tifosi tenuti vivi dal tecnico lusitano e mai smentiti dalla società. Peccato però che la sessione invernale non si accenderà quasi mai: arrivano Tello (forse il miglior acquisto), Zarate (una buona scommessa, già qualche guizzo positivo), Tino Costa (prima infortunato, poi non all’altezza), Kone (zero minuti) e Benalouane. Che diventa subito un caso: arrivato nell’ultimo giorno di mercato, quasi in chiusura. Dopo i casi Lisandro Lopez e Mammana, dopo aver corteggiato De Maio. Alla fine arriva il difensore dal Leicester: pochissimi minuti con Ranieri in Premier League e le visite mediche effettuate dopo l’annuncio ufficiale. “Ci siamo fidati della società inglese”, dirà soltanto pochi giorni fa il ds Daniele Pradè. E così Benalouane, che quando si presentò disse una cosa del tip “sono rimasto cattivo, ci voleva uno come me”, rimane in infermeria. Sciatalgia. Con la Fiorentina che valuta le vie legali nei confronti del club inglese e del suo agente. Non proprio una bella storia, insomma. Anche perché nel frattempo la difesa viola incassa, eccome: da gennaio ad oggi, tolta la doppia sfida di Europa League col Tottenham, 17 gol subiti. E pensare che fino a dicembre in campionato i viola ne avevano incassati soltanto 15.
IN CERCA DELLA VIOLA PERDUTA – Stessa difesa, Gonzalo e Astori coppia fissa. E una sola alternanza sulla destra: Roncaglia o Tomovic. Al massimo una variazione di modulo con Alonso arretrato e la difesa a quattro. La sensazione è che quel giocatore tanto desiderato e richiesto da Sousa per far rifiatare il suo reparto arretrato sia rimasto nei sogni. Il rammarico più grande è proprio questo: in fondo sarebbe bastato poco a una squadra dichiaratamente incompleta per poter alzare l’asticella. Resta l’illusione di un campionato finalmente diverso, dove recitare il ruolo di scomoda realtà. E invece la Fiorentina ha perso l’allegria, la serenità, la spavalderia: eliminata dall’Europa si è accartocciata su se stessa. Sousa è parso più nervoso del solito, Kalinic a segno soltanto una volta negli ultimi tre mesi. E i viola che nelle ultime cinque partite hanno realizzato soltanto tre reti. La sconfitta di Roma ha fatto male, così come i due pareggi consecutivi contro le ultime due della classe: Verona e Frosinone, appunto. Il calendario pareva in discesa e invece la truppa di Sousa sembra essersi arresa. Chissà. La sosta porterà consigli, certo: in fondo mancano ancora otto giornate. Tutt’altro che poche per la Fiorentina che nella prima parte di stagione aveva incantato ed emozionato: quella stessa squadra che Sousa dovrà ritrovare in vista del rush finale.
serie A
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Fonte: Repubblica