Roma, Spalletti: “Totti e Pallotta trovino una soluzione”
Luciano Spalletti (ansa) ROMA – La storia è piena di duelli che mantengono nel corso del tempo l’appeal delle emozioni, delle sensazioni suscitate dal ritrovarsi l’uno contro l’altro a determinare l’esito di obiettivi, sempre decisivi. Quella di sabato sarà la diciottesima volta in cui Luciano Spalletti – che contro l’Inter si giocò scudetto e svariate coppe nella sua prima esperienza alla Roma – vivrà una sfida decisiva contro i nerazzurri: decisiva per le sorti di classifica (e quindi la futura programmazione della squadra). Decisiva per delineare in via definitiva i valori del campionato: “Dobbiamo arrivare minimo terzi e il più vicino possibile alle due squadre che ci sono davanti se dovessero perdere qualche punto”. L’importante, però, è non perdere di vista il momento, magari rischiando di innestare benzina superflua a quella che definisce “una delle questioni più importanti della Roma”, la querelle Totti-Pallotta: “Devono trovare loro la soluzione”.
“A NOI PIACCIONO LE PRESSIONI” – Ricordi, emozioni, amarcord di un passato che ripropone oggi un copione, sì ridimensionato, ma comunque carico di significati. Roma-Inter, per Luciano Spalletti, è una partita speciale: “Mi emoziono tutte le volte che la Roma scende in campo – dice il tecnico nella conferenza stampa alla vigilia – perché la Roma mi dà sempre sensazioni forti e particolari. L’Inter condisce il tutto: hanno grandi calciatori, un grande allenatore, ci sono state grandi sfide in passato e abbiamo un obiettivo comune. Spero che la mia squadra sia all’altezza dell’importanza del match”. In ballo, infatti, c’è quel risultato della ricerca quotidiana, di cui parla spesso Spalletti. Assolutamente non distratto dai discorsi di programmazione futura della squadra, piuttosto che all’eventualità di ricoprire mai il ruolo di CT della nazionale, il toscano blocca l’importanza della sfida dell’Olimpico, per consegnare alla squadra i più utili strumenti di comprensione e di interpretazione della stessa: “Le attenzioni sono al momento rivolte al mettere dentro le partite le nostre qualità. Per me ha valore il risultato di questa partita che è fondamentale per arrivare in fondo al nostro obiettivo, difenderlo e possibilmente guardare a qualcos’altro. Le pressioni a noi piacciono, le cerchiamo e sono qui per tentare di migliorare giorno dopo giorno il rendimento della Roma”.
“TOTTI? QUESTIONE TRA LUI E PALLOTTA” – Reputa superfluo pensare agli scenari futuri, in vista di un’estate che verosimilmente inserirà la Roma in un contesto di ristrutturazione tecnica piuttosto sostanziale: “La programmazione è giusta quando sei tranquillo e nelle condizioni di poter valutare a bocce ferme. Ora siamo dentro una ricerca che va al di là di questo condizionamento – aggiunge in conferenza stampa – Non voglio dare alcun dubbio alla squadra su quella che deve essere la nostra ricerca quotidiana: dobbiamo arrivare minimo terzi e arrivare più vicino possibile a chi ci è davanti”. Davanti c’è la Juventus, reduce da una prestazione di alto livello in Champions contro il Bayern: “Se devo cercare qualcosa per migliorare la Roma, non guardo la Juventus, ma la Roma: sono contento di quello che stanno facendo vedere i miei ragazzi”.
Un po’ meno contento, invece, quando è chiamato a trattare nuovamente la delicata vicenda Totti, animata dalle parole a distanza del presidente Pallotta che sembrerebbero aver certificato le intenzioni della società circa la gestione del finale di carriera del capitano: “Rischiamo di banalizzare una delle questioni più importanti della Roma e della sua storia. Bisogna fare schermo, transennare questa situazione per dare il tempo alle due parti di potersi finire di parlare, di potersi capire, di prendere una decisione che renda felici entrambi. E’ un argomento importante che va tenuto al livello di importanza che merita: io non sono il presidente, dico che si devono incontrare, parlare, approfondirsi. Non c’è allenatore – conclude sulla faccenda – o direttore generale che possa interferire tra loro due. La cosa è talmente tanto importante e di livello che la soluzione deve soltanto uscire soltanto da queste due persone qui”.
“VEDO UNA SQUADRA CHE PEDALA” – Per definire la formazione, eccezion fatta per Gyomber, disporrà nuovamente di tutte le risorse di organico. Non svela se deciderà di confermare o meno Edin Dzeko. Elogia De Rossi per la capacità di disponibilità nel ricoprire più ruoli, in base alle necessità della squadra. E’ certamente soddisfatto dei miglioramenti verificati giorno dopo giorno, dal suo arrivo ad inizio gennaio: “Una delle cose che più mi rende soddisfatto è l’evidenza dello sviluppo degli allenamenti. Vedo ragazzi che sono dentro la causa, che pedalano, che viaggiano, che sono attenti, disponibili, vogliosi. Si lavora meglio e si vive meglio, realizzando di più. L’unico cruccio che ho è che mi sarebbe piaciuto allenare prima gente di assoluta forza mentale come Keita e Maicon”. Altro cruccio? Lo stadio vuoto: “A me sembra fondamentale che una persona come il Prefetto – Gabrielli ha infatti aperto alla rimozione delle barriere dell’Olimpico qualora la gente tornasse ad animare lo stadio – abbia fornito un’ulteriore apertura. Bisogna essere bravi a diminuire il proprio orgoglio o sentimento di rivalsa. Siamo vicini alla soluzione perché vedo che c’è buon senso da parte di chi comanda”. Ora, manca soltanto la parte di chi è chiamato a sostenere una squadra che si giocherà, sabato sera, un’ampia fetta di credibilità in vista del finale di stagione. as roma
- Protagonisti:
- luciano spalletti
Fonte: Repubblica