Quel Napoli Basket avrebbe conquistato anche la semifinale scudetto e l’Eurolega. Lo guidava Mario Maione, ieri imprenditore e oggi nonno a tempo pieno, i canestri nel sangue: “Quando ero studente destinavo i soldi di mio padre alla Partenope di Amedeo Salerno, insieme a De Piano e tanti altri”. L’ex presidente è una tempesta di emozioni, un susseguirsi di parentesi che si aprono, di ciò che sarebbe potuto essere e non è stato, di voglia di fare ancora qualcosa per lo sport cittadino.
La ferita è apertissima: “A volte la domenica ho la tentazione di andare al Palabarbuto, mettermi in un angolo e vedere la partita. Non ho il coraggio, ho vissuto momenti troppo belli”. Gli furono fatali i tre milioni di euro anticipati per rendere agibile la struttura di Fuorigrotta per l’Eurolega, mai pagati dal Comune: “Se non fosse accaduto, oggi staremmo vedendo un altro film”.
Forlì, dunque. Maione s’illumina: “La sera prima della finale mi chiusi nella camera d’albergo a guardare un film, forse Il Gladiatore. Ma la partita l’ho vissuta con serenità”. La Carpisa vinse contro Roma (85-83 al supplementare) una finale acciuffata negli ultimi secondi, il simbolo di ciò che fu quel fine settimana, pieno di segnali positivi.
Nei quarti, Napoli sconfisse Milano: “Avevamo il dente avvelenato, qualche settimana prima in campionato ci fecero trovare una puzza insopportabile nello spogliatoio. Festeggiare? Macché, vincemmo e ci guardammo in faccia senza fiatare. Dissi solo: sono sicuro che ce la faremo”. Col passare delle ore si rafforzò l’idea che sarebbe stato così: in semifinale Napoli fece fuori la Benetton Treviso, vincitrice delle ultime tre edizioni. “A quel punto dovevamo prenderci la coppa”.
Sul web l’anniversario è celebratissimo, il sito threebute. com ha ricostruito il fine settimana attraverso i racconti degli atleti. Napoli visse mesi entusiasmanti e poco dopo sfiorò la finale scudetto: “Perdemmo a Bologna per un’ingenuità di Lynn Greer, l’eroe di Forlì. Ancora glielo ricordo, quando ci sentiamo”.