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Frosinone-Lazio 0-0, due fiammate non scaldano il Matusa

FROSINONE – “Fusse che fusse la vorta bbona” diceva Nino Manfredi… A una settimana dallo scontro diretto di Marassi, il Frosinone ospita la Lazio e ha l’occasione di riagganciare il treno della salvezza. Solo tre punti lo dividono dalla Sampdoria: i ciociari ci credono. Scarpe grosse, cervello fino, la piccola fiammiferaia del massimo campionato conosce le qualità dell’avversaria di turno. Così l’affronta armandosi di sanissimo pragmatismo. Difesa totale, umiltà, ma nervi pronti a ribaltare la manovra.  La Lazio, poi. Continua l’alternanza, bene in Europa, scialba in Italia. Uno strano malessere che neanche il turnover ragionato riesce a risolvere. Ne scaturisce un match tattico, con pochisime fiammate. Davvero degne di gol, soltanto due.  

Del primo tempo c’è davvero poco da dire. Definire tiro in porta un diagonale di Candreva facilmente addomesticato a terra è quasi un insulto. E’ Quaresima e si vede. Calcio quaresimale, vie orizzontali perlustrate in tutta l’ampiezza del Matusa. Un paio di combinazioni mancine dei gialli, con Soddimo e Pavlovic alla fine dei primi 45′ suonano come illusorie. Biglia dirige un’orchestra ospite sfiatata. La sola occasione nasce da un’uscita da vispa Teresa di Leali, in area c’è Hoedt, non esattamente un fine dicitore, e si vede, petto e tiro di controbalzo che sembra un drop rugbistico. Tutto il resto è noia. In questi casi uno se la cava dicendo: l’hanno preparata bene i due tecnici. Mannaggia al calcio tattico! Nessun guizzo, un paio di colpi di tacco di Daniele Ciofani per smarcare Soddimo e Pavlovic come uniche perle, ma il calcio è un’altra cosa. Una volta c’era la regola che se le squadre non riuscivano a darsi battaglia, l’arbitro poteva sospendere il match. Beh, per imprecisione e svogliatezza, ma anche per reciproco rispetto, Frosinone e Lazio danno l’impressione per 45′ di non averne proprio voglia. Un tempo di reciproca attenzione, tutto viene rimandato nella ripresa.


Il primo a provare a forzare il blocco è Pioli. La Lazio in effetti stringe d’assedio la squadra ciociara, nella prima parte. Gioca tutte le sue carte, cambiando in corsa un attacco sgonfio – Mauri e Djordjievic – con Keita e Klose. Ma il fortino tiene, soprattutto perché Blanchard e Ajeti diventano baluardi insuperabili. E così, è proprio la squadra di casa ad avere in contropiede il pallone per sbloccare l’equilibrio. Capita a Ciofani, poco dopo l’ora di gioco. Il centravanti, bravissimo a far salire la squadra, non si accorge dell’uscita di Marchetti e gli calcia addosso, avendo invece una discreta possibilità di scelta. Se Pioli attacca, Stellone non si difende. cambia le due ali, cerca dinamismo con Tonev e Kragl, al posto di un Soddimo evanescente e di un Dionisi ben contenuto. 

Pioli offre una ventina di minuti al suo gioiello più prezioso, Milinkovic-Savic: il quale tenta subito di ripetere il successo personale, di testa, di Istanbul. Il suo colpo di testa ravvicinato, su cross di Lulic è a colpo sicuro. Leali compie un prodigio, distendendosi sulla sua sinistra, che tiene in vita il Frosinone, non solo in questa partita.  Finisce zero a zero. Con Stellone che canticchia “Genova per noi”…      
  
FROSINONE: Leali 7 – Rosi 5,5, Ajeti 7, Blanchard 7, Pavlovic 6,5 – Sammarco 6, Gori 6, Frara 6 (87′ Chisbah sv.)- Soddimo 5,5 (71′ Tonev 6) – D. Ciofani 5, Dionisi 5,5 (85′ Kragl 6). All. Stellone.  
LAZIO: Marchetti 6 – Konko 6,5, Hoedt 6, Bisevac 6, Lulic 6,5 – Cataldi 6,5, Biglia 5,5, Parolo 5,5 (75′ Milinkovic-Savic 7) – Candreva 6, Djordjievic 5 (66′ Klose 5,5), Mauri 5 (53′ Keita 5). All. Pioli
ARBITRO: Russo 6,5 di Nola  
NOTE: ammoniti: Rosi e Chisbah. recupero: 0′ e 4′. 

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Fonte: Repubblica

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