Sprofondo Inter, tra rossi e una difesa che ora fa acqua
Mancini lascia il campo dopo la sconfitta con la Fiorentina (lapresse) MILANO – Brutti, sporchi e cattivi. Cattivissimi, anzi. L’Inter calante, anzi sprofondante d’inverno, è anche una tra le squadre più nervose, o nevrotiche del campionato. Altre due espulsioni a Firenze: quella di Telles, contestatissima dall’Inter perché il secondo giallo non era da darsi, ma tralasciando il piccolo particolare che Telles avrebbe dovuto essere già espulso, se l’arbitro Mazzoleni avesse visto il suo tocco di braccio su tiro di Zarate al 19′ st; e quella di Kondogbia, che esagera più di tutti perché applaude polemicamente l’arbitro ben oltre il fischio finale, prendendosi il rosso più sciocco che ci sia. Così gli espulsi in questo campionato dell’Inter salgono a otto: due volte Felipe Melo, poi D’Ambrosio, Miranda, Murillo e Nagatomo, prima dei due di Firenze. Ma anche Mancini ha rimediato tre espulsioni, o tre “allontanamenti” dalle terne arbitrali, a Bologna, a Napoli (in Tim Cup, per il famoso litigio con Sarri) e nell’ultimo derby. Fanno un totale di 11 espulsioni in 28 partite ufficiali, il che denota come minimo un approccio mentale da rivedere.
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Ma nulla avviene per caso. Il crollo interista nell’ultimo mese e mezzo è chiaramente il prodotto di una perdita di serenità, o di una crisi più psicologica che tecnica. Di colpo, ad esempio, l’Inter ha smesso di difendere come nei primi mesi della stagione. Era una grande difesa di squadra, perché tutti partecipavano e si cementavano intorno a Miranda-Murillo, poi c’era Handanovic. Da Inter-Lazio in poi, il muro ha iniziato a cedere. Basti pensare che nelle prime 16 giornate del campionato, l’Inter aveva incassato solo 9 gol; nelle successive 9 giornate, appunto da Lazio-Inter fin qui, i gol incassati sono stati 13. Così, la squadra che incuteva rispetto, timore o stizza a seconda dei casi perché era sempre solidissima, ha cominciato a imbarcare acqua e a non far più tanta paura.
Altra prova del crollo: troppi gol incassati negli ultimi minuti, e sempre decisivi, dolorosissimi. La follia di Felipe Melo che regala rigore e vittoria alla Lazio; il rigore concesso al Sassuolo al 91′ a San Siro, altro errore che provoca una sconfitta; il gol ingoiato da Kevin Lasagna al 92′, ancora a San Siro, e contro un Carpi che giocava in 10; infine il beffardo colpo di petto di Babacar al 91′, a Firenze. Quando si prendono gol così, e lo si fa parecchie volte, è segno che non si riesce ad arrivare completamente lucidi, o decentemente lucidi, nei finali di partita. Altro campanello d’allarme assai preoccupante, eppure le cose continuano a ripetersi. Perché a dire il vero i campanelli, dentro e fuori l’Inter, è da parecchie settimane che suonano. Ma forse non sono stati ascoltati a sufficienza. E ora, forse, è troppo tardi per correre ai ripari. Inter
- Protagonisti:
- Roberto Mancini
Fonte: Repubblica