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Goal Economy: Juventus-Napoli, ai bianconeri la partita in campo finanziario

La favola del Leicester di Claudio Ranieri, Davide del calcio romantico che ha sconfitto a suon di “sassate” e contropiedi il Manchester City dei petrodollari, è l’emblema di quella essenziale imprevedibilità  che fa di questo sport il più amato al mondo. Tra l’attuale capolista della Premier League e il team dello sceicco Mansour c’è una differenza abissale in termini di fatturato: 137 contro 463 milioni di euro. Il City incassa, cioè, 3,3 volte in più del Leicester. Eppure il campo nello scontro diretto di sabato scorso ha fornito un altro responso con la vittoria del Leicester. Un’eccezione che non può far passare in secondo piano la Regola per cui i fatturati alla lunga scrivono la Storia del Calcio. Basta scorrere l’albo d’oro dei principali tornei nazionali e della Champions League per averne conferma.

Il livello economico del club di proprietà del thailandese Vichai Raksriaksorn (ora noto conosciuto come Vichai Srivaddhanaprabha), con una posizione di rilievo nel settore dei duty-free, è oggi paragonabile a quello del Napoli, che ha un fatturato strutturale (escludendo le plusvalenze  ed entrate europee) di circa 130 milioni. Un aggancio che ci conduce dritti alla supersfida di Serie A, in programma sabato prossimo a Torino. Sul terreno dello Juventus Stadium, la capolista della Serie A fronteggerà i quattro volte campioni in carica dellaJuventus, accreditati al 30 giugno 2015 di un giro d‘affari pari a 348 milioni. Il fatturato strutturale, escludendo dunque introiti della Champions League (89 milioni) e le plusvalenze (20 milioni), è di circa 240 milioni, poco meno del doppio di quello dei partenopei. C’è da dire che il predominio delle ultime stagioni ha reso le entrate Champions dei bianconeri quasi “strutturali”, per cui la superiorità della Juve sul Napoli è di quasi tre volte. Equiparabile, in definitiva, a quella tra City e Leicester.

La prima partita tra Juventus e Napoli è insomma giocata sul campo dei bilanci, e nell’ottica economico-finanziaria si basa su cinque fattori. Oltre ai fatturati (plusvalenze incluse), per verificare lo stato di salute dei due club, vanno analizzati i risultati di esercizio, il modello di gestione dei costi, la situazione patrimoniale e i programmi di sviluppo, nonché gli investimenti del calciomercato e il valore della rosa. Il tutto sulla base degli ultimi tre bilanci, come avviene negli esami sui rendiconti targati Uefa e Figc.


FATTURATI


Juventus in vantaggio. Il club del presidente Andrea Agnelli ha incassato fra il 2013 e il 2015 quasi un miliardo di euro, con una escalation dei ricavi costante (283, 315 e 348 milioni per un totale di 946 milioni). La società di Aurelio De Laurentiis, complici anche i mancati accessi alla Champions, si è fermata invece a 632 milioni (153, 237 e 143).


RISULTATI D’ESERCIZIO


Pareggio del Napoli. Negli ultimi tre anni gli Azzurri hanno inanellato due bilanci in utile (la serie positiva è di otto) e uno in rosso, il primo dell’era De Laurentiis in serie A, con profitti totali per 15 milioni (+8, +20, -13). La Juventus ha avuto una marcia opposta, accumulando un rosso di 20,3 milioni, ma tornando al segno positivo proprio nel 2015 (-15,9, -6,7, +2,3).


COSTO DELLA ROSA


Napoli più oculato, ma Juve in linea. La Juventus ha ricostruito in questi anni un organico di assoluta qualità, con cui ha primeggiato nella Penisola ed ha agguantato la finale Champions 2015. Il costo per erigere e rinsaldare questa qualità, tra ingaggi e ammortamenti, è stato elevato ed è via via cresciuto. Per gli stipendi, la società bianconera ha impegnato negli ultimi tre anni 508 milioni (163, 167 e 178), cui vanno a sommarsi ammortamenti triennali per i cartellini (il prezzo d’acquisto  del calciatore suddiviso in base agli anni di contrattualizzazione) per 160 milioni. In totale, il costo della rosa juventina è di 668 milioni per un media annuale di circa 222 milioni.

Anche i costi della squadra azzurra sono saliti dal 2013 al 2015, ma sono decisamente più bassi in assoluto: si parla di ingaggi per complessivi 229,5 milioni e di ammortamenti per 148,8. De Laurentiis ha speso per il Napoli 378,3 milioni negli ultimi tre anni, per una media stagionale di 126,1 milioni. Circa 100 milioni in meno della Juventus. Sia Uefa che Figc hanno stabilito una percentuale tra fatturato e spese per la rosa. Per la Uefa gli ingaggi non devono superare il 70% del fatturato, per la Figc, una volta a regime, ingaggi più ammortamenti non devono assorbire più dell’80% del fatturato. Attenendoci alle norme interne (rapporto tra fatturato triennale e ingaggi più ammortamenti) la Juventus si attesta sul 70%, mentre il Napoli può vantare fin qui un 60%.


PATRIMONIO, DEBITI E PIANO DI SVILUPPO


La Juventus ha un tallone d‘Achille nel crescente indebitamento, resosi necessario per gli investimenti nello stadio e nel rafforzamento della rosa post Calciopoli. L’indebitamento finanziario netto è salito al 30 settembre 2015 a 195,7 milioni. Ma Andrea Agnelli e il management juventino hanno riedificato in questi anni la statura europea del club, pianificandone uno sviluppo industriale a partire dallo stadio di proprietà. I lavori edilizi alla Continassa, la nuova gestione interna del merchandising, l’avvio delle sponsorizzazioni “regionali” con la birra messicana Tecate, il progetto commerciale di alberghi e hotel a marchio “J” fanno della Juventus un esempio per il movimento calcistico italiano.

Progetti che, viceversa, mancano all’appello della gestione De Laurentiis. Le chiacchiere sulla ristrutturazione da 20 milioni di euro dello stadio San Paolo si protraggono ormai da anni, senza alcun approdo. Mancano investimenti sulla rete commerciale e il centro sportivo, e più in generale politiche di potenziamento internazionale del brand. Tutte aree su cui la dirigenza di un club può incidere (a differenza dei diritti tv, affidati a contrattazione collettiva e leggi).

Ecco perché in media la Juve nelle ultime tre stagioni ha incassato in media dall’area commerciale 55 milioni e dallo stadio altri 43, mentre il Napoli non è andato oltre i 17 milioni per gli incassi al botteghino e i 19 milioni per sponsor e merchandising. Carenze che gettano un’ombra sul futuro gestionale del club, che tuttavia ha una solidità patrimoniale unica nel panorama italiano: zero debiti con le banche e al 30 giugno 2015 una cassa con 50 milioni di riserve.


CALCIOMERCATO


La Juventus vale più del Napoli (in costante crescita). Quanto agli investimenti sul mercato, nelle ultime cinque stagioni, stando alle statistiche dei siti specializzati, la Juve ha speso circa 450 milioni incassandone 250. Il Napoli ha invece speso poco più di 300 e incassato 180 milioni. Si tratta di cifre da prendere cum grano salis non essendo completamente confortati da dati contabili ufficiali, in particolare per il Napoli.

Essendo la Juve quotata in Borsa, esistono comunicazioni ufficiali dalle quali si evince in particolare come le campagne trasferimenti abbiano comportato un impegno finanziario, spalmato su più anni, di oltre 250 milioni (80 nella stagione 2011/12, 45 nella stagione 2012/13 e circa 25 nella stagione 2013/14 e di circa 115 milioni nell’estate 2015 (frutto di acquisizioni per 134,9 milioni e cessioni per 20,2 milioni). Sempre siti specializzati come Transfermarkt indicano un valore della rosa per la Juventus di quasi 380 milioni e per il Napoli di 280 milioni.

A bilancio, invece, dove va iscritto il valore della rosa (“diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori”, voce da intendersi come costo originario del cartellino dei singoli atleti depurato dalla quota già ammortizzata), il Napoli nei conti 2015 mostra un valore di 61 milioni (erano 81 nel 2014), la Juventus di 120 milioni. Entrambi i club, prima e di più la Juventus a dire il vero, hanno intrapreso inoltre una forte campagna di investimenti su giovani calciatori italiani, che potrebbe fruttare molto nel medio termine sia sul piano sportivo che su quello finanziario.


TIRIAMO LE SOMME: JUVENTUS-NAPOLI 3-2… 


Il risultato: Juve batte Napoli 3 a 2. Se il fatturato e i risultati d’esercizio sono rispettivamente a favore della Juventus e del club di De Laurentiis, a quest’ultimo è favorevole il giudizio sul costo della rosa. Giudizio che arride invece al team bianconero tanto sulla valutazione della rosa che sul piano degli interventi industriali. Per quanto sul versante del calciomercato il Napoli abbia costruito molte delle sue fortune e sul piano patrimoniale possa vantare tuttora un’indubbia solidità.

goal.com

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