SABATINI VIA? UN’IPOTESI – “Siccome lo avete scritto diverse volte e il rischio che qualcosa di vero ci fosse, ho deciso di andare da Walter e chiedergli spiegazioni”. Luciano Spalletti rivela il confronto vis-à-vis avuto con il direttore sportivo Sabatini, entrato nell’ottica di lasciare la Roma a fine stagione, con il relativo rammarico di non aver garantito al club trofei, ma ‘soltanto’ 200 milioni di plusvalenze grazie al “trading” effettuato negli ultimi 4 anni. “Lui – spiega Spalletti – dice che è un’ipotesi perché ha un ruolo importante dentro la società ed è giusto che si metta in discussione, come tutti quelli che lavorano nella Roma. E’ un’ipotesi, lui è uno che si prende le sue responsabilità e pensa che non sia giusto venga salvato qualora i risultati restino questi. Nessuno può sentirsi salvo, o si fanno risultati oppure tutti abbiamo fallito”. I risultati, quelli del campo, sono l’obiettivo prioritario del suo lavoro, che fissa sulla gara contro il Carpi (arbitrerà Tagliavento) la priorità per proseguire sulla buona strada delle ultime prestazioni: “Se pensiamo alla partita successiva e non a questa vuol dire che abbiamo sbagliato tutto. La Juventus ha centrato 14 partite di fila, il Napoli una decina: se vogliamo pensare di competere con queste squadre il pensiero deve essere quello di dar vita a ‘filottì straordinari come i loro. Bisogna assumere il comportamento di chi è bravo a farsi trovare pronto nelle situazioni che si vivono di volta in volta, senza tralasciare nulla, per poter stare al passo delle grandi”.
DZEKO TITOLARE – Tornerà titolare dal primo minuto Edin Dzeko. Spalletti, però, non potrà contare sulla presenza di De Rossi (“Spero di averlo di ritorno dalla trasferta in Emilia”) e Totti (“Ha un problema al soleo, stamane ha sentito la stessa fitta e non parteciperà al match”). Per il resto, l’organico sarà al completo e, di certo non costituisce un problema l’abbondanza di disponibilità nei reparti di centrocampo e attacco. Al turn-over, invece, pensa solo in parte: “Avendo recuperato alcuni giocatori è involontario fare certi ragionamenti ma la priorità è il Carpi e sceglierò in funzione di questa partita. La prima insidia è il loro coach, sa trasferire molto alla squadra ed è un grandissimo. Ti pressano nella tua metà campo, ti aspettano, ben organizzati, al limite della propria aria e il loro ribaltamento dell’azione non è paragonabile a nessun’altra squadra di Serie A. Ci siamo preparati, li abbiamo studiati a dovere e dobbiamo farci trovare pronti nel più breve tempo possibile per poterci difendere da queste situazioni”.
L’ELOGIO A SARRI E ALLEGRI – Chiede “disponibilità nella ricerca dell’equilibrio e attenzione ad un certo tipo di atteggiamenti”. Come a dire: convivenza di Dzeko, Perotti, Salah, El Shaarawy e Pjanic sì, ma solo a patto che gli altri siano disposti a restituire l’applicazione difensiva necessaria a poter, invece, osare di più nella fase d’attacco. Sulla conferma dello schieramento della linea arretrata a tre, piuttosto che un ritorno a quattro, conclude: “Il passaggio è sottile, bisogna interpretare le situazioni che si verificano. I giocatori devono essere vicini, devono saper capire i momenti: per il momento il rischio di confusione non c’è, anzi, ci sono cose che ci fanno stare con le antenne ritte. Ad esempio – aggiunge Spalletti al termine della conferenza stampa – il mio match analyst mi ha portato dati che dobbiamo tenere in considerazione, come il fatto che siamo finiti soltanto sei volte in fuorigioco da quando sono qui. O che siamo l’ottava squadra nei tentativi di andare oltre la linea difensiva: ci sono molte squadre che tentano di farlo più di noi, un dato importante a differenza del possesso palla che è fine a se stesso se non si evidenzia dove viene fatto e in quali zone del campo”. Infine, l’elogio di Sarri e Allegri che si sfideranno nel big match dello Stadium per quella che è, di fatto, la vera sfida Scudetto della stagione: “Il Napoli è una squadra perfetta, ho visto fare delle cose a Sarri in allenamento, che non ho visto fare a nessuno. Allegri, invece, non l’ho mai visto ma se ogni volta che usa Zaza, l’attaccante diventa quella bestia lì, è sintomo del fatto che in quelle realtà riescono ad eliminare qualsiasi dubbio sul significato della parola lavoro”. Prendere esempio, dunque, per poter apprendere e tornare a competere: con le grandi. as roma
- Protagonisti:
- luciano spalletti
Fonte: Repubblica