L’AVVERSARIO – JUVE DA RECORD CONTRO IL MURO DELLA CAPOLISTA
14 vittorie consecutive, tra Campionato e Coppa Italia. Sembrava fosse assopita e invece eccola ritornare prepotentemente. L’inizio lento e impacciato aveva fatto credere a tutti che la Juve avesse preso un anno sabbatico. Le troppe vittorie nazionali e la vetta europea solo sfiorata, facevano pensare ad un anno di transizione. Complice anche le partenze eccellenti di Pirlo, Vidal e soprattutto Tevez, l’avversaria di sempre dormiva e le pretendenti al titolo sognavano in grande. Ma alla fine è stata solo una grande illusione. Con il tempo gli esperimenti sono finiti e la fame di vittorie è tornata.
La svolta tattica si è avuta con un ritorno al passato, il famoso 3-5-2 di Conte prima e Allegri poi. La base della ritrovata Juve è chiara, vecchio stile ma con alcuni minimi cambiamenti. La difesa è sempre la stessa, Bonucci centrale con Barzagli a destra e Chiellini (che sarà fuori per infortunio nel big match contro gli azzurri) a sinistra. A centrocampo Lichtsteneir, Marchisio, Pogba, Khedira e Evra. Preferito spesso e volentieri a Alex Sandro, che aveva bisogno di un periodo di ambientamento e di imparare bene la fase difensiva. Davanti la coppia che sta convincendo è Mandzukic e Dybala.
Il 3-5-2 è lo stesso dello scorso anno dunque, anche se interpretato in maniera differente. Maggiore dinamismo ma anche maggiore dipendenza dalle individualità. Meno cambi di gioco, non essendoci più Pirlo, ma un miglior schermo difensivo, meno dribbling ma più efficacia e precisione nei passaggi. Con Marchisio al posto dell’ex Campione del Mondo, più rasoterra e meno passaggi illuminanti. A Pogba è affidato l’estro del centrocampo: in questo scorcio di stagione è stato criticato, anche se bisognerebbe saper leggere il nuovo ruolo che gli è stato affidato, tutto il flusso di gioco passa per i suoi piedi, mentre prima per quelli di Pirlo. Ha maggiori compiti difensivi e agisce in una porzione di campo più ampia, che lo costringe a correre di più, togliendogli anche lucidità. Il lavoro verso gli esterni ha influito anche sul gran numero di palloni ricevuti in area da Mandzukic, ottimo nel gioco aereo sia per concludere a rete sia per giocare di sponda per i compagni. Proprio questa sua dote e non solo, lo ha fatto preferire allo spagnolo Morata.
Il Napoli segna con una media maggiore della Juventus record dei 102 punti (2013/14): per Sarri 52 reti in 23 gare, media 2.26 a partita. Quella di Conte: 80 reti in 38 gare, media 2.10 a partita. Ad oggi, l’unica certezza è quella che, chiunque dovesse vincere, potrà dire di aver sconfitto un grandissimo avversario
Paragone con il Leicester? La squadra guidata dal tanto bistrattato Ranieri sta vivendo una favola bellissima, ma paragonarlo al Napoli è decisamente una sciocchezza e una grossa inesattezza: gli azzurri impongono il proprio gioco, un qualcosa di più razionale rispetto alla splendida follia che sta vivendo la squadra allenata dal tanto bistrattato Ranieri. In Inghilterra, ad esempio una Juventus non c’è….
Una Juve da record, che però non è mai stata prima in classifica, e che sembra scontrarsi contro il muro rappresentato dal Napoli capolista da ormai più di un mese. Allo Juventus Stadium un verdetto importante, forse fondamentale…
Giuseppe Di Marzo