Juventus, Allegri ha due problemi: la stanchezza e il ko di Chiellini
Chiellini a terra dopo l’infortunio (lapresse) TORINO – Il paradosso bianconero è che la squadra che ha vinto quattordici partite di fila non è nel suo momento migliore. La Juve ha raggiunto il picco (un picco altissimo, anche a livello di spettacolarità) a gennaio, poi è scesa di un gradino o forse due, ha avuto degli intoppi e sabato contro il Napoli non potrà ambire alla perfezione. Le ultime due partite (Genoa, Frosinone) non sono state brillanti, ma non è questo il punto. Il punto è che gli infortuni – oltre al lieve calo di forma che sta leggermente offuscando Dybala – hanno tolto valore e risorse ad Allegri. Oltre, forse, a una certezza inalienabile: la convinzione di avere a disposizione una difesa che non può essere scalfita. Non è più così. Gli infortuni di Caceres e Chiellini pesano, e c’è l’ansia di sapere per quanto ne avrà l’azzurro, che a Frosinone si è arreso a una fitta al polpaccio destro, il suo muscolo più vulnerabile.
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Ci si chiede, intanto, se al Matusa sia stata una scelta azzeccata quella di ricorrere a Chiellini invece di dare fiducia a Rugani: il suo avversario sarebbe stato Dionisi, probabilmente avrebbe potuto giocarsela ad armi pari almeno con il tridente della penultima in classifica. Allegri aveva già deciso di rischiare Bonucci, che era in diffida (ed è anche lo juventino più utilizzato, il solo non sottoposto a turn over, l’unico che non abbia un sostituto naturale), perché allora lo ha fatto anche con Chiellini, che aveva saltato le ultime due gare (con il Chievo, ma era in panchina, e con il Genoa) e si era portato il fastidio appresso per tutta la settimana? La vulnerabilità del polpaccio del difensore è nota e forse avrebbe richiesto un poco più di cautela. Sta di fatto che a dieci minuti dalla fine il livornese ha sentito una fitta e ha dovuto lasciare il posto a Rugani. Si attende l’esito degli esami per misurare nel dettaglio diagnosi e prognosi.
Il problema è rilevante perché Allegri non può risolverlo con un semplice avvicendamento, come avrebbe fatto se avesse avuto a disposizione Caceres. Ha tre soluzioni, ognuna delle quali è un adattamento: 1) può finalmente dare fiducia a Rugani, piazzandolo sul centrodestra e spostando Barzagli alla sinistra di Bonucci; 2) può accentrare Lichtsteiner nel terzetto difensivo, confermando Cuadrado sulla fascia destra del 3-5-2; 3) può passare al 4-4-2, con Lichtsteiner-Barzagli-Bonucci-Evra in difesa e Cuadrado-Sturaro (o Khedira)-Marchisio-Pogba a centrocampo. La sensazione è che il prescelto non sarà Rugani, che evidentemente non fornisce le garanzie necessarie. Inoltre, in questo periodo Allegri non vorrebbe fare a meno di Cuadrado, il più brillante contro Inter, Genoa e Frosinone. Deve dunque scegliere tra una soluzione più suggestiva ma meno sperimentata, il 4-4-2, e una più collaudata ma più rischiosa, perché l’esterno nel 3-5-2 Cuadrado l’ha sempre fatto nelle partite dove c’era molto d’attaccare e poco da difendere. Con il Napoli potrebbe non essere il caso. Si tratta anche di capire se recupereranno Khedira e Asamoah: soprattutto il ghanese può essere una buona pedina per il 4-4-2. Sicuramente fuori causa, invece , Mandzukic: Allegri accenderà un cero alla luna di Morata, sovente storta.
juventus
- Protagonisti:
- giorgio chiellini
- massimiliano allegri
Fonte: Repubblica