Un successo per confermarsi capolista ed arrivare allo scontro diretto di Torino almeno con due punti di vantaggio. E’ questo l’unico pensiero del Napoli alla vigilia della sfida col Carpi, che all’andata con un catenaccione d’altri tempi strappò uno 0-0 ad un Napoli che pian piano andava costruendosi, dopo il passaggio al 4-3-3 e le enormi difficoltà iniziali. Quella dei partenopei è stata una crescita costante, ancora oggi inarrestabile, facendo seguire al miglioramento tecnico e tattico, nell’ultimo periodo anche una crescita notevole sul piano della personalità, dettando legge praticamente su ogni campo, e della mentalità nel non farsi condizionare dalla posizione di classifica come accaduto a Bologna, la settimana seguente la conquista della vetta, e non a caso seconda ed ultima sconfitta dei partenopei.
Col 2016 sono stati dissipati anche i dubbi legati ad un dispendio fisico eccessivo, considerando la capacità di gestire le partite nei secondi tempi ma soprattutto un maggiore turnover. Non più rotazioni solo per infortuni e squalifiche, ma sin dalla prima gara dell’anno Sarri ha proposto due o tre avvicendamenti portando in condizione gran parte della rosa ed allargando il numero di giocatori su cui contare ad occhi chiusi. Con la Lazio, oltre a Lopez e Maggio per gli squalificati Allan ed Hysaj, ha coinvolto Strinic al posto di Ghoulam e col Carpi è lecito aspettarsi altrettante novità. Al di là di Valdifiori, al posto dello squalificato Jorginho, scalpita Chiriches che potrebbe far rifiatare Koulibaly alla terza gara in una settimana, così come Mertens al posto di Insigne. Non è da escludere anche riposo per Hamsik, ma finora lo strapotere del Napoli ha permesso a Sarri di operare turnover anche a gara in corso.
tmw