Dalle prime ore dell’alba, gli agenti della Polizia Tributaria di Napolistanno eseguendo, in varie regioni d’Italia, un decreto, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica partenopea, finalizzato al sequestro di somme di denaro, beni immbobili e quote societarie per un ammontare complessivo di oltre 12mln di euro, nei confronti di 58 soggetti del calcio professionistico.
Si tratta di calciatori, procuratori e dirigenti che, tra il 2009 ed il 2013, si sono resi responsabili, secondo l’ipotesi investigativa, di reati tributari mediante condotte fraudolente mirate ad evadere il Fisco. Tra i calciatori indagati il difensore della Nazionale attualmente in prestito dal Milan all’Atalanta, Gabriel Paletta, il centrocampista del Milan, Antonio Nocerino, l’attaccante dell’Atalanta German Denis, l’ex PescaraFernandoQuintero, l’ex attaccante del Napoli Ezequiel Lavezzi.
“Il meccanismo fraudolento – si legge nella nota dell’Aggiunto Vincenzo Piscitelli – architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano è stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali aventi ad oggetto la compravendita dei calciatori“. L’operazione di oggi rientra in una più vasta indagine che ha consentito di accertare l’esistenza di un radicato sistema finalizzato ad evadere le tasse, messo in atto da 35 società calcistiche di serie A e B.
L’ipotesi accusatoria è che i procuratori abbiano fatturato in maniera fittizia alle società calcistiche le proprie prestazioni simulando che fossero rese nell’interesse esclusivo dei club, mentre in realtà sarebbero stati tutelati gli interessi degli atleti da loro assistiti. Le società approfittavano dell’indebito vantaggio di poter completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando della detrazione dell’imposta sul valore aggiunto relativa alla pseudo-prestazione in esclusiva.
I calciatori potevano poi non dichiarare un sostanziale “fringe benefit” (ossia una componente di reddito suscettibile di avere una valutazione economica che viene data al dipendente) che gli veniva riconosciuto dalla società calcistica che si accollava, inoltre, la spesa per l’intermediazione. La società quindi ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali.
Alcuni agenti stranieri, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia, attraverso l’interposizione di società-schermo con sede in paradisi fiscali, avrebbero delocalizzato i proventi derivanti dalle attività professionali.
ilpuntontc