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Higuain e Hamsik mattatori: il Napoli straccia tutti i record

Quando Gonzalo Higuain comincia a mettersi il pallone sotto la gamba e a correre verso Viviano, dopo neanche quattro minuti, i giocatori della Sampdoria sembrano quei bambini che patiscono la macchina e vomitano la merenda alla prima curva. Perché il gioco di questo funambolo sposta l’equilibrio, disorienta e provoca sensazioni simili ai vuoti d’aria, di quelli che fanno venire, per l’appunto, i mal di pancia.

È un Pipita stupendo, anche se a Marassi sbaglia tanti di quei gol come mai quest’anno. E come mai, si spera, nel futuro. Ma lui è talmente gasato, ormai, da non lasciarsi affliggere dai suoi sbagli, come magari sarebbe successo nel passato quando avrebbe dichiarato guerra persino a San Marino dopo aver commesso un errore. Anzi, ieri ha trovato la forza per ripartire, lasciando a Insigne persino il gol dal dischetto.

Il Napoli e Higuain, Higuain e il Napoli: sono loro i più belli del reame e Genova lo grida a tutti. Ventuno gol in ventuno partite: è una gara a trovare aggettivi – ma anche sostantivi – per battezzare l’uomo d’oro di De Laurentiis. E allora non è un caso che al suo record, se ne aggiunga pure un altro: mai nella storia azzurra, iniziata nel 1926, dopo 21 giornate di campionato sono state realizzate 45 reti. Mai. Superato il primato del Napoli di Maradona, Careca, Giordano della stagione maledetta del sorpasso del Milan alla terzultima giornata; superato, probabilmente in un’opera di cannibalizzazione, quello del Napoli del primo Benitez. E poi, ancora quello di Vinicio del 57/58. È un Napoli delle meraviglie, che attacca sempre. Anzi, sembra proprio che non sappia far altro che attaccare e cercare il gol. E si capisce che la squadra vuol giocare sempre e che tutti hanno voglia di divertirsi come dei matti. Higuain è macchina da gol, fabbrica di assist, collante di reparti, insomma tutto. Il più moderno tra i campioni in circolazione, il più completo, il più eclettico. E poco importa che ieri, contro i blucerchiati non sia stato tra i migliori: basta che sia in mezzo al campo, per seminare ansie e paure.

«Noi siamo stati capaci di complicarci la vita da soli: in questo dobbiamo migliorare, perché quando dopo pochi minuti vinci 2-0 non puoi correre il rischio di compromettere i tre punti». È Marek Hamsik a provare a ristabilire un po’ d’ordine in una giornata particolare. D’altronde anche per lo slovacco è una giornata da ricordare: non solo è il suo quinto gol stagionale, ma è soprattutto la rete che gli consente di raggiungere Careca nella classifica dei marcatori azzurri: 96 reti proprio come il brasiliano che fece innamorare i napoletani negli anni ’80; 26 gol spalmati in 9 anni: dal settembre del 2007 a oggi. «È una cosa che mi fa molto piacere e onore, ma quello che conta è continuare questa marcia. Non so cosa succederà alla fine, ma essere primi è proprio una bella sensazione».

Una macchina da gol: il Napoli ha segnato 16 gol nelle ultime 5 partite lontano dal San Paolo. Il percorso azzurro dalla trasferta di Verona, è un pallottoliere: due reti all’Hellas, due al Bologna, tre all’Atalanta, cinque al Frosinone e quattro ieri alla Sampdoria. È una squadra che straripa e tracima, sfonda e abbatte, svelle e polverizza. Si tratta di una potenza offensiva globale, senza confronto. È un attacco imparagonabile, quello di Sarri. Ed è la scansione dei nomi, è l’identità degli autori a raccontare perché il Napoli è la squadra non solo più forte, ma più completa del campionato, la più varia nelle soluzioni offensive, capace di trovare le reti di Mertens ma anche di Lorenzo Insigne su calcio di rigore. Cosa che non è proprio una sua tipicità. Ed è in quel gesto dell’argentino che c’è tutto il senso del Napoli: l’uomo che insegue il titolo di capocannoniere che cede il tiro dal dischetto a un suo compagno. In quanti lo avrebbero fatto?

ilmattino

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