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Napoli ci crede, De Laurentiis pure: “Ora 2 campioni per essere più forti”

Una volta era un fardello e veniva allontanato quasi con fastidio. Lo scudetto era un vero e proprio tabù che rischiava di “bruciare” chi decideva di esporsi troppo in merito al sogno di una città intera. La vittoria con il Frosinone, invece, ha proiettato il Napoli in una dimensione diversa. Il titolo di campione d’inverno — il quarto della storia — non vale nulla dal punto di vista sostanziale anche se il conforto dei numeri è incoraggiante: chi di solito è al primo posto al giro di boa ha il 70% di possibilità di festeggiare il titolo anche al termine della stagione.

Il Napoli, nella sua storia, ce l’ha fatta due volte su tre e gli piacerebbe migliorare la statistica dopo aver centrato il quarto “fregio” di squadra con più punti nel girone d’andata. «Sono contento di aver regalato la soddisfazione alla gente », ha spiegato Maurizio Sarri, il grande artefice di una squadra da primato. L’entusiasmo è scoppiato al termine della “manita” rifilata al Frosinone, ma è evaporato dopo qualche ora. Un centinaio di appassionati ha accolto la squadra a Castel Volturno di ritorno da Frosinone (mancavano Higuain e Reina che hanno trascorso il loro giorno libero a Roma): cori e applausi. Soddisfazione immensa, senza però abbandonarsi a facili trionfalismi. I tifosi hanno recepito il messaggio di un gruppo ambizioso e determinato. «Conta essere campioni a maggio, non adesso», ha sentenziato Higuain dopo il 5-1 al Frosinone. Il Pipita è l’immagine di un Napoli più maturo e consapevole della sua forza, elogiata da Dubai pure da Diego Armando Maradona, che si è addirittura prenotato per le eventuali celebrazioni.

Ma il cammino è ancora lungo, ovviamente. Secondo l’ex Pibe la rivale sarà sempre la solita. «L’avversario da battere è la Juventus ». Per Sarri i bianconeri sono addirittura i favoriti per il titolo e il biglietto da visita del gruppo di Allegri, condito da nove successi consecutivi in campionato, lo confermano. Il Napoli, però, ci crede e il giorno dopo in città il disincanto è accompagnato da massicce dosi di scaramanzia. Il pensiero comune è condito da speranza ma anche da realismo.

«Non si vince una maratona dopo soli 41 chilometri», ha sentenziato l’allenatore che ha messo nel mirino l’ultimo tabù da sfatare. Il suo Napoli dovrà dimostrare di non soffrire di vertigini, come già accaduto a Bologna. Il match contro il Sassuolo — 17 mila compresi abbonati e 10 mila con l’Inter — avrà una valenza fondamentale soprattutto per verificare la tenuta mentale. Bisognerà mostrare la stessa

autorevolezza esibita a Frosinone, quella che è piaciuta pure a De Laurentiis che non si è nascosto sul mercato. «Ho dato mandato a Chiavelli e Giuntoli di chiudere alcune trattative». Il Napoli non ha ancora perso le speranze di arrivare a Maksimovic. Se il Toro individua il sostituto, l’affare riprende quota. Altrimenti Barba e Oikonomou rappresentano le alternative giuste. In mediana il Napoli non molla Kramer e Herrera, che comunque costano molto.

la repubblica
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