NAPOLI – Cronaca – andando a ritroso nel tempo – di un primato in classifica tutt’altro che annunciato. Ecco in sette mosse come il Napoli si è arrampicato sorprendentemente lassù, davanti a tutti a metà del campionato, conquistando un titolo di campione di inverno che in estate non pronosticava nessuno: dopo il fallimentare epilogo della passata stagione, la fine della controversa gestione Benitez e la contestazione nei confronti della società azzurra da parte dei tifosi, ai ferri corti con il presidente De Laurentiis e delusi dalla campagna acquisti. Tutto lasciava presagire un’annata di transizione, propedeutica all’inizio di un nuovo ciclo. Invece sta venendo fuori una cavalcata trionfale, a distanza di 26 anni dalla conquista dell’ultimo tricolore. Sabato prossimo, nell’anticipo contro il Sassuolo, i 50 mila del San Paolo festeggeranno con la loro squadra mezzo scudetto. Facendo insieme le prove generali per maggio.
LA PANCHINA – I meriti dell’exploit del Napoli sono innanzitutto di Maurizio Sarri: il nuovo allenatore arrivato nello scorso mese di giugno quasi per caso, dopo che De Laurentiis aveva tastato il terreno con parecchi suoi colleghi più illustri, senza trovare la soluzione giusta per il Napoli. Ma al presidente azzurro va riconosciuto il coraggio di una scommessa molto rischiosa: da Benitez all’ex tecnico dell’Empoli, con alle spalle una sola stagione in serie A. La prima mossa, indovinata, è stata questa pazza scelta in panchina.
LA SQUADRA – Al momento della firma, sette mesi fa, Sarri non avanzò particolari pretese economiche: ma strappò a De Laurentiis una promessa tecnica importante: nessuno dei big sarebbe stato ceduto, da Higuain ad Hamisk. La favola del nuovo Napoli è partita da quel patto: la mossa numero 2.
IL MERCATO – Un solo colpo costoso, ma rivelatosi con il passare dei mesi di fondamentale importanza per gli equilibri della nuova squadra: l’acquisto dall’Udinese del brasiliano Allan, il centrocampista che tanto era mancato a Benitez. Il ritorno del portiere Reina poteva sembrare invece un contentino per i tifosi, sulle prime: altra impressione superficiale e sbagliata. Come i pregiudizi sugli arrivi di Hysaj e sul riscatto dal Verona di Jorginho: altri due giocatori che con Sarri si sono al contrario dimostrati determinanti.
HIGUAIN – Mai come Gonzalo Higuain, però: autore di 18 gol in 19 giornate e di una incredibile metamorfosi, dopo il flop della passata stagione. È stato Sarri a riconquistarlo alla causa azzurra, toccando le corde giuste per pungolare l‘orgoglio del cannoniere argentino. Il feeling tra i due è sbocciato a prima vista e sta facendo la differenza. Mossa numero 4: nessuno in Italia ha un campione così.
HAMSIK – Ma anche Hamsik sta facendo la differenza, dopo la parentesi per lui malinconica dell‘era Benitez. Il ruolo di trequartista gli stava stretto. Sarri lo ha capito subito ed è riuscito a trasformarlo in un centrocampista a tutto campo, moderno e molto più efficace. Mossa numero 5: il capitano è tornato.
REINA – Nel capitolo dei ritorni, però, la copertina spetta di diritto a quello di Pepe Reina: portiere affidabile e soprattutto straordinario leader della squadra. È stato lui a riportare l’entusiasmo nello spogliatoio del Napoli. E sempre lui si è confrontato con Sarri quando i risultati non arrivavano, all’inizio. Colpa del modulo con il fantasista, che stava scomodo alla squadra. Il passaggio al 4-3-3, mossa numero 6, ha cambiato volto alla stagione del Napoli.
I TIFOSI – Dal record negativo di abbonati, minimo storico in 90 anni di Napoli, al ritorno in massa dei tifosi al San Paolo. Anche la città sta spingendo gli azzurri nelle zone altissime della classifica e adesso il pubblico di Fuorigrotta è di nuovo il dodicesimo uomo, come ai tempi d‘oro. Mossa numero sette: tutti uniti per sognare.
ssc napoli
- Protagonisti:
- Maurizio Sarri
- gonzalo higuain
- aurelio de laurentiis