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Alemao: «Lotta tra 5 squadre per lo scudetto e finalmente spettacolo»

alemao«Noi avevamo riserve eccezionali come Mauro, Zola, Fusi: perché gli scudetti si vincono solo se hai una panchina lunga e di qualità». A quei tempi Ricardo Rogerio de Brito era semplicemente Alemao, uno dei tre tenori azzurri. Adesso è a San Paolo, in Brasile, a godersi il Natale al clima caldo dell’estate sudamericana. «Anche se adesso piove», dice giusto per non farsi invidiare troppo.

Che idea si è fatto di questo Napoli?
«Di una squadra che ha fatto qualche altro passo in avanti rispetto al passato ma che adesso non deve perdere l’occasione di diventare ancora più forte».

E come?
«C’è il mercato. Prenda gli uomini giusti che possano dare una mano al progetto».

Quelli di adesso non bastano?
«No. Credo che già negli ultimi anni proprio la mancanza di alternative valide abbia impedito al Napoli di conquistare lo scudetto».

Quando per esempio?
«Beh, il Napoli di Cavani e Lavezzi con una rosa un po’ più ampia avrebbe potuto conquistare il titolo».

Segue la serie A con passione?
«Nel mio cuore c’è sempre e solo il Napoli: il campionato italiano non è più quello degli anni ’80, quando tutti avrebbero fatto carte false per venire a giocare. Dunque, non è che abbia visto tantissime partite delle altre rivali degli azzurri».

Avrà visto, però, l’Inter e la Juventus?
«Ci sono sempre loro con cui fare i conti. È un torneo apertissimo, loro hanno delle rose molto ampie e queste le rende in vantaggio rispetto al Napoli».

Un peccato?
«Beh, sì. Soprattutto perché quando hai Higuain là davanti è naturale dover lottare per il primo posto».

È forte come Careca?
«Diverso. Antonio era un attaccante molto rapido, l’argentino è una punta classica, che si muove in una zona prediletta che è l’area di rigore».

Tutto il Napoli ruota intorno ai suoi gol.
«E che male c’è? Anche noi, tutti i giorni e tutte le settimane, lavoravamo per preparare schemi finalizzati a far fare gol a Careca e Maradona. È normale: se una squadra ha la fortuna di avere un fenomeno, perché non sfruttarlo?».

Nel gioco dei paragoni, Allan fa l’Alemao?
«Beh, per certi versi… Ma senza esagerare. Io ero un tipo particolare. E poi il mio era un calcio diverso anni luce rispetto a questo».

ulmattino

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