La Juventus ora ci crede: Inter, Napoli e Roma avvisate
TORINO – Adesso sì, alla Juve si può seriamente parlare di rimonta-scudetto senza rischiare il trattamento sanitario obbligatorio. “Grintosi, ordinati e concreti: questa squadra lavora ogni settimana per essere così”, è il rituale tweet notturno di Massimiliano Allegri, cinguettato dopo il successo per 3-0 in casa del Palermo. Una vittoria che ha riallacciato i fili con il recente e glorioso passato bianconero, con quella squadra che ha razziato gli ultimi quattro campionati.
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Il gioco, va detto, lascia ancora molto a desiderare, anche perché il 3-5-2 rende più prevedibile la manovra. Ma i numeri sorridono: la Juve nel mese di novembre ha messo insieme gli stessi punti (12) che aveva racimolato tra agosto e ottobre, ritrovando ritmo, solidità, fiducia, continuità di rendimento e più in generale una dimensione più aderente alle sue ambizioni smodate, oltre al pass per gli ottavi di Champions chissà se da prima forza del suo girone. La seconda trasferta vincente, ma soprattutto la quarta vittoria consecutiva (la quinta se si considera anche il successo sul Manchester City in Europa), permette ai bianconeri di allungare lo sguardo sui piani alti della classifica. E di spedire un messaggio piuttosto minaccioso a quelle rivali che troppo presto avevano celebrato il funerale dei quattro volte campioni d’Italia.
Fa effetto pensare che la Roma, ora nel mirino a +3, un mese fa era in vetta a +11 dai bianconeri. La zona Champions, quel terzo posto fissato come traguardo minimo stagionale, è appena un passo più su, a +4. L’Inter capolista è provvisoriamente a +6, in attesa della sfida di questa sera in casa del Napoli. Insomma, tutta un’altra vita, considerando “la classifica inaccettabile”, Andrea Agnelli dixit, di poco più di un mese fa, quando la Signora veleggiava al quattordicesimo posto. Da allora, dopo la scossa presidenziale, la Juve ha vinto cinque partite su sei in campionato, segnando 11 gol e subendone soltanto 3. Merito della ritrovata solidità del muro formato da Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini, l’usato garantito, la terza migliore difesa del torneo (come la Fiorentina) con 11 gol al passivo. Merito del ritrovato Mandzukic, il Signor Sentenza, quello dei gol sempre pesanti (2 nelle ultime 2 uscite contro City e Palermo, 11 su 12 l’anno scorso con l’Atletico Madrid) e più in generale di una ritrovata vena realizzativa (sei reti nelle ultime due trasferte, tanti quanti ne erano stati segnati nelle sei precedenti). Merito soprattutto delle scelte quasi sempre azzeccate di Allegri che, dopo un gran roteare di moduli e interpreti, ha dato stabilità e certezze alla squadra. Il tutto, a costo di prendere alcune decisioni poco popolari, agganciabili soprattutto ai casi che rispondono ai nomi di Rugani, Dybala e Morata.
“Vincere il campionato non è impossibile – assicura Simone Zaza -: lo dicevamo quando eravamo in difficoltà, lo confermiamo adesso”. L’utopia-scudetto è insomma diventata un sogno realizzabile, a maggior ragione se l’infermeria comincerà a svuotarsi: nei prossimi giorni Khedira rientrerà in gruppo, mentre per rivedere Pereyra bisognerà attendere la prossima settimana. Le sfide contro Lazio (venerdì 4 all’Olimpico senza lo squalificato Pogba), Fiorentina (domenica 13 allo Stadium) e Carpi (domenica 20 al Braglia) saranno fondamentali per accorciare il gap sull’Inter, considerata in corso Galileo Ferraris come la rivale più credibile in ottica scudetto, e per trascorrere una sosta natalizia al calduccio dell’alta classifica e della speranza massima. Di questo passo, quella che a ottobre sembrava la scalata del Mortirolo potrebbe diventare poco più che l’ascesa di un abbordabile Ghisallo.
Fonte: Repubblica