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Chievo-Udinese 2-3: l’ex Thereau affonda Maran

VERONA – I bambini ci guardano, devono aver pensato, davanti a tanti allievi delle scuole calcio. E così Chievo e Udinese l’hanno messa a colpi di gol. Non un match esaltante per cifra tecnica. Ma emozionante, questo sì.

CAOTICA PRIMA PARTE – Se insieme facciamo sempre 1 a 1 ci sarà un perché. Parafrasiamo una nota canzone per dire come nel primo tempo qualità e difetti degli uni elidono quelle degli altri. Tanto dinamismo, poche idee, un frullatore di giocate ne esce un calcio decisamente occasionale e poco coordinato e continuativo, insomma non professionale.
Troppa concitazione da un lato, poca profondità dall’altro, il match va avanti a colpi di superiorità territoriali provocate dal fiato. Comincia bene Udine, poi la parte centrale del match è dominata dai veronesi che colpiscono un palo con Gamberini in mischia, e il flipper successivo premia Karnezis. Pochi minuti dopo, però, analoga situazione di carambole in area, dopo bel cross di Meggiorini e colpo di testa di Birsa deviato sulla traversa da Karnezis. Paloschi sfoggia l’opportunismo specialità della casa e insacca (Lodi, sul palo, si gira di spalle). Il gol non sblocca questo match. Nelle fila bianconere, spicca un Widmer in grandi condizioni di forma. E non è un caso che il pareggio nasca da una sua iniziativa, un cross dal fondo che vede contendersi il pallone in scivolata due amiconi, Thereau e Frey. Il capitano clivense, nel tentativo di difendere, infila la sua porta. Nel guazzabuglio di passaggi sbagliati e di tackle e rudezze scandite dai molti fischi di Gervasoni, sono le uniche azioni degne di nota. Perché, sì, le sfide a centroarea ci sono, come pure le accelerazioni al limite dell’area. Ma il tutto è caos.  

LO SHOW DELL’EX – Il copione va cambiato. Ci sono cinquemila bambini allievi di tante scuole calcio allo stadio. E’ una festa: ma il gioco latita. Se non si riesce a far nulla per la qualità del palleggio, ci sono altre armi da poter giocare. Il ritmo, la corsa, l’intensità. Messaggio che i due tecnici mandano pienamente. La ripresa non cambia la cifra tecnica delle due squadre, tradite dalle cerniere difensive e dallo schermo dei centrocampisti, ma sale tanto di energia. Fin dal via: diciotto secondi per fuggire, l’Udinese va in gol grazie a un’ostinata corsa di Aguirre, un pallone messo in mezzo, dietro, arriva Iturre, calcia come può e ha la fortuna di avere sulla traiettoria Thereau cui basta un tocco per infilare.

La reazione del Chievo è immediata, ma il copione dell’assalto è sempre lo stesso, fatto di traversoni in mezzo, non c’è grande qualità. Maran però ha la carta giusta e la sfrutta. Entra Inglese, serve una giocata di qualità e l’ex Carpi  la offre. Se la riguardino i bimbi venuti allo stadio dalle scuole calcio, è un gol da manuale. Stop a seguire e breve scatto per scaricare il tiro potente sotto la traversa. Il kit “essenziale” del centravanti di razza. Due a due.

Anche Colantuono però ha la sua carta da giocare: si chiama Totò Di Natale. Verba volant, ma il calcio giocato resta. Il fuoriclasse forse non graffia mai, ma sa essere decisivo. Il suo assist per Thereau ha i giri giusti, il francese controlla e scavalca Bizzarri in uscita: 3 a 2. Inutile forcing finale veronese (da rivedere solo un gol annullato a Gobbi): finisce così.   

Udinese-Chievo 2-3 (1-1)
Chievo: Bizzarri 5,5 – Frey 5, Gamberini 6, Cesar 5, Gobbi 5,5 – Hetemaj 5, Rigoni 5,5, Castro 5,5 – Birsa 6,5 (Pepe )- Meggiorini 6,5 (61′ Inglese 6,5), Paloschi 6 (67′ Pellissier 5,5). All. Maran
Udinese: Karnezis 6,5 – Piris 5, Danilo 6, Felipe 5,5 – Widmer 7, Badu 6,5, Lodi 5, Iturra 6 (64′ Fernandes 5,5), Edenilson 6,5 – Thereau 8, Aguirre 6,5 (73′ Di Natale) . All. Colantuono
Arbitro: Gervasoni 6
Reti: 26′ Paloschi, 43′ Frey autogol;  st 1′ e 35′ Thereau; 27′ Inglese.
Note: ammoniti: Frey, Castro, Meggiorini, Rigoni, Cesar; Iturra e Danilo. recupero: 2′ e 4′. 5000 bimbi di scuole calcio venete ospiti allo stadio

Fonte: Repubblica

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