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Inter, Materazzi: “Benitez? Ora il Napoli vola perché ha un allenatore…”

Marco Materazzi, l’Inter può andare sino in fondo?
“I presupposti ci sono perché è una squadra quadrata che può fare risultato contro tutti. Alcune rivali magari propongono qualcosa in più, ma sono meno concrete”.
A chi si riferisce?
“Fiorentina e Roma mi sembra che giochino meglio, ma non credo che i viola terranno questo ritmo sino a maggio. I giallorossi sono completi, bisognerà vedere se l’ambiente permetterà loro di centrare il bersaglio grosso”.
Come vede Napoli, Juve e Milan?
“Il Napoli in questo periodo fa paura, sono organizzati, corrono tutti e hanno Higuain, uno dei cinque attaccanti più forti al mondo. La Juve sta già rientrando, ma non credo che vincerà lo scudetto. Il Milan andrà in Europa League. Malgrado Mihajlovic sia bravissimo. Ma se manca la qualità c’è poco da inventare”.
Quanto peserà per l’Inter il fatto di non fare le Coppe?
“Può essere un vantaggio enorme. Lo stesso Napoli che per ora in Europa ha schierato le riserve, in primavera con l’eliminazione diretta dovrà puntare sui big. E consumerà energie psicofisiche”.
Il turnover in compenso lo sta facendo Mancini…
“Coraggioso lui a cambiare ogni domenica e bravi i giocatori a seguirlo. Ma credo che a breve verrà bloccato un 11 base. Per crescere e serve giocare insieme”.
Il gruppo sembra compatto. Uno dei segreti della sua squadra del 2010, l’ultima prima di questa ad essere stata al comando dopo un terzo di campionato.
“È il vero punto di contatto tra i due gruppi. Poi bisognerà vedere se anche questo saprà alzare dei trofei”.
Lei non era titolare fisso, ma fungeva da leader spirituale. Ci sta il parallelo con Felipe Melo?
“Sì, mi piace. Per essere un riferimento in campo non conta la fascia, ma quello che hai dentro. Lui e Medel contagiano gli altri”.
Miranda e Murillo come Lucio e Samuel?
“Ci sta. Si potrebbe pensare che la coppia attuale abbia meno esperienza, ma Murillo è molto più navigato di quanto dicano i suoi 23 anni”.
Ljajic e Perisic soprattutto contro la Roma si sono sfiancati sulle fasce come al tempo facevano Eto’o e Pandev.
“Vuol dire che hanno capito cosa significa rinunciare alla gloria personale per il gruppo. Passaggio fondamentale”.
Icardi come Milito?
“Paragone pesante. Mauro ha grandi qualità, ora segna un po’ meno ma fa più lavoro sporco. Resta il fatto che Diego ha messo tutte le ciliegine sulle torte del triplete… Riparliamone”.
Sneijder e Jovetic, quelli che accendono l’attacco.
“Wes era più completo e decisivo, anche perché capace di fare pure il metodista. Jo-Jo è un attaccante atipico”.
Paragoni tra i centrocampisti di allora e di adesso?
“Dura. Stankovic per esempio è tra i giocatori più completi che abbia mai visto. Fisico, grinta, furbizia, intelligenza e tecnica. E non ha mai giocato nella posizione in cui avrebbe reso al meglio, quella di regista davanti alla difesa”.
Lì può giocare Kondogbia?
“Il francese mi sembra uno più di gamba, che ama andare più che ragionare o cambiare gioco. Kondo lo vedo più alla Vieira”.
Tra Mourinho e Mancini invece che similitudini vede?
“Sono diversissimi. Mou in Europa è stato anche fortunato, ma decisivo. Auguro a Mancio di vincere presto la Champions per colmare questo gap. Josè creava più empatia nel gruppo, Mancio ha più inventiva. Me lo descrivono molto diverso rispetto a quando arrivò nel 2004. Sapersi correggere è un merito enorme”.
A proposito di Champions, come si comporterebbe in Europa questa Inter?
“Si farebbe rispettare, ma non lotterebbe per vincere. Là oltre alla qualità serve l’amalgama. Basta vedere il Psg, è pieno di campioni ma arriva al massimo in semifinale”.
Lunedì c’è Napoli-Inter. Come finisce?
“Vince l’Inter, con Mancini che punterà sulla difesa a tre e Murillo che con la sua velocità non concederà la profondità a Higuain, bravo ad andare alle spalle del difensore. Servirà una gara perfetta perché il Napoli gioca a memoria”.
 Eppure anche loro hanno cambiato molto?
“La vera novità è che ora hanno un allenatore”.
Benitez non lo era?
“Sabato guardavo il Clasico e mi sentivo come Cristiano Ronaldo, Gerrard, Terry e Paolo Cannavaro. Tutta gente di personalità che con quello lì non si è mai trovata bene”.
gazzetta dello sport
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