Milan, Mihajlovic: “Con la Juve non è ancora decisiva. Ma intorno a noi c’è un ambiente strano”
MILANO – “Abbiamo tutto per battere la Juventus”. Sinisa Mihajlovic suona la carica, il Milan è chiamato alla sfida con la Vecchia Signora e il tecnico serbo vuole far capire ai suoi l’importanza del match, pur sottolineando che non si tratta di una sfida fondamentale. “Sarà una gara importante per il prestigio e per la classifica, è un grande classico. Non sarà una sfida decisiva. Sappiamo che la Juventus è in ripresa, è una squadra molto forte: noi abbiamo tutte le qualità fisiche e mentali per giocarcela alla pari e vincere”.
CENTREREMO GLI OBIETTIVI – Il mezzo passo falso con l’Atalanta prima della sosta non turba più di tanto l’allenatore rossonero. “Ho sempre creduto e credo ancora nei miei ragazzi, raggiungere gli obiettivi prefissati a inizio anno. Attorno al Milan c’è un ambiente strano, che ogni singola partita debba diventare decisiva mi pare esagerato, ci vuole più equilibrio. Abbiamo raccolto 11 punti nelle ultime 5 gare, subendo solo tre gol: eppure, dopo il pari con l’Atalanta, sembrava fosse l’inizio di una catastrofe”. Proprio la sfida con la Dea viene analizzata nel dettaglio da Mihajlovic. “Siamo calati nel secondo tempo, è un punto guadagnato in una gara che ci vedeva privi di tre elementi importanti come Bonaventura, Bertolacci e Alex, dopo aver recuperato all’ultimo istante Bacca, Cerci e Montolivo. Se avessimo battuto i nerazzurri e pareggiato con la Lazio nessuno avrebbe detto nulla, io preferisco vincere gli scontri diretti”.
IN MEDIA CHAMPIONS – Il percorso del Milan soddisfa il tecnico. “Aspettiamo che finisca il girone di andata per vedere dove saremo, possiamo tenere questa media, che lo scorso anno portava in Champions League. Nel girone di ritorno affronteremo in casa tutti gli scontri diretti, Napoli a parte”. Il prossimo ostacolo non fa dormire tranquillo Mihajlovic. “La Juventus può giocare con diversi moduli, recupererà molti giocatori e penso confermi la squadra che ha vinto a Empoli: mi aspetto un 4-3-3. Bacca è tornato ieri così come Zapata, con 12 ore di anticipo rispetto all’ultima volta. Anche contro il Torino avrebbe voluto giocare dall’inizio ma dobbiamo stare attenti. Niang? Sta facendo bene in allenamento”. I complimenti di Silvio Berlusconi a Edy Reja non hanno preoccupato più di tanto Mihajlovic. “E’ il decano dei presidenti della Serie A e nessuno è più titolato di lui se c’è da fare i complimenti a una squadra che ha giocato meglio. E’ stato un bel gesto, una dimostrazione di fair play che in pochi avrebbero fatto. A me non ha dato fastidio: il mio obiettivo è convincere Berlusconi a fare i complimenti anche a noi”.
DONNARUMMA COME BUFFON – Parole al miele, infine, per Gianluigi Donnarumma: “Domani si troverà davanti un mito come Buffon, ha tutte le qualità per diventare il suo erede. Buffon ha saputo unire le doti concesse dalla natura con la professionalità, per riuscire a diventare il più grande. Donnarumma per ora ha dimostrato grande carattere e personalità, ha tutte le qualità per una carriera come quella di Gigi, è un ragazzo intelligente: tra dieci anni ne riparleremo. Anche Gigi sarebbe molto contento di trovare un possibile erede”. Per Diego Lopez le speranze di tornare titolare diminuiscono giorno dopo giorno. “E’ un portiere importante, che stimo molto e non ha mai cercato scuse. In tante partite ha giocato in condizioni non perfette e queste cose alla lunga le paghi. Ora si sta curando e noi lo aspettiamo, vedremo come starà”.
UN PENSIERO A PARIGI – Inevitabile, da parte di Sinisa Mihajlovic, un pensiero sui tragici fatti di Parigi. “In questi momenti bisogna rimanere uniti, quanto successo in Francia è stato tremendo: siamo tutti vicini al popolo francese. E’ una guerra strana, rispetto a quella che ho vissuto io nella ex Jugoslavia è una guerra diversa. Lì sapevi chi ti stava attaccando, dobbiamo essere forti e non farci travolgere dalla paura, so che non è facile. Quando c’erano i bombardamenti in Serbia avevano distrutto tutti i ponti, ne era rimasto uno solo per passare da una parte all’altra di Belgrado. Sono rimasti tutti su quel ponte, venivano tenuti dei concerti, si portavano lì anche i bambini, nella speranza che quel ponte non venisse bombardato e così fu”.
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- sinisa Mihajlovic