ROMA – Un anno fa, proprio di questi tempi, con la nazionale olimpica del Brasile nasceva la stella di Felipe Anderson, quella che ora è valutata almeno 50 milioni. Ma che nel novembre 2014 era ancora considerato un talento triste, apatico e inconcludente. Fino a quando non è riuscito a trovare la fiducia in se stesso.
IL TORNEO IN CINA E I 4 MESI DA URLO – L’occasione è la sosta del campionato e la convocazione nell’Olimpica del Brasile per il torneo di Wuhan, in Cina. Nonostante le evidenti difficoltà nel primo anno e mezzo in Italia, in quel contesto Felipe Anderson è considerato un leader e gli viene affidata una maglia sacra per la Seleçao: la numero dieci. Alla prima gara, il 14 novembre contro l’Australia, il calciatore della Lazio si mette in luce con un bell’assist per Araujo; nell’incontro successivo con la Corea del Sud, poi, arriva anche il gol liberatorio, quello che ha finalmente consentito alla sua autostima di scattare verso l’alto e regalare a Pioli un giocatore nuovo, decisivo. Il torneo cinese si conclude con un’altra vittoria contro i padroni di casa, Felipe non segna ma è la stella del Brasile campione. Un’etichetta che riesce subito a rendere valida anche in Italia. Da dicembre (quando inizia a essere schierato titolare) a metà aprile la sua marcia è devastante: in 16 partite segna 10 gol e fornisce 9 assist, guidando la Lazio nella corsa per il terzo posto e in finale di Coppa Italia. Poi però arriva la flessione: dal suo gol nel 4-0 all’Empoli del 12 aprile, Anderson non riesce più a entrare nel tabellino e regala un solo assist ai compagni. Ma la sua valutazione, a fine stagione, si è comunque quintuplicata come testimonia l’offerta da 50 milioni che il Manchester United ha recapitato a Lotito ad agosto.
DUE GOL AGLI USA: “STO TROVANDO CONTINUITÀ” – La stagione attuale è iniziata in sordina, proprio come si era conclusa l’ultima. Uno splendido gol al Genoa alla quinta di campionato è il suo primo centro, poi un lampo tra il 18 e il 22 ottobre dove segna 4 volte tra Sassuolo, Rosenborg e Torino. Sembra essere tornato quello dell’anno scorso, ma nelle successive tre gare con Atalanta, Milan e Roma (dove colpisce una traversa che ancora grida vendetta) resta a secco e la Lazio esce sempre sconfitta. Insomma, la situazione per lui non è proprio triste come quella di un anno fa, ma il Felipe continuo e determinante di quei 4 mesi e mezzo non si è ancora rivisto. La nazionale brasiliana può consentirgli ancora una volta di ritrovare la fiducia in se stesso. Soprattutto se, come accaduto nella gara contro gli Stati Uniti, Felipe torna di nuovo a strabiliare tutti: entrato dopo un quarto d’ora per sostituire l’infortunato Valdivia, il giocatore della Lazio sigla una doppietta nel 3-1 conclusivo: “Per me e per la Nazionale è un buon momento, sto riuscendo a trovare continuità di rendimento”. Se riuscirà a garantirla anche nei prossimi mesi, magari andando oltre metà aprile, allora altro che 50 milioni…
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