Nuova bufera su Tavecchio: frasi offensive per ebrei e gay
“Nel calcio non può esserci spazio per antisemitismo, razzismo e omofobia”: lo ha detto in un tweet il presidente degli ebrei romani Ruth Dureghello sul caso Tavecchio. “Lo sport italiano – ha aggiunto – dovrebbe pretendere un passo indietro”.
Perché Carlo Tavecchio, il numero uno Figc, si è reso protagonista di un nuovo incidente diplomatico. Dopo la gaffe su “Optì Pobà che aveva caratterizzato la campagna elettorale prima della sua elezione alla presidenza della Federcalcio nell’estate 2014, oggi arriva una registrazione di una sua conversazione dello scorso giugno col quotdiano online SoccerLife, resa pubblica dal sito del Corriere della Sera, dopo che il quotidiano ha pubblicato un articolo in prima pagina sulla vicenda.
Nella conversazione, il cui audio non è perfetto, Tavecchio parla anche di ebrei e omosessuali, a proposito della compravendita del palazzo della Lega Nazionale Dilettanti. “Comprato – ricostruisce il Corriere della sera – da quell”ebreaccio'”, di Anticoli. “Io non ho nulla contro gli ebrei – aggiunge, nella sintesi audio di Corriere.it, della durata di poco meno di un minuto – sono stato il primo a sostenerli nella mia vita: sono stato direttore di 28 filiali in Lombardia e c’erano tre filiali che andavamo meglio, perché c’erano direttori ebrei. Però – lo interrompe l’interlocutore, ridacchiando – come diceva Umberto Eco… E’ meglio – conclude Tavecchio, sull’imbeccata dell’interlocutore – tenerli a bada”.
E a proposito di un omosessuale, di cui si parla nel colloquio, Tavecchio dice ancora: “Io non ho niente contro di loro, ma è meglio tenerli lontani da me”. Il presidente Figc, sul Corriere della Sera, si difende: “Sono evidentemente vittima di un ricatto, non ricordo le parole usate in quella conversazione, che potrebbe essere manipolata”. Immediata la protesta degli Ebrei italiani: “Quelle di Tavecchio sono affermazioni antisemite – dice il presidente Renzo Gattegna – costituiscono un fatto gravissimo e un danno di immagine immenso per la credibilita’ dello sport nazionale e delle sue istituzioni”.
“Nessun ricatto, Tavecchio mente: a rinunciare ai finanziamenti sono stato io”: così Massimiliano Giacomini, direttore del quotidiano on line SoccerLife, risponde al presidente della Figc che sulle sue frasi registrate su ebrei ed omosessuali si dice ‘vittima di un ricatto’ per non aver concesso finanziamenti al giornale.
Ma fioccano anche reazioni di solidarietà al patron della Figc. “A Carlo Tavecchio noi di Israele abbiamo chiesto aiuto al congresso Fifa, lui ce l’ha dato e non ha avuto timore a dirlo pubblicamente”. In difesa del presidentec arriva infatti, via agenzia Ansa, una voce autorevole: quella dell’ambasciatore di Tel Aviv a Roma, Naor Gilon. “Sul resto – aggiunge il diplomatico – non entro nel merito”.
“In Israele Carlo Tavecchio è considerato un eroe, per essersi schierato contro la mozione palestinese che chiedeva alla Fifa l’esclusione delle squadre israeliane”. A difesa del presidente della Figc, in controtendenza con la presa di posizione degli ebrei italiani, scende in campo – con una dichiarazione all’Ansa – anche Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia, l’organizzazione sportiva ebraica. “All’atto pratico i miei contatti con Tavecchio, da esponente della comunità ebraica, sono ottimi. Anche per la posizione che il presidente della Figc ha assunto nei riguardi della mozione palestinese, che chiedeva alla Fifa l’esclusione di Israele”.
“Inoltre, in occasione della spedizione agli Europei Maccabi disputati a luglio scorso a Berlino – aggiunge – ci ha sostenuti in modo concreto, fornendoci materiale tecnico e interessandosi alle nostre squadre. La Figc ci è venuta incontro proprio grazie all’interessamento del presidente Tavecchio. Se fosse stato antisemita, non avrebbe avuto questo interesse nei nostri confronti”.
Fonte: SkySport