Marchetti: “Ecco la mia top 11 della Serie A”
Il giornalista Luca Marchetti nel suo editoriale per tuttomercatoweb.it ha proposto la sua top 11 della Serie A, elencando per ogni ruolo gli 11 giocatori che secondo lui in questo inizio di campionato sono stati più determinanti per le loro squadre. Tra di essi c’è anche un giocatore del Napoli. Ecco in dettaglio quanto riportato:
Archiviato un altro turno di Champions, stavolta senza acuti. L’otto volante Roma non ha trovato ancora la stabilità europea, la Juve dovrà aspettare ancora almeno altri 15 giorni per piazzare la zampata vincente. E allora rituffiamoci nel mercato. E (Champions o meno) ci sono almeno 11 giocatori che in questo avvio di stagione hanno cambiato la loro squadra. O per lo meno ci hanno provato. Sono gli acquisti azzeccati, quelli per cui non c’è neanche un pizzico di rammarico. Costi quel che costi. Sono gli acquisti azzeccati. E allora siccome di classifiche ne abbiamo i siti pieni, vi proponiamo una squadra. Come fosse Fantacalcio. Chiaro che con il senno di poi è facile costruire una squadra vincente. Ma questi colpi li hanno messi a segno quest’estate. Ci hanno visto lungo. Questa è la mia formazione. Siete d’accordo?
In porta Reina. Era andato via per respirare l’aria della grandissima aristocrazia europea, ma Napoli gli era rimasta nel cuore. Continuava a cinguettare con i suoi ex compagni, rigorosamente in napoletano. Ed è tornato come se non fosse passato neanche un minuto. E’ tornato da leader, è tornato per riportare il Napoli in alto. Nella stagione della ricostruzione il primo tassello non si può sbagliare. E Reina ha un rendimento pauroso. Non sarà un caso se la difesa del Napoli è tornata solida. Sicuramente il lavoro di Sarri si sente: ma anche la sua esperienza porta tranquillità.
In difesa ne scegliamo 3. Perché il nostro sistema di gioco sarà un 3-4-3, magari offensivo, ma con un minimo di credibilità. Murillo su tutti. Perché lui e non Miranda (visto che all’Inter la solidità difensiva è tornata proprio grazie alla coppia)? Intanto perché lui è arrivato prima e poi perché Miranda era una colonna dell’Atletico ed era difficile ipotizzare che non potesse rendere. Murilllo (giova ricordarlo, un altro colpo messo a segno dalla famiglia Pozzo, stavolta in Spagna) è costato 10 milioni di euro, perché è più giovane e perché veniva da una squadra che si è salvata all’ultima giornata. E’ stato uno dei pochi difensori che ha fermato Messi: ha confermato le sue qualità anche in Italia, senza problemi di ambientamento. Ricorda Cordoba? Fate voi.
Poi Astori. Rapporto qualità prezzo è sicuramente una delle note più liete di questo mercato. Lo avrebbe dovuto riscattare la Roma (e forse, nonostante una stagione non entusiasmante, avrebbe fatto comodo). Lo avrebbe voluto prendere il Napoli: è stato un tormentone estivo, probabilmente anche contro la sua volontà, per via dei diritti di immagine su cui non si è riusciti a trovare un accordo. Ne ha approfittato la Fiorentina prendendolo in prestito con obbligo di riscatto per 5 milioni di euro (più un milione di bonus). E’ uno dei più utilizzati da Sousa che si fida ciecamente di lui.
Il terzo è Toloi. Sorpresa? In Italia c’era già stato, alla Roma, senza trovare spazio. Infatti i giallorossi non lo riscattano (fissato il prezzo a 5 milioni e mezzo) e torna al San Paolo dove di partite ne fa 40. L’Atalanta, quasi a sorpresa lo prende negli ultimi giorni di mercato. E lo prende (anche in questo caso) pagandolo in totale circa 4 milioni di euro. Titolarissimo e anche goleador.
Passiamo al centrocampo. Per la destra credo ci siano pochi dubbi: Cuadrado. Sembrava dovesse arrivare come un pacco dall’Inghilterra. Uno di quelli che non ce l’hanno fatta, con quei capelli poi, sembra “scoppiato”. Invece a scoppiare sono sempre i suoi avversari. Il dribbling e la forza esplosiva non l’ha persa affatto. E l’esperienza al Chelsea evidentemente è andata male non certamente per le sue qualità tecniche. Era arrivato come “alternativa” al trequartista e i tifosi juventini non sembravano entusiasti. Lo avessero preso 12 mesi prima sarebbe stato il crac del mercato. Ma dopo 12 mesi l’opinione non può cambiare. La Juve lo ha preso in prestito, senza fissare il prezzo del riscatto. E ora si dovrà parlare con il Chelsea. In Inghilterra sono sicuri che a gennaio la Juve chiuderà l’operazione, in Italia siamo più cauti. A noi per esempio non risulta che siano già così avanti le chiacchierate. Ma questo non significa che non ci pensino anzi.
Dall’altra parte non può che esserci un solo nome Blaszczykowski. Lo confesso: per scrivere bene il nome ho fatto copia e incolla. Forse lo fa anche lui. Ma Kuba (ecco, così è meglio) non copia nessuno in campo. Sembrava una scommessa troppo difficile da vincere. Lui invece ci ha messo al massimo due settimane per far capire che l’infortunio è alle spalle e che i numeri li ha conservati tutti nei suoi piedi. Prezzo? Un milione per il prestito 6 per il riscatto. Un gol e due assist. Ma soprattutto subito inserito negli schemi di Sousa.
Poi in mezzo. Un posto è preso. Senza dubbio Baselli. Il Torino nei giovani ci crede e per 10 milioni di euro lo ha portato a casa, ma insieme a Zappacosta. Si parlava del Milan per lui e chissà, probabilmente qualcuno dalle parti di Milanello si sta mordendo le mani, anche perché al Milan ha segnato pure. L’inizio di stagione di Baselli è stato folgorante. Quattro gol in campionato e uno in coppa Italia. Il suo prezzo è letteralmente raddoppiato, se non di più, in questo avvio di stagione. Si candida per la Nazionale dei grandi, e il posto nella nostra nazionale del mercato non glielo toglie nessuno. E’ una delle vittorie di Petrachi che insieme a Cairo e Ventura ha messo in piedi una “fabbrica” perfetta. Compra a poco, lancia e vende. Dimostrando che il calcio può essere anche profitto: a patto di avere pazienza, fiuto e costanza.
L’altro posto lo assegno a Felipe Melo. Perché è stata una delle trattative più lunghe dell’estate. Perché nessuno credeva (Mancini a parte) che avrebbe avuto un impatto così positivo con il campionato italiano. Perché sembra essere davvero il riequilibratore del centrocampo nerazzurro. Pagato pochissimo: e ha pesato tantissimo la sua volontà: nonostante avesse rinnovato il contratto con il Galatasaray ha comunque forzato per tornare in Italia. Mancini lo ha stregato, lui ha stregato Mancini. E nonostante il passato juventino è subito entrato in sintonia con gli interisti. E non molti ci avrebbero creduto all’inizio.
In attacco cominciano le scelte difficili. E allora la prima la faccio anche grazie al mercato. Salah è stata una telenovela. Che probabilmente non è ancora finita, soprattutto ad ascoltare le parole di Mencucci. La vicenda fra Inter, Fiorentina e Roma ci ha fatto divertire per mezza estate. A metà strada fra la soap opera, la sitcom (visti i tweet del procuratore dell’egiziano, sempre salaci e provocatori) e lo spionaggio. A raccontarla in tre righe non ci si riesce proprio. Peraltro domenica c’è proprio lo scontro diretto e Salah non potrà che essere protagonista, a questo punto!
L’altro è Kalinic. Non per par condicio con Salah, ci mancherebbe. Ma perché obiettivamente rapporto prezzo/gol credo che sia fra i migliori di sempre. Lo conoscevano in pochi, ma lui in finale di Europa League c’era arrivato lo scorso anno, mica 10 anni fa. Attaccante moderno, attacca lo spazio, crea la sponta, non ha paura a fare la giocata. Quando è arrivato a Firenze sembrava dovesse essere un comprimario: diteglielo ora.
Il terzo attaccante è più difficile da scegliere. E mi vengono in mente due nomi, sopra tutti. Uno è Bacca. Perché Bacca, nonostante il Milan non stia andando affatto bene, non si discute. Pagato un bel po’, la clausola, giusto per non avere problemi. Ha risposto come doveva: con i gol. Segna anche dopo le trasferte transoceaniche, sa muoversi come pochi, sente la porta. E’ uno da top team e in questo il Milan ha visto giusto. L’altro è Defrel. Scelta diversa: aveva la fila in estate e alla fine l’ha spuntata il Sassuolo, con la forza del progetto. E lui ha risposto alla sua maniera: spaccando le difese avversarie. Alla fine sono costretto a scegliere, altrimenti che formazione sarebbe? Dico Bacca, per una questione di pedigree. Ma il futuro è di Defrel. Me ne ricorderò per la prossima formazione!
Fonte – TMW