Se già è difficile trovare unanimità di giudizio su una partita di calcio, figurarsi su due. Eppure, non c’è stato esperto, tifoso o semplice appassionato di calcioche si sia discostato dal giudizio secondo il quale (nell’ottava giornata di serie A)Napoli-Fiorentina sia stata una bellissima partita e Inter-Juventus molto meno. Una convinzione che (per una volta) non dipende solo dal risultato: a Napoli si sono visti 3 gol, a San Siro nessuno, ma la parte migliore della sfida del San Paolo (vinta 2-1 dai padroni di casa) è stata il primo tempo, finito anch’esso 0-0: la classica partita perfetta, con due squadre che non hanno sbagliato nulla – e che in seguito hanno subìto tre gol su tre evidenti errori, immediatamente puniti (altro segno dell’ottimo livello raggiunto dalle squadre di Sarri e Paulo Sousa).
I numeri che non tornano – Ci si aspetterebbe, quindi, di ritrovare nei numeri delle due partite la ragione di tanta differenza. Ma non è così, almeno stando ai dati più «classici» che fotografano l’andamento di una partita di calcio. Da questi, anzi, emerge che Napoli-Fiorentina e Inter-Juventus sono state molto più simili di quanto la nostra percezione di spettatori ci abbia fatto credere. Anzi, in alcuni casi i numeri sono proprio uguali. Per esempio quello dei contrasti: Napoli-Fiorentina è sembrata molto più aperta e «giocata» rispetto a una Inter-Juve che è parsa riproporre vecchi duelli stile «tonnara di centrocampo». Eppure, 37 contrasti ci sono stati al San Paolo e 37 ce ne sono stati a San Siro: 16 effettuati dal Napoli, 21 dalla Fiorentina, 21 dall’Inter e 16 dalla Juventus. Non uguale ma simile il numero dei falli commessi: 29 al San Paolo (11 del Napoli, 18 alla Fiorentina), 28 a San Siro (14 a testa), segno che non c’è stata nemmeno una fluidità di gioco diversa a far sembrare più scorrevole una partita piuttosto dell’altra. L’arbitro di Napoli Fiorentina, banti, è infatti considerato uno di quelli che più fa giocare, eppure ha fischiato un fallo in più del collega Valeri.
La spiegazione nascosta – Nemmeno aiutano le statistiche sul possesso palla delle squadre (46,8% Napoli, 53,2% Fiorentina, 46,2% Inter, 53,8% Juventus), sulla percentuale di passaggi riusciti (78,9% Napoli, 81,5% Fiorentina, 80,9% Inter, 84,4% Juventus) o sulle palle perse: in questo caso, addirittura, Napoli e Fiorentina (147 e 153) hanno fatto peggio di Inter e Juventus (131 e 133). Ma è anche vero che questo è un dato figlio del diverso numero di passaggi effettuati: 459 il Napoli, 525 la Fiorentina, 418 l’Inter, 482 la Juventus. Ed è da qui che, probabilmente, si può partire per trovare una spiegazione della diversa percezione delle due partite. Paradossalmente, una spiegazione nascosta di un fenomeno apparso invece evidente a tutti.
Tocchi decisivi – Napoli e Fiorentina hanno toccato il pallone più di Inter e Juventus: 646 e 724 tocchi contro 604 e 673. Un dato che deve essere incrociato con altri. Il primo di questi è la differenza nel recupero dei palloni: 36 nella metà campo avversaria in Napoli-Fiorentina, 19 in Inter-Juve. Inoltre, al San Paolo sono stati tentati complessivamente 25 cross, mentre a San Siro 42. Solo che a Napoli ne sono riusciti complessivamente 5, e a San Siro 6 (includendo i corner). Se invece si escludono i calci d’angolo,in Napoli-Fiorentina ce ne sono stati 21, cinque riusciti, in Inter-Juventus 28 e tre riusciti. Quindi più o meno il 90% delle volte che c’è stato un cross in Inter-Juve l’azione si è conclusa in un nulla di fatto, o comunque il pallone non è arrivato a destinazione. Traduzione: Napoli e Fiorentina sono arrivate più vicine alla porta, hanno avuto un recupero palla più alto (cioè hanno badato meno a difendersi e/o hanno corso più in avanti) e si sono affidate meno ai cross, cioè hanno provato a giocare di più (il che è spiegato dal numero più alto di tocchi di palla).
La controprova – C’è anche la controprova: nelle due partite, il numero complessivo di tiri è stato lo stesso, ma a Napoli ci sono stati più tiri da dentro l’area che da fuori, esattamente al contrario che in Inter-Juve. Non a caso, nerazzurri e bianconeri (in campo con uno speculare 4-4-2 senza trequartisti) hanno totalizzato zero passaggi filtranti in tutta la partita. Al San Paolo il Napoli ne ha effettuati 2 e la Fiorentina 6. Non può essere una coincidenza, quindi, se i due goleador Icardi e Morata hanno concluso la partita senza avere mai tirato in porta. Dall’altra parte, Higuain, Insigne e Kalinic hanno effettuato ciascuno due tiri nello specchio (e un gol a testa), diventando i migliori tiratori delle reciproche squadre. Se infine si conta che a San Siro il 51,5% degli attacchi della Juventus è arrivato dalla fascia destra si denota anche una certa prevedibilità nell’azione bianconera (20% al centro, 28,5% da sinistra). Cuadrado è stato lo juventino che ha toccato più palloni (89), ma Mancini l’ha neutralizzato, riuscendo senza troppa fatica a contenere la manovra bianconera. Senza provare a ripartire troppo. E lasciando nello spettatore una discreta nostalgia per quanto visto poche ore prima in Napoli-Fiorentina. Una nostalgia motivata. E adesso sappiamo anche perché.
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