FIRENZE – L’attesa sta per terminare. Domenica si alza il sipario su una delle sfide più affascinanti del campionato: Napoli-Fiorentina. Vuoi perché i viola sono in testa alla classifica dopo 16 anni, vuoi perché gli azzurri stanno attraversando un ottimo periodo di forma. A suon di gol e vittorie strappa applausi. L’attacco più imprevedibile e spietato della Serie A contro la difesa meno perforata del torneo. Una sfida che evidentemente vale molto più dei tre punti in palio. Perché dopo questo inizio di stagione travolgente, per entrambe le realtà, Sousa e Sarri sono in cerca di conferme. E di continuità. Fondamentale se si vuol davvero proseguire col sogno tricolore. Una parola, scudetto, che ancora si fatica a pronunciare sia a Napoli che a Firenze. Il motivo è semplice: entrambe le rose non sono state allestite per competere al primato. L’inizio non è stato dei più semplici per i due tecnici, chiamati quest’estate a mettere mano in gruppi già rodati e collaudati. Ma che necessitavano di nuova linfa, di rigenerare alcuni singoli. Di nuovi stimoli. E così, senza particolari ambizioni e obiettivi societari, e questo potrebbe essere un vantaggio, adesso viaggiano a gonfie vele verso un mare che improvvisamente si scopre calmo e sereno. “Siamo primi perché felici”, si è lasciato sfuggire pochi giorni fa il direttore sportivo viola Daniele Pradè. Un piccolo segreto, racchiuso nel gruppo: che dopo le critiche iniziali, vedi un mercato non certo avvincente e un cambio d’allenatore che ha coinciso con la chiusura di un ciclo, non si è abbattuto ma ha preso spunto dai malumori per dimostrare sul campo tutto il suo valore.
“PRIMI PERCHE’ FELICI” – L’arma in più, il gruppo. Deciso, convinto dei propri mezzi e soprattutto sereno. Merito anche di Paulo Sousa, che intrattiene con ogni giocatore un rapporto di tipo personale, motivando e lavorando molto sull’autostima del singolo. Tre nomi su tutti: Borja Valero, Alonso, Ilicic. Giocatori rigenerati completamente, sia a livello di testa che di fisico. E se in attacco il cambio Gomez-Kalinic sta segnando un saldo più che positivo, la forza della difesa sta nell’organizzazione della linea arretrata. Magari un po’ corta nei numeri, ma di certo più concreta e maggiormente protetta dai due centrocampisti difensivi che il tecnico portoghese ha inserito nel suo modulo. “Adesso difendiamo meglio grazie anche a loro”, disse Gonzalo Rodriguez prima della sosta per le nazionali. Il risultato è evidente. Le nazionali, appunto. Hanno restituito a Sousa un gruppo integro, evitando anche ricadute fastidiose. Come quelle che hanno interessato, in parte, Babacar e Kalinic. Il senegalese è tornato dal ritiro con l’under 23 per un piccolo problema alla caviglia (risolto), mentre l’attaccante croato sta smaltendo un affaticamento muscolare dopo l’impegno con la sua rappresentativa. Anche in questo caso pare tutto rientrato: Kalinic è pronto a piazzarsi al centro dell’attacco contro il Napoli. E così gettare il guanto di sfida ai vari Higuain e Insigne. Sicuramente i più temuti dalla retroguardia viola.
KALINIC O BABACAR IN ATTACCO? – Difficile prevedere la formazione titolare, dal momento che Sousa ha abituato a stravolgere tutti i pronostici a poche ore dalla gara. Molto ruota intorno al nome del riferimento offensivo: se Kalinic non sarà al top, ecco che Babacar è pronto a sostituirlo. E dietro di loro scalpitano sia Bernardeschi (luci e ombre con l’under 21) e Giuseppe Rossi, tornato al gol col Belenenses e che ha potuto sfruttare due settimane per ritrovare la giusta condizione. Azzardando i probabili undici titolari, comunque, ecco che Sousa potrebbe puntare sul 3-4-2-1 così schierato: Tatarusanu tra i pali, Astori, Gonzalo e Tomovic in difesa. A centrocampo Badelj e Borja Valero davanti alla difesa con Alonso sulla sinistra, Blaszczykowski sulla destra e Ilicic con Bernardeschi a supporto di Kalinic. Anche se proprio in attacco risiedono i dubbi maggiori. E chissà che non ci sia spazio per Suarez, fin qui poco impiegato ma in cerca di pronto riscatto. Insomma, le soluzioni a Sousa non mancano di certo. E anche questo è un piccolo segreto di una squadra in testa alla classifica, felice e carica. Più che mai.
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