Lazio, doccia gelata per Pioli. Parolo ko, fuori un mese
ROMA – Non parlate di sosta, di Nazionali a Stefano Pioli. Non bastava l’infortunio di Lucas Biglia a rendere agitato il sonno del tecnico biancoceleste. Un altro dei punti cardine della sua Lazio, Marco Parolo, alza bandiera bianca. “Lesione di I-II grado a livello del terzo distale del semimembranoso della coscia sinistra”, questo il responso degli esami clinici a cui si è sottoposto il centrocampista della Nazionale. Il fastidio era sorto al termine della gara di sabato, vinta dall’Italia in casa dell’Azerbaigian. Approfittando dell’impegno della formazione di Conte contro la Norvegia, il numero 16 laziale si è recato presso la clinica Paideia in compagnia del Prof. Castellacci (responsabile azzurro) e del medico sociale biancoceleste Bianchini. Quello che sembrava in un primo momento un controllo precauzionale (Parolo aveva disputato tutti i 90 minuti della partita di Baku), si è trasformato invece in una vera e propria doccia gelata: al momento si tratta solo di ipotesi, per il responso ufficiale bisognerà attendere qualche giorno, ma in questi casi per il recupero servono circa tre settimane. Calendario alla mano, Pioli rischia di perdere il suo pupillo (il più utilizzato tra i laziali in questo campionato) anche per il derby dell’8 novembre.
IL KO DI PAROLO SI AGGIUNGE A QUELLO DI BIGLIA – Nel giro di tre giorni, il tecnico emiliano perde – sicuramente in vista del Sassuolo – quindi i due titolari inamovibili del suo centrocampo. Prima del ko di Parolo, l’ultima amichevole dell’Argentina contro l’Ecuador era già costata a Biglia una lesione di primo grado al muscolo pettineo della coscia destra. Stop previsto di 15 giorni, rientro fissato tra la trasferta in casa dell’Atalanta (28 ottobre) e la sfida interna con il Milan del 1° novembre. È la seconda volta che il capitano laziale bussa alle porte dell’infermeria in questa stagione, dopo le sei gare saltate tra agosto e settembre per l’infortunio ai muscoli peronieri. Per il biondo regista, questa è addirittura la sesta tornata ai box nell’arco di un anno. Nelle ultime due stagioni, l’ex Anderlecht ha dato forfait per un totale di 17 partite: tra gli 11 incontri non disputati nel 2014/15, solo due (contro Atalanta e Inter nello scorso dicembre) a causa di infortuni muscolari (agli adduttori nel caso specifico). Per il resto, a fermarlo ci hanno pensato traumi di gioco (frattura al piede, distorsione alla caviglia e poi al ginocchio). Nonostante questi ripetuti incidenti, Biglia è riuscito a registrare la serie più lunga di incontri consecutivi disputati con la maglia della Lazio: 13 gare tra il febbraio e l’aprile 2015. A conti fatti, poi, il nazionale argentino non si ferma da più di due anni: prima il Mondiale in Brasile a cavallo delle stagioni 2013/14 e 2014/15, quindi la Coppa America che l’ha visto protagonista l’estate passata. Più che una naturale tendenza a essere soggetto a infortuni muscolari, Biglia sembra scontare quindi un sovraccarico da impiego. Di cristallo, insomma, appaiono la classe e l’intelligenza che lo rendono imprescindibile in campo, piuttosto che la materia di cui è composto il suo organismo.
TUTTO SULLE SPALLE DI CATALDI: “VOGLIO MIGLIORARE AL SERVIZIO DELLA LAZIO” – Orfana sia di Biglia che di Parolo, la Lazio riversa allora tutte le speranze su Danilo Cataldi. Dopo aver guidato l’Under 21 alla vittoria contro la Slovenia (incontro valido per le qualificazioni agli Europei di categoria del 2017), il talento classe ’94 si appresta a bissare contro la Repubblica d’Irlanda. Alla vigilia della partita di Vicenza, il centrocampista romano ha ripercorso le tappe fondamentali del cammino che l’hanno portato a giocare in Seria A con la Lazio: “La società ha intrapreso con me un equilibrato percorso di crescita. Dopo essere uscito dalla squadra Primavera – racconta ai microfoni del canale YouTube della Nazionale “VivoAzzurro” – si è deciso di farmi fare esperienza nella serie cadetta, in un club come il Crotone, dove i giovani hanno sempre fatto bene. Poi sono tornato a Roma per il grande salto, che non è stato semplice. Ma grazie all’aiuto dei compagni sono riuscito ad adattarmi anche alla nuova categoria”. Nell’ammettere candidamente che ruberebbe “la duttilità e la costanza di rendimento” allo juventino Claudio Marchisio, Cataldi dimostra poi di conoscere fino in fondo i propri punti di forza e le lacune da colmare: “Un difetto è che talvolta dovrei essere più rabbioso in campo. Sono troppo tranquillo, il ché è un bene per certi versi e un male per altri. Come pregio direi la volontà di migliorarmi ogni giorno individualmente e al servizio della squadra”. Servire la Lazio sarà proprio quello a cui sarà chiamato l’ex Primavera, nel tour de force che attende l’undici di Pioli: tra campionato ed Europa League, i biancocelesti sono attesi 7 impegni in 21 giorni. La maggior parte dei quali, probabilmente, senza Biglia e Parolo a disposizione.
ss lazio
- Protagonisti:
- marco parolo