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Lazio, Pioli vuole completare il rilancio: c’è da sfatare il tabù Hellas

ROMA – Un tabù tira l’altro. E se l’ultimo è stato appena sfatato, l’acquolina non può che aumentare. La Lazio si ritrova a Formello in vista della trasferta di Verona: dopo l’allenamento pomeridiano, riprende il ritiro all’interno del centro sportivo. Perché se aver battuto il Genoa mercoledì sera può essere considerato un primo segnale di ripresa, per trovare continuità nei risultati il match contro l’Hellas diventa un crocevia fondamentale. Ecco allora che Stefano Pioli chiede ai suoi massima concentrazione: la terapia di gruppo non può fermarsi sul più bello.

DAL GENOA AL BENTEGODI: CONTRO IL VERONA UN ALTRO TABÙ STORICO – Dopo quattro stagioni, è caduto l’incantesimo che vedeva i biancocelesti finire sempre al tappeto contro il Grifone. Domenica si presenta subito ghiotta l’occasione per interrompere un altro sortilegio: in campionato la Lazio non espugna il Bentegodi scaligero da 24 anni. Tanto per rendere al meglio la portata del digiuno: quando Karl-Heinze Riedle siglò la doppietta vincente nel lontano 27 ottobre 1991, Felipe Anderson e altri undici giocatori dell’attuale rosa non erano ancora nati. È vero, con i gialloblù impantanati per anni tra Serie B e la vecchia Serie C, di chance per la Lazio non ce ne sono state moltissime. Ma due pareggi e quattro sconfitte, negli ultimi sei incroci in casa dei Mastini, sono un ruolino di marcia davvero modesto. Un altro successo per la verità arrivò nell’ottobre 1996, con Zeman in panchina: in quell’occasione le due formazioni si sfidavano però in Coppa Italia. Nel dicembre 1973 la banda Maestrelli (che cinque mesi dopo avrebbe conquistato lo scudetto) festeggiò invece la prima vittoria della Lazio in quel di Verona. A quota tre si ferma insomma lo score positivo del club romano tra le mura dell’Hellas (a dispetto di 4 pareggi e ben 8 ko): un tabù che più tabù non si può. Se aver archiviato l’annosa pratica Genoa non bastasse a incoraggiare gli uomini di Pioli, una doppia assenza tra i veronesi infonderà certamente maggior fiducia: quella di Luca Toni e Giampaolo Pazzini. Entrambi infortunati, i due bomber di razza sono due vere e proprie bestie nere per la Lazio: 9 gol su 18 incontri per il campione del Mondo 2006, 7 reti in 17 precedenti per l’ex Milan. Andrea Mandorlini dovrà quindi rinunciare a qualcosa come 16 centri messi a segno contro i biancocelesti.

PIOLI E LA TENTAZIONE BIGLIA: CONTRO L’HELLAS IL PRIMO GOL LAZIALE DELL’ARGENTINO – Di contro, Pioli continuerà a fare a meno di big quali de Vrij, Klose, Candreva e Matri, ancora alle prese con i postumi dei rispettivi infortuni. Il tecnico emiliano potrà però contare sia su Milinkovic-Savic che su Gentiletti, nonostante il centrocampista serbo e il difensore argentino non abbiano partecipato all’allenamento insieme ai compagni: “I due hanno svolto un lavoro diverso, ma non esiste nessuna problematica particolare”, tranquillizza il medico sociale Stefano Salvatori ai microfoni di Lazio Style Radio. Ma soprattutto Pioli è pronto a riabbracciare Lucas Biglia: “I segnali sono positivi, la sua ripresa è pressoché totale e potrà rientrare nella lista dei convocati”. Dopo più di un mese di riposo forzato (l’ultima apparizione risale alla gara contro il Bologna del 22 agosto), il Principito si prepara a riprendere in mano la cabina di regia. Toccherà al mister valutare se gettarlo nella mischia già contro il Verona: il ballottaggio con Cataldi è aperto. Proprio in casa dell’Hellas, il numero 20 firmò il suo primo gol con la maglia della Lazio: la rete del momentaneo pareggio non evitò però la pesante sconfitta per 4-1, in quel 22 dicembre 2013 che coincise con l’ultima volta di Vladimir Petkovic sulla panchina biancoceleste. A due anni di distanza, la vittoria contro il Genoa ha reso meno minaccioso l’allarme scattato dopo le rovinose cadute esterne contro Chievo e Napoli. Ma eliminare lo zero dalla caselle dei successi stagionali lontano dall’Olimpico è un imperativo categorico per Pioli. Questione di tabù da sfatare: come le ciliegie, uno tira l’altro. Per la Lazio, battere il Verona sarebbe allora la ciliegina sulla torta della missione rilancio.

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Fonte: Repubblica
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