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Lazio, il crollo di Napoli fa infuriare i tifosi. A Formello scatta la contestazione

ROMA – Sembra ieri che la Lazio sconfiggeva 4-2 il Napoli al San Paolo all’ultima giornata di campionato. Sembra ieri che oltre 5000 tifosi  –  impossibilitati dal seguire la squadra in trasferta – aspettavano i loro eroi nel centro sportivo di Formello in piena notte per festeggiare insieme. Pioli si faceva i selfie con i tifosi, Marchetti e Parolo entravano completamente ubriachi sul campo “Fersini” aperto in fretta e furia per contenere l’afflusso continuo dei tifosi, Candreva correva senza senso avvolto in una bandiera e così via. Sembra ieri che la Lazio si godeva quel 31 maggio, il terzo posto, la qualificazione ai playoff Champions e, soprattutto, il ritrovato amore della propria tifoseria.

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Sembra ieri, ma sono passati 112 giorni. E in 112 giorni sono cambiate tante cose. La Lazio è uscita in malo modo da quei playoff Champions per i quali la squadra di Pioli aveva tanto sudato, poco prima ha perso pure la Supercoppa italiana in Cina contro la Juve. E tra le altre cose ha iniziato in modo schizofrenico questo campionato, vincendo le due partite in casa (Bologna e Udinese) e perdendo le due in trasferta. E non si tratta di due sconfitte, normali. La prima 4-0 con il Chievo, l’altra, ieri, 5-0 con il Napoli.

Insomma ieri, ma quello vero, non sembra più neanche lontanamente lo ieri dei ricordi. O meglio, ci somiglia solo in qualche particolare. Come, ad esempio, che anche stavolta la Lazio ha giocato in trasferta al San Paolo, oppure che abbia segnato Higuain (ma quella è la normalità visto che nei tre anni a Napoli alla Lazio ha segnato 11 volte in 9 incontri), o ancora che i tifosi (sebbene questa volta siano qualche centinaia) in piena notte si sono dati appuntamento nel quartier generale biancoceleste. Ma oltre a queste analogie ci sono differenze ben più evidenti. Già, perché in questa occasione la Lazio non è tornata a casa con un trionfo epico. Eh no. In questa occasione c’è da digerire un sonoro 5-0, che fa malissimo. Perché la Lazio era in campo, ma ce ne si è accorti solo perché lo speaker ha annunciato l’ingresso della squadra e perché ogni tanto, tra un gol di Higuain e l’altro, Marchetti ha evitato che il passivo diventasse ancora più cospicuo.

Le colpe sono da dividere tra tutti, dalla società che ha adottato una strategia di mercato improntata al futuro, dall’allenatore che ha sbagliato completamente formazione (incredibili le panchine di Felipe Anderson, a maggior ragione in assenza di Candreva, e di Milinkovic, il migliore con il Dnipro, per lanciare titolari un Lulic in vacanza da mesi e il 36enne Mauri) e ha creato confusione modificando continuamente il modulo a partita in corso, fino ad arrivare ai calciatori, colpevoli di errori da scuola calcio e di aver assistito senza particolari cenni di vita allo show del Napoli. Va da sé, quindi, che i tifosi accorsi a Formello non sono lì per festeggiare, ma per contestare. Non c’è stato confronto o contatto con la squadra, arrivata da Napoli ed entrata intorno alle 3 nel centro sportivo (dove inizierà il ritiro stabilito da Pioli che porterà fino alla gara con il Genoa di mercoledì) da un ingresso secondario, suscitando ancora di più la rabbia nei tifosi che attendevano Mauri&co. Hanno aspettato invano per circa un’ora, poi verso le 4 se ne sono andati, lasciando solo delle scritte intorno al perimetro del quartier generale. Si passa da “11 indegni” a “palla o gamba, vermi”, passando per le offese verso il presidente Lotito. Ce n’è per tutti, insomma. Proprio come 112 giorni fa, quando ogni giocatore o membro dello staff si godeva applausi e cori. Stavolta invece i cori sono diventati insulti, indistintamente verso tutti. Più che 112 giorni, pare che siano trascorsi 112 anni. Sembrava ieri, ma non lo è.
  ss lazio

serie A
Protagonisti:
Stefano Pioli
Fonte: Repubblica
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