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Le Monde: ”Maglia Lazio ricorda fascismo”. Il club: ”Attacco assurdo”

ROMA – “La maglia della Lazio per l’Europa, ricorda le camicie nere fasciste”, questo, in sintesi, è ciò che è stato scritto in Francia. No, non è uno scherzo o una delle tante bufale che girano su internet. È stato scritto veramente. Il duro attacco arriva precisamente dal noto quotidiano transalpino “Le Monde”, un parossismo legato alla nuova divisa studiata per le trasferte europee dalla Lazio, “giustificato” da un elenco di annotazioni anacronistiche e stereotipate.

Nell’articolo si passa dallo striscione esposto in Nord nel 2000 “Onore alla tigre Arkan” al saluto romano di Di Canio (2005), che il portale invita – con discutibile sarcasmo – a tornare a giocare per omaggiare la nuova divisa della Lazio. Nell’elenco, tanto per non farsi mancare nulla, Le Monde mette pure il braccio teso di Radu del 2012, omettendo però che quel gesto non aveva nulla a che vedere con la politica, ma che era solamente un fotogramma di un video in cui il giocatore romeno stava muovendo il braccio. Un dettaglio per i francesi, insomma. Così come lo è anche che in casa loro, il modello “all black”, vada abbastanza di moda: basti guardare il completo che è stato indossato dal Paris Saint-Germain contro il Malmoe martedì sera. Non importa nemmeno che contemporaneamente lo stesso tipo di divisa la abbia indossata pure un’altra squadra italiana, la Juventus, al suo esordio in Champions League. Effettivamente, non è che si tratti di qualcosa di sconvolgente: dal Milan alla Roma passando per la stessa Lazio, tante squadre italiane in passato hanno utilizzato questo tipo di maglie, che donano quel tocco di eleganza alla casacca. Ma in questo caso evidentemente per Le Monde faceva più notizia. Chiaro ed evidente che l’attacco sia frutto di errori commessi in passato dalla tifoseria biancoceleste che hanno alimentato una cattiva reputazione in ambito europeo, ma trovare un filo logico tra presentazione della nuova maglia e la critica dei media francesi risulta davvero difficile.

Sull’argomento è intervenuto anche il responsabile del marketing biancoceleste Marco Canigiani: “Resto basito nel leggere ciò che ha scritto Le Monde. Utilizzare il colore nero era l’unico modo che avevamo per impiegare anche in Europa la maglia bandiera, perché la norma Uefa ci permetteva di realizzare un disegno del genere solo con la formula tono su tono. Avremmo giocato volentieri con la maglia con l’aquila stilizzata dell’anno scorso in campionato, ma non era possibile in quanto a livello europeo viene considerato logo e avrebbe sforato le misure standard consentite. Tra l’altro, tra i vari precedenti c’è anche quello del Paris Saint-Germain di qualche anno fa, cui è stata bocciata una maglia in cui si vedeva in modo troppo evidente la Tour Eiffel. Ripeto, l’unica possibilità che avevamo era la formula tono su tono, oltretutto con una differenza di gradazione dei colori molto bassa. Abbiamo fatto molte prove nel corso degli ultimi tre mesi, fino a quando la Uefa non ci ha dato l’ok definitivo. Il colore doveva essere necessariamente scuro, in quanto la prima maglia è celeste e la seconda bianca. Non è che avessimo molte alternative”.
Insomma il portale francese dovrà mettersi l’anima in pace: nonostante il loro attacco, contro il Dnipro la Lazio sfoggerà l’ultimo prodotto realizzato in collaborazione con la Macron. E per fortuna che la maglia numero 88 ce l’ha Kishna, un giocatore di colore e di nazionalità olandese. Altrimenti anche in questo caso sarebbe stato molto semplice giocare al gioco degli stereotipi.
 

ss lazio

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Fonte: Repubblica

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