Lazio, non solo Matri. Dietro Felipe Anderson e Keita, i giovani fanno felice Pioli
ROMA – “I giovani non hanno bisogno di prediche. I giovani hanno bisogno, da parte degli anziani, di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”. Nel suo primo messaggio di fine anno da Presidente della Repubblica, Sandro Pertini regalò uno dei pensieri più evocativi e memorabili del suo settennato. Gettando un occhio in casa Lazio e soffermando l’attenzione sulla formazione che ha sconfitto 2-0 l’Udinese, verrebbe quasi l’impulso sacrilego di adattare tale espressione di saggezza ad abiti più prettamente calcistici. E perciò aggiungere: “I giovani, soprattutto, hanno bisogno di giocare”. Perché se il successo di ieri porta la doppia firma di Alessandro Matri (che di anni ne ha 31), protagonisti ne sono stati – chi più, chi meno – diversi ragazzini nati a metà degli anni ’90.
IL GENIO DI FELIPE E KEITA – Concedere a Felipe Anderson (classe ’93) la ribalta di questo palcoscenico sarebbe fin troppo ridondante. Per lui parla l’assist che ha propiziato dal nulla la prima rete dell’ex attaccante del Milan. Per lui ha (stra)parlato anche la sorella-agente, con un comunicato dai toni decisamente anacronistici rispetto alla fresca vittoria e all’importanza che il brasiliano ricopre nei pensieri tecnici e tattici di Stefano Pioli. Una considerazione di primo piano, come quella che sta via via riscoprendo Keita Baldé Diao. Lui sì che è tra le sorprese più incoraggianti di quest’agrodolce avvio di stagione. Alzi la mano chi, nel momento in cui il tecnico biancoceleste ha scelto di effettuare due sostituzioni nel secondo tempo della gara contro i friulani, non abbia pensato: “Uno dei due costretti a uscire sarà sicuramente Keita…”. E invece no, ad abbandonare il campo sono stati Senad Lulic e – espressione di stupore – Antonio Candreva. Il numero 14 spagnolo ha collezionato così la sua quarta partita consecutiva disputata dal 1° al 90° minuto: il ritorno con il Bayer Leverkusen nei playoff Champions, Bologna, Chievo e appunto Udinese in campionato. Un filotto che trova origine negli infortuni di Klose e Djordjevic, certamente. Ma che, rispetto alla scorsa stagione, rende accecante l’idea di quanto le cose, per il talento classe ’95, siano cambiate: l’unico match in A giocato per intero fu contro il Napoli, all’ultima giornata del girone d’andata. Per il resto, solamente sei incontri da titolare su 23 presenze totali. Bottino mitigato dalla Coppa Italia (4 su 6 in campo per 90 minuti), ma a conti fatti assai magro. Il trend per lui sembrava essere il medesimo anche all’alba della nuova annata: Supercoppa contro la Juventus trascorsa a sbadigliare in panchina, con successivo sfogo e richiesta alla società di essere ceduto. Poco più di un mese dopo, gli orizzonti per lui sono completamente mutati. Testimonianza ne sia la benedizione – con annesso pungolo finale – dello stesso Pioli: “Il ragazzo sta dimostrando di essere maturato rispetto all’anno scorso, quando è stato per parecchio tempo arrabbiato. Adesso è un giocatore più completo, con grandi potenzialità. Ma deve continuare su questa strada, non bastano due settimane, ne servono tante a questi livelli”.
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CRESCONO HOEDT E MILINKOVIC – E Felipe Anderson e Keita non sono gli unici esponenti della bella gioventù biancoceleste. La vittoria sull’Udinese ha dato lustro anche ad altri giovanissimi, come Hoedt e Milinkovic-Savic. Il difensore olandese, in particolare, al suo debutto assoluto con la maglia della Lazio è riuscito a conquistare subito tutti. Gran fisico, buon piede, personalità e senso della posizione. C’è molta curiosità di vederlo titolare insieme a De Vrij non appena l’olandese recupererà dal suo infortunio (i tempi di recupero sono ancora incerti): intanto Pioli lo schiererà in Europa League per la seconda partita consecutiva da titolare, questa volta con Gentiletti al suo fianco (Mauricio è squalificato). Un déjà vu, per chi come Wesley, l’anno scorso alla sua prima vera stagione da professionista, dopo 5 partite da spettatore con l’Az è stato schierato titolare a partire dalla sesta: da quel momento non è più uscito. Spera di ripetersi anche con la maglia della Lazio, non è detto che non ci riesca. Stessa missione che attende Sergej Milinkovic-Savic, subentrato con l’Udinese nel secondo tempo e autore di una prestazione convincente. Anche nel Genk, prima di prendersi una maglia nell’undici iniziale, ha scontato la “gavetta” delle comparsate a partita in corso. Dopo sei ingressi a match già iniziato, è diventato titolare indiscusso a partire dalla 19esima giornata del campionato belga. Servirà un po’ più di tempo, invece, per Ravel Morrison, altro giovane talento arrivato nella campagna acquisti estiva. L’inglese fino a questo momento ha racimolato 54 minuti complessivi tra Supercoppa, campionato e playoff Champions. Ancora troppo poco.
MAURI, UDIENZA PRELIMINARE A FEBBRAIO – Intanto, da Cremona va avanti il processo penale riguardo il calcioscommesse. A metà febbraio del 2016 si terrà l’udienza preliminare per circa 110 imputati, tra cui Stefano Mauri e Antonio Conte. Il commento dell’avvocato del centrocampista della Lazio: “Nessuna sorpresa, ci aspettavamo questo ulteriore passo. È un’udienza preliminare in cui verranno ascoltati gli imputati. Da lì in poi, se ci saranno ulteriori novità, scopriremo se si andrà avanti con un processo o meno”.=
Fonte: Repubblica