L’ESORDIO COL PIEDE SBAGLIATO
Non c’è pace per i tifosi azzurri. Dopo il disastroso finale di stagione targato Benitez, anche il primo atto di questa nuova annata inizia con una delusione per i supporters partenopei, che tante speranze hanno riposto nel nuovo inizio sotto la guida di Sarri. La sconfitta rimediata al Mapei Stadium, contro l’ottimo Sassuolo di Di Francesco, ha messo in evidenza limiti enormi del nuovo Napoli, troppo brutto per essere vero e chiaramente ancora in una fase di costruzione molto meno avanzata di quanto si pensasse.
Per Sarri, è evidente, il lavoro da fare sarà ancora tanto. Sia in difesa che in attacco gli azzurri hanno palesato enormi difficoltà. E’ chiaro che gli automatismi del nuovo sistema di gioco siano ancora ben lungi dall’essere assimilati, anche a causa di una condizione fisica al momento improponibile. Per interpretare al meglio il gioco di Sarri è necessaria una resistenza atletica non indifferente. Contro il Sassuolo il Napoli ha invece retto solo per una quindicina di minuti, dopo i quali è venuto meno il lavoro in fase di pressing, che nelle amichevoli estive abbiamo visto essere indispensabile per il nuovo tecnico, e la squadra si è di conseguenza allungata, rimanendo staccata in due tronconi, quello difensivo e quello offensivo. Il centrocampo ha vissuto grosse difficoltà, non riuscendo né ad impostare e tenere in mano il pallino del gioco (poco ispirato e ancor meno aiutato Valdifiori), né a proporre un adeguato filtro a protezione della retroguardia. In tal senso hanno trovato conferma le preoccupazioni di chi riteneva troppo squilibrato un centrocampo con un solo recuperatore di palloni (David Lopez domenica sera) e tre giocatori dediti prevalentemente alla costruzione o all’attacco (Valdifiori, Hamsik e Insigne). A tal proposito è sembrata alquanto incomprensibile la scelta di tenere fuori Allan che, oltre ad essere stato l’acquisto più importante del mercato estivo, fa proprio del dinamismo e del recupero palla la sua caratteristica peculiare.
Il reparto arretrato, da parte sua, ha faticato a tenere alta la linea difensiva, come vuole Sarri, rinculando troppo e perdendosi, inoltre, in troppe indecisioni individuali, sia al centro che sui lati. Non è un caso che da mesi si aspettino rinforzi adeguati per il reparto, che chissà se arriveranno e se, eventualmente, saranno all’altezza delle aspettative di tifosi ed addetti ai lavori.
Se difesa e centrocampo non funzionano, poi, difficilmente l’attacco può rendere al meglio. In verità non è che i singoli abbiano brillato più di tanto, anzi, e il valzer di sostituzioni operato dall’ex tecnico dell’Empoli non ha di certo sortito effetti positivi. Insigne, sulla trequarti, ha dimostrato ancora una volta di non poter ancora essere determinante come dovrebbe un elemento in un ruolo chiave come quello di rifinitore. Il talento di Frattamaggiore alterna ancora guizzi interessanti a giocate poco precise e decisive. Solo il tempo ci dirà se Sarri riuscirà a fare di lui un grande “numero 10”. Per il momento possiamo solo sperare. Ha lasciato, poi, perplessi la staffetta Higuaìn-Gabbiadini. Il Pipita non era parso ancora al massimo della condizione, è vero, ma nel primo tempo aveva comunque dato l’impressione di costituire un pericolo per gli avversari. Sarebbe stato forse più utile affiancare l’ex Samp al centravanti argentino, anche vista la non eccelsa verve di Mertens, così da tentare di dare maggiore profondità e fisicità alla squadra. Ma evidentemente la visione di Sarri è stata diversa. In generale, poi, per il reparto offensivo bisogna denunciare un’eccessiva frenesia nelle giocate. Una ricerca spesso esagerata dell’azione rapida ed in verticale, anche quando giocate manovrate e maggiormente ragionate avrebbero sortito effetti migliori.
Un brutto esordio, dunque, per il nuovo tecnico, che d’altra parte aveva messo in guardia in merito alle sue partenze difficili. Probabilmente, però, nessuno era preparato a trovare una squadra tanto in crisi, contro un avversario sì buono, ma sicuramente inferiore dal punto di vista tecnico. Augurandoci che dalla prossima gara si possa cambiare registro, anche perché a certi livelli non è possibile lasciare troppi punti per strada, ci domandiamo se la società avrà la voglia e la forza per colmare le lacune dell’organico negli ultimi giorni di mercato, rimediando all’eccessiva inattività delle ultime settimane. Perché Sarri dovrà certamente lavorare molto per affinare automatismi finora mal recepiti dai suoi, ma una grossa mano dovrà averla anche da De Laurentiis e Giuntoli sul mercato, perché le lacune in organico restano tante ed evidenti.