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Inter, ultimatum per Perisic. Moratti: “Lo scudetto più bello? Quello a tavolino…”

MILANO – Un ‘sì’ o un ‘no’ possono stravolgere il mercato di una squadra. Non è il caso dell’Inter, almeno per ora. Perché i nerazzurri sono ancora in attesa di una risposta del Wolfsburg per Ivan Perisic. Ma, la dirigenza attenderà ancora qualche ora, dopo di che si muoverà per acquistare i due esterni che necessitano per rinforzare la squadra di Roberto Mancini. I nomi per l’attacco sono i soliti: Lavezzi, Lamela, Borini, Perotti e Ljajic. Con tutti c’è un’intesa di massima. Il problema da risolvere è con i club, in particolare con il Psg per il Pocho – chiesti 12 milioni – e con il Tottenham per l’ex Roma – la richiesta è di 6 milioni più 14 al riscatto -. Più facili le piste che portano a Perotti del Genoa e a Ljajic, un esubero nella rosa di Garcia. A parlare dell’attaccante croato del Wolfsburg è anche Brozovic. “Spero si unisca a noi, per raggiungere i nostri obiettivi ci servono 2-3 rinforzi e uno di questi potrebbe essere un’ala. Vogliamo lottare per la Champions, è strano non giocare in Europa”, dice il nerazzurro a goal. In attesa di sapere quali esterni regalare a Roberto Mancini i dirigenti nerazzurri continuano a lavorare in uscita. Alla Roma potrebbero finire Juan Jesus o Ranocchia. Solo in caso di cessione di un difensore o forse due, il Mancio potrebbe ottenere anche un terzino, in pole c’è Siqueira finito ad inizio mercato sulla lista dei partenti dell’Atletico di Madrid.

MORATTI: RONALDO L’ESSENZA DEL CALCIO – Intanto dell’Inter torna a parlare Massimo Moratti. “Il giocatore che ha fatto provare emozioni più forti, che poi è l’essenza del calcio, è stato Ronaldo. Un altro è Ibrahimovic. Poi ce ne sono tanti: io insisto su Recoba. Ma sono orgoglioso di tutti”, racconta l’ex presidente dei nerazzurri in un’intervista che andrà in onda giovedì su Premium Sport HD alle ore 21.30. Il petroliere prosegue e sui campioni che avrebbe voluto all’Inter: “Il primo è Cantona. Lo stavamo prendendo e poi, per un disguido di qualcuno, non arrivò più. Poi c’è Totti: era in scadenza, ma la Roma non l’avrebbe mai lasciato andare via. Mancini? Ho cercato di prenderlo dalla Sampdoria, ma il presidente Mantovani lo considerava come un figlio e si mise quasi a piangere. Poi un giorno Mancini mi spedì una maglietta dell’Inter con uno scudetto cucito addosso, dicendomi che se un giorno io avessi pensato a lui avremmo vinto. Mi impressionò molto e di lì a poco lo presi come allenatore”.

UN MORATTI ALL’INTER? NON CREDO, MA NELLA VITA… – Moratti prosegue e sul possibile ritorno di un Moratti all’Inter è criptico e possibilista: “Quando il presidente era mio padre io non pensavo minimamente di potergli succedere. Nella vita non si sa mai. Credo che i miei figli ora non ci pensino, ma quello che è successo a me può succedere a chiunque. Non saprei nemmeno se augurarglielo: fare il presidente di una squadra di calcio è un’esperienza completa ma molto complessa”. La chiusura è sul trofeo a cui l’ex presidente dell’Inter è più legato: “La Champions, anche se è scontato dirlo. Non disdegno lo scudetto vinto a tavolino, l’ho trovata una cosa giusta. Anche quello del 2010 è uno di quelli che mi ha fatto soffrire di più”.

Inter

serie A
Protagonisti:
ivan perisic
Massimo Moratti
Fonte: Repubblica

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