MILANO – Alta da dover mettere il naso all’insù, perché in tanti lambiscono il metro e novanta. Piena di muscoli, ma anche di talento. Giovane, con l’età media che inizia ad abbassarsi davvero. Molto nera, perché le spruzzate d’Africa sono assai diffuse e costituiranno l’anima della squadra, all’insegna del black power. E anche costosa, ma se non altro rateizzata, frantumata o spalmata negli anni, perché l’idea che ha mosso il mercato è stata quella del prendi adesso e paghi più tardi, quando qualcuno ci penserà. Nasce la nuova Inter di Thohir e Mancini, tra entusiasmi e incognite. Finora è il club nerazzurro ad aver dominato il mercato: dopo un inizio interlocutorio, in cui a Mancini erano venuti anche bruttissimi pensieri, nelle ultime due settimane il mondo s’è rovesciato, e quasi non passa giorno senza che arrivi l’annuncio di un nuovo acquisto interista. Così i tasselli vanno a posto vertiginosamente, componendo l’idea di squadra che verrà, secondo i desideri del Mancio. Che ha preteso atleti forti fisicamente, per prima cosa: la serie A è un campionato più tattico e tecnico che fisico, quindi se hai atleti di un certo impatto atletico parti avvantaggiato. Ed ecco dunque arrivare i colossi, per giunta giovani e forti: Geoffrey Kondogbia, centrocampista mancino, centrafricano naturalizzato francese, 22 anni e 1,89 di altezza; è imminente l’arrivo di Giannelli Imbula, anche lui centrocampista mancino, congolese naturalizzato francese, 22 anni e mezzo e 1,86 di altezza; acquistato a gennaio ma tesserabile dal 1° luglio ecco Jeison Murillo, difensore centrale, colombiano tra le rivelazioni dell’attuale Copa America, 23 anni e 1,83 di altezza; poi c’è Joao Miranda, difensore centrale anche lui, brasiliano proveniente dall’Atletico Madrid, lui è un po’ la chioccia dei nuovi acquisti coi suoi 31 anni e i 186 centimetri di altezza, rendimento garantito da anni e ora se ne sono accorti pure nella Seleçao, dove finalmente si sono resi conto che Miranda è molto meglio di David Luiz; infine è arrivato anche Ervin Zukanovic, difensore esterno o centrale, bosniaco proveniente dal Chievo, 28 anni e 1,89 di altezza, un corazziere anche lui.
Con questi arrivi l’Inter ha sistemato le fondamenta: la difesa e il centrocampo sono rivoluzionati rispetto all’ultima stagione, nei reparti ci sono più centimetri e più talento, insomma entrare in area interista sarà difficile, o ci si farà male, perché a sbarrare la strada ci saranno atleti di un certo spessore. Ma Mancini ha bisogno anche di un attaccante esterno, se non di due. E anche qui una spruzzata d’Africa: l’obiettivo è l’egiziano Salah, o in alternativa Nani e Perisic, mentre è meno “caldo” in questa fase Cuadrado. In ogni caso la gran macchina va avanti, sta nascendo l’Inter che voleva Mancini e il club gonfia il petto, anche guardando l’altra parte di cielo: il Milan è ancora a bocca asciutta.
L’anomalia o la stranezza, se vogliamo, sono date dal fatto che l’Inter ha messo a segno questi colpi di mercato pur lamentando una situazione finanziaria piuttosto precaria, visto che il prossimo 30 giugno chiuderà il bilancio con un passivo di circa 80 milioni. La strategia è quella che potremmo definire dell’acrobata, o del trapezista che effettua il suo numero senza rete: massimo rischio, e in caso di successo grandi applausi del pubblico pagante; in caso di insuccesso, beh, rivolgere preghiere ai propri dei, dovunque siano, chiunque siano. Perché finora l’Inter ha acquistato quasi sempre giocatori in prestito, ma con obbligo di riscatto a un anno, o a due. Ciò vuol dire che per ora le casse del club non soffrono grandi contraccolpi, ma prima o poi arriverà il momento di saldare le cedole. La scommessa consiste nello sperare che costruendo una squadra piena di qualità, la qualificazione alla Champions 2016-2017 non possa sfuggire, permettendo così al club di incamerare il denaro fresco (circa 50 milioni) della più importante competizione europea e in qualche modo rilanciarsi anche sul piano dei ricavi da stadio o da marketing, che dipendono strettamente dai successi sportivi della squadra. E’ dunque per cercare di riavviare il circolo virtuoso degli anni belli, che Thohir si è convinto a investire pesantemente sul mercato. Ma ovviamente ha dovuto prendersi dei rischi come un trapezista spericolato. Per questo staremo tutti col naso all’insù, guardando l’Inter della prossima stagione: perché è alta anzi altissima, e perché è spericolata e rischia grosso. Trattenere il respiro, please.
Inter
- Protagonisti:
- Roberto Mancini
- erick thohir
- geoffrey kondogbia