Stagione 2014 – 2015 staff medico SSC Napoli: ancora leader in serie A per assenza di infortuni
Il congresso nazionale SIGM (società italiana ginnastica medica) svoltosi qualche giorno fa al Centro Congressi Federico II di Napoli è stata l’occasione per un confronto – tra fisiatri, ortopedici, medici sportivi ed ex atleti del calibro di Paolo Rossi per il calcio e Pino Porzio per la pallanuoto – sulla prevenzione e l’incidenza di gravi lesioni legamentose negli sportivi agonisti.
La presenza del dr. Alfonso De Nicola, Responsabile Staff Medico SSC Napoli ha permesso di trarre un bilancio in termini di dati statistici sulla salute degli azzurri in questo campionato e per illustrare quali sono le innovazioni nel settore utili ad ottimizzare lo stato di forma di una squadra di calcio in serie A.
Ebbene Il Napoli è sempre la squadra con il minor numero di infortunati e di indisponibili: considerando le 59 gare disputate in questa stagione fino ad oggi, con impegni bisettimanali e dunque molto vicini nel tempo, dimostra di recuperare i suoi giocatori in tempi da record.
Al di là di quelli che sono i risultati sul campo di gioco ottenuti nel corso di questa stagione dal Napoli c’è un dato statistico che regala un primato alla squadra azzurra in modo continuativo da circa 10 anni. Parliamo dell’attività svolta dall’equipe medica – diretta dal dr. Alfonso De Nicola, con i dottori Enrico D’Andrea e Raffaele Canonico – al servizio della squadra: un trend positivo che persiste dal 2005.
I risultati appaiono evidenti mettendo a confronto la compagine partenopea con le altre 19 squadre in serie A dall’inizio del campionato 2014-2015 ad oggi. Nello specifico l’analisi riguarda la ‘media indisponibili’ e ‘la media infortuni’ fino alla 38a giornata.
Nello schema ‘Media Indisponibili’ il Napoli si piazza al ‘quarto posto’ con una media di 1,59, con 94 indisponibilità su 59 gare disputate, considerando gli impegni azzurri su più fronti da agosto ad oggi: Champions, Campionato, Supercoppa, Coppa Italia e Europa League.
Meglio hanno fatto solo Chievo Verona (1,23) e Torino (1,42) ma con rispettivamente 39 e 53 partite giocate e dunque esterne ad alcune competizioni. Se pensiamo alle squadre ai vertici della serie A troviamo la Juventus al 12° posto (2,54 di media su 56 gare, 142 indisponibilità), la Roma al 17° posto (3,76 di media su 50 gare e 188 indisponibilità) e la Lazio al 19° posto (3,93 di media su 45 gare e 177 indisponibilità)
Nel grafico ‘Media Infortuni’ il Napoli fa ancora meglio: è primo con una media pari a 0,32 di media e con 18 infortuni ed una serie di partite in più rispetto all’Empoli (18 per la precisione) che segue a 0,37. La Juve con 0,44 è al 5° posto, la Roma (0,80) al 17° posto, fanalini di coda la Lazio (45 inf. Su 45 gare) ed il Milan (40 inf. Su 40 gare) con media infortuni pari a 1,00
Qual è l’elemento che fa la differenza e che consente di ottenere questi risultati? E’ importante prevenire più possibile gli infortuni, e su questo lo staff si concentra da anni (preparazione adeguata e personalizzata, massima cura e professionalità ricerca medico scientifica, test statistici, rapporto di fiducia con l’atleta…). Ma è risultato determinante per la squadra partenopea negli ultimi anni soprattutto lavorare per abbreviare i tempi di recupero considerando i tanti impegni, vicini nel tempo, che ci sono nel corso della stagione. Ed in questo risiede la leadership del Napoli.
Fondamentali il rapporto personale medico-calciatore e la perfetta sinergia che si è instaurata tra lo staff sanitario e i vari staff tecnici che si sono succeduti dal 2005 ad oggi, oltre al tempismo nell’effettuare qualsiasi diagnosi in tempo reale.
In un panorama calcistico sempre più incentrato sull’importanza di far quadrare conti e bilanci ne giova il Club Partenopeo: gli infortunati così come gli indisponibili ‘costano’ alle società anche in termini economici ed è per questo che avere una squadra in forma costituisce un valore aggiunto indiscutibile. Ne esce valorizzato il capitale calciatori, lo staff medico e tutta ‘l’azienda’ SSC Napoli.
Uno staff ‘avanti’ come prevenzione, mentalità e organizzazione che può far invidia a tutti i club della Serie A grazie ai risultati conseguiti. Da anni ormai azzerati o quasi gli infortuni muscolari. Ogni atleta viene fotografato a 360 gradi andando a valutare tutte le componenti che possono incidere sulla prestazione. Vengono valutati l’aspetto biomeccanico, l’aspetto posturale e l’aspetto metabolico. Ciò consente di prevedere e quindi di evitare i problemi di natura sia muscolare che traumatica cui il giocatore potrebbe andare incontro, e permette all’atleta di rendere al meglio e di recuperare più velocemente dalla fatica psico-fisica accumulata.
E anche quando un giocatore si infortuna e non è disponibile, il Napoli sa come agire: prima di tutto è importante intervenire, se occorre operare, precocemente. Si riduce nell’atleta al minimo il ricordo dolore – infortunio.
E’ importante tempismo nell’effettuare l’eventuale diagnosi in tempo reale: si abbreviano così i tempi delle indagini e successivamente quelli del recupero dall’infortunio.
Il Napoli ha costruito un database negli ultimi 10 anni dove ha archiviato i dati relativi ai calciatori azzurri catalogati per tipo di infortunio con le date relative al sinistro, la terapia impiegata e dove la stessa è stata fatta, gli step relativi alla ripresa, i tempi di recupero e di ingresso in campo. Studi ed episodi di esperienza reale accertano che fare terapia all’interno dello spogliatoio e sul campo di gioco si è rivelato vincente (cosiddetta Mirror Therapy) questo perché le aree motorie responsabili di certi movimenti complessi di un gesto tecnico complesso disattivate al momento dell’infortunio, vengono riattivate guardando eseguire quel gesto tecnico dal vivo, da parte di un compagno di squadra, sentendo il rumore, vivendo in un‘ambiente familiare e congeniale’. Senz’altro tutto questo costituisce un vantaggio psicologico ma anche fisico e favorisce la coordinazione motoria.
Coloro che hanno fatto rieducazione all’interno del proprio spogliatoio hanno recuperato pienamente rispetto ad altri che sotto terapia in ambienti esterni hanno impiegato per il recupero più tempo e fatto maggior lavoro.
Da chi è composta l’equipe medica SSC Napoli
Guidata dal dott. Alfonso De Nicola, fisiatra e medico dello sport, uno dei primi maestri italiani ed europei nella prevenzione e riabilitazione della pubalgia, professore a contratto presso la scuola di specializzazione in Medicina dello Sport alla Federico II diretta dalla prof. Stefania Montagnani; con lui collaborano il fisiatra dott. Enrico D’Andrea, esperto in posturologia e medicina manuale, e il medico dello sport dott. Raffaele Canonico, esperto in nutrizione e valutazione funzionale, anche lui professore a contratto alla scuola di specializzazione della Federico II. Assieme a loro il riabilitatore Massimo Buono, il massoterapista Marco Di Lullo e i fisioterapisti Giovanni D’Avino, Fabio Sannino e Marco Romano.
Lo staff lavora costantemente alla formazione interna delle figure professionali, medici e fisioterapisti, all’interno della società. Figure selezionate grazie alla preziosa collaborazione scientifica con i due atenei partenopei – la Seconda Università di Napoli e la Federico II e alle rispettive scuole di specializzazione in Medicina dello sport. La relazione continua con le Università garantisce costantemente ricerca e innovazione.
Un prestigioso studio di ricerca con l’estero si rivela estremamente interessante e utile per il futuro. In accordo con la prestigiosa università americana di Temple Philadelphia ed il prof. Antonio Giordano, direttore dell’Istituto di Ricerca Oncologica Sbarro, lo staff medico del Napoli ha avviato un progetto di Sport Biology volto – attraverso il primo studio al mondo sul DNA degli atleti – ad individuare eventuali punti deboli fisici e a prevenire gli infortuni muscolari.
AV Kronos
Ufficio Stampa, Editoria