PIPITA L’INCOMPIUTO Quella di ieri potrebbe concorrere per il titolo di partita più pazza della stagione. La Lazio è andata all’intervallo sul 2-0, ma nei primi venti minuti della ripresa il Napoli ha messo a ferro e fuoco i sedici metri davanti a Marchetti e ha riacciuffato il 2-2 con una doppietta di Higuain. Lo stesso Pipita però ha fallito il rigore del possibile 3-2 e questo è stato il momento topico, anzi emblematico delle due stagioni di Benitez. Higuain nel bene e nel male, si potrebbe sintetizzare con uno slogan. Grande attaccante, ma forse non grandissimo. Qui e ora, a caldo, ci viene da scrivere così, anche perché lo stesso Higuain, in Argentina-Germania finale del Mondiale, sullo 0-0 si era mangiato il gol del vantaggio. Un attaccante «emozionale», nel senso che a dispetto dell’atteggiamento da duro il Pipita negli attimi di frontiera si emoziona e si impappina. Il rigore l’ha calciato male, di fretta, e il pallone ha sorvolato di brutto la traversa. Uno sbaglio da almeno 9 milioni, più altri 40 in caso di qualificazione alla fase a gironi. Un errore che rischia di diventare la foto di una carriera, Higuain l’incompiuto.
PARTITA DOPPIA Il Pipita come giocatore simbolo del rovescio, ma pure la partita di ieri sera è stata paradigmatica del Rafa-Napoli, una formazione da montagne russe, discese ardite e risalite. Primo tempo imbarazzante per disequilibrio tattico. Presi due gol inammissibili. Sul primo, fase difensiva contemplativa: diversi giocatori azzurri sono rimasti a guardare gli avversari scambiarsi il pallone, fino al non imparabile tiro di Parolo, deviato sì da Inler, ma con Andujar sfarfalleggiante. Il secondo rappresenta tutto quello che non si deve fare: Koulibaly ha passato la palla a Lopez pressato sulla trequarti, Lulic ha anticipato il mediano e ha lanciato Candreva nel vuoto, perché nessuna copertura è scattata. Un obbrobrio. Nella ripresa la trasformazione: Napoli furioso, Gabbiadini per Inler con Hamsik centrocampista puro, la doppietta di Higuain, l’espulsione di Parolo compensata però in fretta, in 8’, dal rosso a Ghoulam. Fino al bivio del rigore. O di qua o di là, e il Napoli è rimasto al di qua, prigioniero dei suoi limiti e delle sue contraddizioni. In quell’istante è cominciato il «tutti a casa», e la rete del nuovo vantaggio laziale è stata crudele e significativa, perché a mettere Onazi davanti a Andujar ha provveduto Maggio con un tocco in scivolata. Non bastava il penalty gettato via, ci voleva l’assist all’incontrario.
La Gazzetta dello Sport