I due gol della speranza, il dischetto traditore: la notte triste del Pipita
Adesso Gonzalo Higuain non potrà andar via da Napoli. Da ieri ha contratto un debito con i tifosi azzurri e anche se le sirene di squadre inglesi (Arsenal e Manchester United) e spagnole (Atletico Madrid) suoneranno per tutta l’estate, lui dovrà fare in modo di non ascoltarle. Se il Napoli non è andato ai preliminari Champions è anche, se non soprattutto, per colpa sua. Non bastano 29 gol in una stagione se poi fallisci il rigore decisivo a pochi minuti dalla fine dell’ultima partita, per di più dopo aver realizzato una doppietta che aveva aperto il cuore dei cinquantamila del San Paolo alla speranza.
POKER DI ERRORI Invece, le illusioni del Napoli sono volate via con quel pallone scaraventato in Curva B dal Pipita, giunto al quarto errore dal dischetto in campionato dopo quelli con Chievo, Atalanta e Milan. Soltanto contro i rossoneri il flop di Higuain dagli undici metri era stato ininfluente. Per il resto, la sua imprecisione è costata davvero cara al Napoli. Sembrava una favola a lieto fine quella del centravanti azzurro che nella notte dedicata alla memoria di un argentino napoletano come Bruno Pesaola (commovente lo striscione della Curva B mentre il Napoli aveva dimenticato il lutto al braccio e lo ha indossato soltanto prima del ritardato fischio di inizio) era tornato bomber vero. Una doppietta da rapinatore d’area e l’assist a Callejon nel primo tempo stavano per rendere il Pipita protagonista assoluto della serata. Invece, quando ha guardato negli occhi Marchetti ha tremato. Invece di angolare ha cercato solo la potenza. Ne ha messa troppa in un destro che per il Napoli è stato un pugno in pieno viso.
CENA DELLE BEFFE Le responsabilità della sconfitta di ieri possono essere ascritte a Higuain, ma il 5° posto è il fallimento del progetto Napoli. De Laurentiis (che ha cenato con Benitez e la squadra in una saletta del San Paolo) è stato punito per non aver investito sul mercato estivo e la gente glielo ha ricordato prima e dopo la gara (cori e striscioni hanno evidenziato la spaccatura tra club e tifoseria). Benitez porta a Madrid il carico di 54 gol al passivo, mai il Napoli da quando è tornato in A ne aveva subiti tanti. I calciatori non sono immuni da critiche: anche contro la Lazio troppi errori difensivi e poca lucidità nei momenti chiave (l’espulsione di Ghoulam grida vendetta). Adesso bisognerà ripartire dalle macerie di una stagione nata male e finita peggio. Da Bilbao fino a ieri si sono succeduti errori e colpi di sfortuna. A questi ultimi non si può porre rimedio, ma il Napoli deve strutturarsi meglio. A oggi non c’è ancora un d.s. per impostare un mercato che si annuncia difficile. Urge subito programmazione.
La Gazzetta dello Sport