TORINO – No panic. A una settimana da Berlino, le parole preferite di Massimiliano Allegri sono “serenità, entusiasmo e consapevolezza”. Il tecnico bianconero è impegnato a normalizzare la lunga vigilia della finale di Champions League. Rendendola, di fatto, uguale a tutte le altre: “Evitiamo di bruciare energie nervose che ci serviranno durante la partita: questa dovrà essere una settimana identica a tutte le altre, anche se alla fine la posta in palio è diversa”. La Juve sa bene di non avere i favori del pronostico, ma sa anche di essere immersa in una situazione tutto sommato ideale: “C’è grande entusiasmo. Una stagione come questa è difficile da ripetere. Più di così la squadra non poteva fare. Non abbiamo nessun vantaggio psicologico, ma abbiamo la consapevolezza di poter giocare una grande partita, sperando che la buona sorte sia dalla nostra parte”.
Allegri chiede ai suoi di non frequentare alcun timore riverenziale: “Perché avere ansia da Messi o da Neymar? E’ normale sfidare giocatori di livello mondiale, ma se siamo arrivati in finale vuol dire che abbiamo altrettante qualità. A metà campo loro hanno giocatori importanti, Iniesta è straordinario, ma noi vogliamo giocarci al meglio le nostre possibilità di vincere la coppa. Contro il Barcellona dovremo essere ancora più bravi di quanto lo siamo stati con il Real, perché si tratta di una partita secca”.
Al tempo. Adesso l’ordine di scuderia è un altro: pensare soltanto all’anticipo di domani (ore 18) in casa del Verona: “Mi chiedete se al Bentegodi, dove è cominciata la mia avventura in bianconero, questa volta si vedrà la vera Juve di Allegri? Ma questa non è la Juve di Allegri, semmai è una squadra che ha fatto una stagione straordinaria. Manca l’epilogo, che arriverà fra sette giorni. E allora pensiamo soltanto alla partita di domani, l’ultimo test prima della finale di Champions. Siamo in una buona condizione fisica: andiamo a Verona senza pensare a Berlino. Vogliamo chiudere il campionato nel migliore dei modi”.
Domani Allegri darà spazio a Tevez (20 gol), che proverà a sfrattare Toni (21) dal trono dei bomber: “Carlos giocherà, anche perché sabato scorso contro il Napoli non c’era. Avrà la possibilità di agganciare e superare Toni. Entrambi meriterebbero il titolo di capocannoniere. A proposito, complimenti a Toni, perché fare un’annata del genere a 38 anni non è da tutti”. Assente Barzagli (“fino a martedì o mercoledì non sapremo se sarà a disposizione per Berlino: il suo recupero prosegue bene, ma proprio non intendo per ora spingermi oltre”), Allegri non vuole rischiare i diffidati, “a rischio per la Supercoppa”. Possibile turno di riposo dunque per Vidal, Pereyra e Chiellini (nell’elenco dei “cattivi” ci sono anche Sturaro e De Ceglie; ndr). “Non è che se qualcuno non gioca poi non è pronto per la finale, una partita che trasmette di suo grandissime motivazioni. Cominceremo a pensare al Barcellona da lunedì, visto che domenica la squadra avrà un giorno di riposo”.
In chiusura Allegri liquida velocemente lo scandalo-Fifa (“Aspettiamo prima di giudicare. Io comunque sono un uomo di campo, devo essere competente in altri settori”) e l’acquisto di Dybala: “Ha solo 21 anni, viene da una stagione importante. Mi piace, potenzialmente può diventare un grande giocatore”. C’è più tempo e voglia di parlare dell’Heysel, a trent’anni spaccati dal tragico giorno in cui morirono 39 tifosi bianconeri cercando di sfuggire alla furia degli hooligans. E’ il tema del giorno, che apre e chiude la conferenza del mister: “Quella fu una tragica serata, una pagina nera dello sport mondiale e della storia della Juventus. Credo che oggi sia doveroso commemorare le vittime e stringersi con affetto intorno ai loro familiari. Quanto è cambiato, in materia di sicurezza, il calcio rispetto ad allora? E’ stato fatto tanto, ma non ancora abbastanza. Dovremmo migliorare tutti, essere più positivi. La partita deve restare uno spettacolo, da vivere senza violenza o atti vandalici. C’è ancora tanto da fare per risolvere tutte le le problematiche e ritrovare la serenità di andare allo stadio”. Ancora una volta, è tutta questione di serenità.
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