La brusca eliminazione dall’ Europa League ad opera del modesto Dnipro ha lasciato nell’ ambiente azzurro uno strascico infinito di dissapori, malumori e inquietudini che hanno influito sul rendimento dei ragazzi di Benitez persino nel match contro il piccolissimo Cesena, retrocesso in Serie B già da tempo. L’ approccio del Napoli alla gara è stato pessimo, i fantasmi di Kiev sembravano aleggiare sul San Paolo impedendo alla squadra di tirar fuori quegli attributi che, soprattutto dopo le vittorie in Campionato di Roma e Lazio, sarebbero dovuti essere non solo necessari, ma obbligatori per cercare almeno una improbabile estrema rincorsa a quel terzo posto che vorrebbe dire Champions, vorrebbe dire money … Vorrebbe dire, strategie societarie permettendo, top players! Si attendevano in campo 11 leoni in cerca di riscatto, con la voglia di riconquistare l’ affetto e la fiducia della gente … Con la brama di riprendersi il San Paolo contro una squadra come quella romagnola i cui obiettivi sono sfumati già da mesi e le cui motivazioni, se rapportate a quelle dei ragazzi che con quei colori azzurri addosso rappresentano Napoli e i napoletani, sarebbero dovute essere pari a zero. La realtà ci ha messo di fronte invece ad una situazione contraria alle aspettative, cosicchè l’ inerzia dei napoletani ha fatto sì che dopo il Parma, anche il defunto Cesena rischiasse di prendersi il suo momento di gloria prima di finire nel Purgatorio della Serie cadetta, proprio al San Paolo. Per fortuna che il caro Don Rafè si è ricordato di avere in rosa il jolly Dries Mertens, e ha pensato bene così di ripescare l’ azzurro in assoluto più in forma degli ultimi tempi che però i suoi crucci hanno purtroppo tenuto fuori anche nella gara di Kiev contro il Dnipro, fondamentale, anzi vitale per la stagione del Napoli … Gara che però egli ha preferito affrontare affidandosi ai suoi pupilli anche se in una condizione psico – fisica non ottimale. Il folletto belga, rapido, incisivo, penetrante, energico, ha avuto il merito nel sopracitato match contro la squadra di Di Carlo di caricarsi, da vero leader, sulle spalle i suoi in un momento palesemente critico, e di riuscire a raddrizzare un incontro che si era messo subito in salita: dopo il vantaggio bianconero firmato Defrel, il fiammingo, approfittando di una deviazione degli avversari, si fionda sulla palla e la scaraventa in rete, ripetendosi dopo una manciata di secondi con un bell’ assist fornito a Gabbiadini la cui conclusione regala agli azzurri il momentaneo vantaggio. Ma le amnesie sono di casa a Napoli, così l’abulico team partenopeo, si lascia raggiungere ancora da Defrel, atleta che l’apatia azzurra ha rischiato di trasformare in Messi per una notte e se l’ ennesimo “dramma” … è proprio il caso di chiamarlo così, non si è consumato è principalmente grazie allo scugnizzo belga, il quale all’ undicesimo della ripresa mette nuovamente il sigillo, definitivo per fortuna, su una partita che nessuno, e sottolineiamo nessuno, a priori avrebbe considerato così intricata. E’ stata la serata di Dries Mertens quella disputata dal Napoli contro i cesenati, senza se e senza ma … l’ esterno azzurro, uomo in più del Napoli … O forse sarebbe meglio dire l’ unico uomo con i piedi e la testa in campo, ha letteralmente preso i tre punti e allungato la classifica della sua squadra e lo ha fatto con quel dinamismo e quella determinazione che se fosse stata ogni volta moltiplicata per undici Dio solo sa dove sarebbe il Napoli oggi! Certo, è sempre facile parlare a posteriori, ma crediamo che in questo momento ogni tifoso partenopeo si stia facendo la stessa domanda che ci facciamo noi: Mertens perché non c’era a Kiev? Perchè non dall’ inizio? Si attendono risposte!
Tilde Schiavone – Pianetazzurro.it