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Meazza stregato: l’Inter non batte la Juve dal triplete

L’ultima vittoria dell’Inter con la Juventus a San Siro risale al 16 aprile 2010. Ecco Maicon che fulmina Gigi Buffon con una saetta dal limite, poi Eto’o chiuderà i conti (foto Getty)

L’ultima volta che i nerazzurri hanno sconfitto a San Siro i bianconeri (settimi alla fine) era il 16 aprile 2010. Un mese dopo, come oggi, la squadra di Mourinho vinse lo scudetto e si lanciò alla conquista della Champions. Ma la ruota gira…

Il 16 maggio di 5 anni fa, grazie al gol di Diego Milito, l’Inter vinceva a Siena il suo 18° scudetto e si preparava all’apoteosi di Madrid e del triplete. La Juventus, invece, non andava oltre il settimo posto in classifica, che comunque le garantì i preliminari di Europa League (oggi sarebbe rimasta fuori). Ora si trovano nella situazione diametralmente opposta: i bianconeri di Massimiliano Allegri già scudettati e convinti di poter realizzare l’en plein; i nerazzurri di Roberto Mancini costretti a un mezzo miracolo per evitare un anno senza coppe. Ma come si è compiuta questa metamorfosi?

2009-2010. Il doppio exploit esterno con Roma e Lazio proietta velocemente (troppo) la Juve di Ciro Ferrara come la principale antagonista dei campioni d’Italia di José Mourinho. Ma la vittoria di Torino del 5 dicembre contro uno scatenato Special One (espulso, poi finirà in rissa) segna, paradossalmente, il crollo di Alex Del Piero e compagni (e di Ferrara, poi sostituito da Alberto Zaccheroni). Il 16 aprile la saetta di Maicon e il tap-in di Samuel Eto’o vendicano San Siro per quello che resta l’ultimo successo casalingo dei milanesi con la Vecchia Signora. La settimana successiva il trionfo del Bernabeu e terza Champions in bacheca.

2010-2011. Il neo presidente Andrea Agnelli nomina direttore generale Beppe Marotta, che porta con sé dalla Samp il tecnico Gigi Del Neri (e si “carica” anche le meteore Milos Krasic e Jorge Martinez…). Inter battuta con una rete di Alessandro Matri (l’andata al Meazza finisce 0-0), ma torinesi fuori dalle coppe (non succedeva dai tempi di Gigi Maifredi, nel 1990-91). Anche Massimo Moratti cambia: in panchina siede Rafa Benitez, Mario Balotelli vola al Manchester City. Lo spagnolo vince la Supercoppa italiana e il Mondiale per Club, ma a dicembre – per mille divergenze con spogliatoio e società – ecco Leonardo. I nerazzurri, alla fine secondi dietro al Milan, alzano di nuovo la Coppa Italia. Leo però non resiste alle avances del Psg e per Javier Zanetti e soci comincia l’inesorabile declino.

2011-2012. Siamo alla rinascita bianconera. Antonio Conte, a furor di popolo “eletto” nuovo allenatore, compie il suo capolavoro: conquistare lo scudetto alla prima stagione, e da imbattuto. Un record. Fondamentale l’arrivo dal Milan (a parametro zero) di Andrea Pirlo, affiancato a centrocampo dall’altro acquisto Arturo Vidal e dall’ormai “veterano” Claudio Marchisio. Lo Juventus Stadium regala l’ultimo applauso a Del Piero, che lascia dopo 19 stagioni. Pure Moratti si affida a uno juventino, Gian Piero Gasperini, quindi al romanista Claudio Ranieri e infine al giovane Andrea Stramaccioni, che riesce almeno a salvare la faccia con il sesto posto che vale l’Europa League (e la sua riconferma).

2012-2013. Un altro campionato dominato dall’inizio alla fine e la scoperta del giovanissimo talento francese Paul Pogba. In Champions la corsa si ferma ai quarti, per mano del Bayern Monaco. In casa nerazzurra arrivano Samir Handanovic, Fredy Guarin, Rodrigo Palacio e Antonio Cassano, e il 3 novembre a Torino Conte perde l’imbattibilità dopo 49 partite proprio con l’Inter, che arriva a un solo punto dalla capolista. Sarà quasi una maledizione: di lì a poco gli infortuni caratterizzeranno una delle stagioni più sfortunate della recente storia interista, Stramaccioni saluterà con un amarissimo 9° posto. L’Europa non mancava da 14 anni.

2013-2014. Lo scudetto ormai è affare loro. Stavolta esagerano: 102 punti, un altro record. D’altronde ora Conte può contare anche su un certo Carlitos Tevez e Fernando Llorente. Tuttavia, la grande delusione arriva in campo internazionale: la finale mancata di Europa League, che avrebbero giocato nel loro stadio. Nel frattempo, in Corso Vittorio Emanuele c’è un nuovo padrone: è il tycoon indonesiano Erik Thohir, che acquista da Moratti il 70 per cento delle quote. Cambia anche la guida tecnica, consegnata a Walter Mazzarri che, nonostante non incontrasse il favore della critica e di parte dei tifosi, si piazza quinto.

2014-2015. In estate Agnelli e Conte decidono di separarsi, e Marotta pesca dal cilindro Massimiliano Allegri, scaricato dal Milan che gli preferisce Pippo Inzaghi. Max supera in poco tempo lo scetticismo generale della tifoseria, legata in maniera viscerale al salentino, e lo fa con i risultati, che passano attraverso un altro tipo di gioco: dal 3-5-2 di Conte a un più “europeo” 4-3-1-2. Anche Roberto Mancini viene chiamato a novembre dall’Inter per cambiarne la mentalità, rendere la squadra più sfacciata, votata a creare sempre e meno propensa a proteggersi. Dovremmo vedere una bella partita.

Fonte: SkySport

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