Napoli, dalla gioia alla beffa: ora è dura
Il norvegese Kim Thomas Haglund ha urgente bisogno di una visita oculistica. Purtroppo la farà nelle prossime ore, sotto la spinta, vogliamo credere, del designatore Uefa Pierluigi Collina: è semplicemente scandaloso che questo guardalinee norvegese abbia ignorato un doppio fuorigioco sull’azione del pareggio ucraino, piovuto come una doccia gelata a spegnere l’entusiasmo del San Paolo, in vibrante attesa del meritatissimo raddoppio degli azzurri. E’ stata l’unica azione degna di questo nome prodotta dal Dnipro, un cross basso dalla destra che ha attraversato l’area piccola finendo sul piedone del neo entrato Seleznyov, appostato sul secondo palo in evidente fuorigioco. La posizione irregolare si è colta in diretta dagli spalti, senza bisogno della tv. Ma purtroppo per il Napoli, la persona che avrebbe dovuto rilevarlo (e non era certo un’impresa) non ha alzato la sua bandierina. Gol dell’1-1, quindi, ed è inutile sottolineare quanto scomodo, oltre che beffardo, sia questo risultato: a Kiev gli ucraini partiranno in vantaggio.
PIU’ FORTI Animo però, il Napoli è nettamente superiore al Dnipro. Lo ha dimostrato a partire dal 50’, quando David Lopez, di testa su angolo di Insigne, ha finalmente fatto saltare il bunker allestito dal tecnico ospite Markevych. A privarlo del successo, che doveva essere rotondo, un errore inammissibile a questi livelli di eccellenza continentale (ma perché andarli a prendere in Norvegia, poi?). Ma il Napoli è più forte, senza un secondo agguato della malasorte fra sette giorni potrà dimostrarlo ancora. Bisogna credere all’impresa, non è possibile uscire ad opera di un avversario così modesto che è stato incapace di animare il match e ha solo badato a non prenderle. Qui doveva finire tre o quattro a zero, questo ha detto il campo. E quindi a Kiev si può vincere, o pareggiare 2-2, come no. Al netto della svista clamorosa e dannosa, da segnalare il duello fra Higuain e il portiere Boyko che ha salvato i suoi dal naufragio con tre uscite tempestive a chiudere i diagonali dello scatenato Pipita e ha finito alla grande la sua serata magica con uno spettacolare colpo di reni all’indietro sul pallonetto mancino dell’argentino. Sono stati i migliori di una sfida animatasi tardi.
IL DIFETTO Purtroppo il Napoli ha regalato i primi 45’. L’incredibile e inattesa sofferenza (perlomeno in questa misura) è derivata da due fattori: 1) la mancanza di campo a disposizione; 2) la carenza di invenzioni personali. Gli azzurri fin dal fischio iniziale si riversano in massa nella metà campo avversaria che diventa immediatamente munitissima. Diciotto uomini si danno battaglia in trentacinque metri, l’angusto spazio che va dal limite dell’area al cerchio di centrocampo. Il tecnico ucraino Markevych dopo appena 3’ ordina ai suoi esterni di attacco, il talentuoso Konoplyanka e il più ruvido Luchkevych di posizionarsi all’altezza dei mediani centrali. La linea difensiva nel contempo riesce a fare un elastico puntuale ed efficace, nel quale restano avviluppati sia Higuain sia Hamsik. Il centravanti argentino non becca palla, Marek per giocare un po’ è costretto a svariare sulle corsie esterne, preferibilmente la mancina dove Insigne tenta qualche sfondamento verso il centro con alterna fortuna e alla fine zero risultati pratici. Dall’altra parte Maggio pianta una percussione al 5’, senza esiti, Callejon non riesce a superare mai la guardia di Leo Matos e i due non formano mai un binario sul quale far scorrere la sfera sino a una zona pericolosa. Quindi niente cross dalle ali. In mezzo non è che la situazione sia migliore. Jorgjnho per giunta sbaglia qualche tocco di troppo in appoggio, David Lopez, frustrato dalla mancanza di sbocchi, a un certo punto tenta una penetrazione in progressione fra quattro avversari manco fosse Maradona contro l’Inghilterra… Per sbloccare questa impasse serviva un guizzo e l’ha trovato proprio Lopez in avvio di ripresa. Poi sarebbe dovuta finire in goleada, ma anche l’1-0 sarebbe stato preziosissimo.
La Gazzetta dello Sport