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IL PERSONAGGIO – Marek Hamsik, ognuno al suo posto

Dopo il brutto  KO infrasettimanale subito ad opera dell’ ennesima provinciale, l’ Empoli, il Napoli era chiamato a disputare al San Paolo un’ altra gara complicata e non solo perché l’ avversario, il Milan, quest’ anno è in tutto e per tutto assimilabile proprio ad una provinciale (e sappiamo bene quanta fatica fa il Napoli contro le cosiddette piccole e quanti punti ha ad esse lasciato) …  ma anche perché quei maledetti cali di concentrazione che hanno caratterizzato e caratterizzano le prestazioni della squadra di Benitez in prossimità degli incontri di Coppa, hanno spesso danneggiato il Napoli e prodotto prestazioni anonime e incolore. Che l’ incontro non sarebbe stato facile lo si è capito subito, quando ad appena 2 minuti dall’ inizio del match, Gonzalo Higuain si fa parare da Diego Lopez il rigore che Marek Hamsik si era procurato subendo in area un fallo di De Sciglio e che oltretutto aveva prodotto l’espulsione del suddetto difensore e lasciato i rossoneri in 10 uomini. In inferiorità numerica la squadra diretta da Pippo Inzaghi erige un provincialissimo muro che il Napoli, pur provandoci, non riesce per molto tempo a valicare, tant’è che l’ unica occasione che nel primo tempo merita menzione arriva al 43’ minuto ed è il tiro dalla distanza finito di poco fuori, ancora ad opera del numero 17 azzurro Hamsik. Lo si era capito subito che la chiave della serata portava la sigla slovacca e deve averlo capito, meditando durante l’ intervallo, anche Rafa Benitez che, spostando nel secondo tempo il giocatore a metà campo, nella posizione cioè che egli predilige e in cui ha fatto vedere durante la sua carriera le cose migliori,  gli da più chances di essere incisivo. E la squadra partenopea effettivamente nella ripresa mostra il suo volto migliore, la personalità con cui Hamsik s’ impossessa del centrocampo, dando sostanza e concretezza ad un reparto solitamente effimero, inventandosi suggerimenti per i compagni, ma soprattutto sfruttando quegli inserimenti che sono il suo segno distintivo e lo hanno reso per lungo tempo (fino all’ arrivo di Benitez a Napoli, per intenderci) uno tra i centrocampisti più efficienti e prolifici in Europa, si rivela fondamentale per l’ esito del match. E’ proprio da uno di questi inserimenti infatti, che al 70’ nasce il bel gesto tecnico firmato dallo scugnizzo slovacco che va ad insaccarsi alla destra del portiere avversario facendo così crollare la muraglia cinese dei lombardi che nell’ arco dei successivi 6 minuti si lasciano trafiggere ancora per due volte permettendo poi al Napoli di Hamsik ed Higuain di tirare il fiato e riposarsi in vista degli incombenti impegni europei. Marek Hamsik si è ripreso la sua scena, quella da star che gli spetta di diritto e non quella da comprimario a cui capricci e fissazioni  lo avevano per lungo tempo relegato … Si è goduto i meritati applausi del suo pubblico, anche se ad onor del vero il sostegno nei momenti bui delle ultime due stagioni a questo ragazzo che si è scolpito sulla pelle, oltre che una Coppa il colore azzurro, non è mai mancato! Oggi qualcuno, che spesso fa finta di non vedere e non sentire, dimostrando di non essere in grado di individuare quel filo sottile che distingue la coerenza dall’ ottusità,  ha avuto un’ ennesima lezione … Speriamo solo che riesca a farne tesoro, perché se dovessi essere io a scegliere per il futuro (si spera solo che chi avrà questa facoltà lo faccia con cognizione di causa)   tra le fisime di un coach volpone, e la classe, il talento, la lealtà di un Capitano che incarna il vero senso di bandiera, mi tengo  tutta la vita il secondo e lascio ad altri le riverenze ed i provinciali ossequi.

 Tilde Schiavone – Pianetazzurro

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