Fiorentina-Cesena 3-1, Ilicic e Gilardino fanno ripartire Montella
FIRENZE – Sul rettilineo finale del campionato è già volatona europea. Dopo i ripetuti scatti rallentano le genovesi e allora si risveglia la Fiorentina che spinge verso la B il Cesena e ritrova sorriso e quinto posto. Il Cesena invece fora forse in modo decisivo. Più che alla terribile legge dei numeri delle sfide tra i due club, i romagnoli stavolta si arrendono alla superiorità tecnica assoluta dei funamboli toscani, ispiratissimi in Ilicic e Salah. Il risultato non fa una grinza: solo le prodezze di Agliardi fanno sì che la forbice alla fine non sia ancora più ampia.
Pronti via: subito match intenso, nonostante le solite cifre dicano che le contendenti siano le più pigre a mettersi in moto. Nei primi 10′ è un botta e risposta, con la Fiorentina che trova subito la regia ispirata di Borja ma un pizzico di leziosismo di troppo negli ultimi metri. E il Cesena ha in Brienza un trequartista vivace ma non pervengono Rodriguez, troppo solo, e soprattutto Carbonero e Defrel.
Ilicic fa le prove generali del gol già al 9′ quando sugli sviluppi di una bella trama in area di rigore si ritrova il pallone ideale sul piede ideale, ma anziché calciare forte – a pochissimi metri dal bersaglio grosso – piazza il suo “piattone” trovando in Perico l’ultimo insuperabile ostacolo. E’ un segno del destino, perché lo sloveno in giornata ci mette più genio che sregolatezza.
Nonostante la netta superiorità è un episodio autolesionista a cambiare il corso degli eventi. Alla mezz’ora, una scivolata di Mudingayi – decisamente fuori misura, stende in area Borja e regala il rigore che sblocca il match. La Fiorentina dimentica i tanti errori dagli undici metri anche se Ilicic – che si impone sui pretendenti Gilardino e Vargas – quasi viene intercettato dal tuffo a sinistra di Agliardi. Il Cesena accusa il colpo, è alle corde – soprattutto sul suo lato sinistro, dove né Giorgi né Renzetti riescono a arginare l’avversario, e 4′ dopo capitola ancora. Ilicic riceve al limite dell’area e libera il destro, non certo la sua opzione migliore, per il diagonale che batte Agliardi. Da qui alla fine è un monologo, il Cesena non c’è più. C’è invece Salah che – da quasi sosia – fa… il Bollani del pallone, tutta una serie di virtuosismi di classe, culminati con un diagonale di sinistro su cui Agliardi evita il terzo gol con un grande balzo.
La ripresa si apre con la stessa emozionante alternanza di emozioni della prima parte. In 6′ si contano due occasioni per parte, una pacatissima di Agliardi su Salah e le conclusioni fuori di poco di Borja Valero e due volte di Rodriguez. Solo 12′ dopo Gilardino mette in ghiaccio i tre punti vincendo il duello ravvicinato con Capelli, la cui deviazione sulla girata del centravanti beffa Agliardi. Tre a zero. Risposta immediata affidata a un bel gol di Rodriguez che mette di precisione dal limite un diagonale, approfittando di una morbida guardia da parte di Tomovic. Di Carlo che ha visto i suoi avere l’orgoglio di rimontare tre gol a Verona, prova a dare al Cesena un volto ancora più offensivo, a dir poco spregiudicato, ma se in casa con l’Atalanta era stato Defrel a fallire la più ghiotta occasione per il successo, stavolta è Carbonero che per ben due volte viene pescato in ottima posizione per incornare, a due passi da Neto, ma è troppo timido nel concludere. E alla fine c’è un dato che inchioda l’ospite alle proprie responsabilità: Neto non deve prodursi in alcuna parata.
Fiorentina-Cesena 3-1 (2-0)
FIORENTINA: Neto 6 – Tomovic 5,5, Savic 6, Basanta 6, Vargas 6 – Kurtic 6,5, Borja Valero 6,5 (72′ Mati F. 6), Badelj 6 – Ilicic 7,5 (82′ Lazzari sv.), Salah 7 (63′ Diamanti 6,5) – Gilardino 6,5. All. Montella
CESENA: Agliardi 7 – Perico 6,5, Capelli 6, Krajnc 6, Renzetti 6 – Carbonero 5, Mudingayi 5,5 (72′ Dalmonte 6), Giorgi 5 (46’Cascione 6) – Brienza 6,5 – Rodriguez 6 (73′ Djuric 6), Defrel 5,5. All. Di Carlo
ARBITRO: Doveri 6,5 di Roma
RETI: 31′ (rig.) e 35′ Ilicic. 57′ Gilardino; 59′ Rodriguez
NOTE: recupero 1′ e 4′. Angoli 9 a 5 per la Fiorentina. Ammoniti: Capelli e Ilicic
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Fonte: Repubblica