EMPOLI – Non ha proprio nessuna voglia di passare dal ruolo di vittima a quella di colpevole. Deluso, stupito amareggiato, Lorenzo Tonelli non ci sta e torna sulla vicenda dell’aggressione subita da German Denis? domenica scorsa al termine di Atalanta-Empoli, negli spogliatoi dello stadio di Bergamo.
TONELLI: “MAI MINACCIATO DENIS O LA SUA FAMIGLIA” – “Non volevo parlare – dice il difensore toscano – ma sono state dette falsità su quanto è accaduto. Ci sono state delle gravi accuse alla mia persona su fatti che non sono accaduti come sono stati descritti. Voglio subito precisare: io non ho minacciato Denis e nemmeno la sua famiglia. Non l’ho incontrato nel tunnel perché lui è rimasto con Sky per le interviste. Venti minuti più tardi sono venuti a cercarmi nello spogliatoio chiedendo di parlarmi, sono andato lì e Denis mi ha tirato un pugno a tradimento sullo zigomo. Faccio un passo indietro e poi provo ad avvicinarmi: Cigarini mi ha bloccato, Denis mi ha tirato altri due cazzotti in testa e poi si è anche messo in mezzo un dirigente dell’Atalanta. A quel punto si sono spente le luci e Denis è scappato”.
“ANCHE CIGARINI COLPEVOLE, AGGUATO PREMEDITATO” – Dopo la ricostruzione di quanto accaduto, Tonelli manifesta tutta la sua amarezza. “Non ho fatto niente e non mi interessa dei cazzotti, in questo caso sto subendo danni più morali che fisici – sottolinea il calciatore dell’Empoli -, per quello che è stato detto su di me. Non ho minacciato Denis nel tunnel mentre aveva il figlio in braccio, non mi permetterei mai, sono deluso e amareggiato vorrei sapere dove la procura federale ha trovato il coraggio di scrivere queste frasi. Tra l’altro, oltre a non essere frasi che mi appartengono, per come sono scritte si capisce che non le ho pronunciate io. In toscano non si dice ‘ammazzo a te’. Il ruolo di Cigarini? In pullman ha chiamato Maccarone e ha giurato sui suoi figli che non c’entrava niente. Ma lui mi ha tenuto dopo il primo cazzotto, quindi anche lui è colpevole. E’ stato un vero e proprio agguato: una cosa premeditata”.
“DECIDERA’ MIO AVVOCATO SE ADIRE LE VIE LEGALI” – Quindi un pensiero per l’argentino. “Non sono arrabbiato per quello che ha fatto ma per quello che ha detto. Ammetto che in campo io e Denis ci siamo presi e provocati, ma come succede sempre, niente di più. Il messaggio che sta passando adesso è brutto. Sono io la parte lesa di questa vicenda, ma la mia immagine è danneggiata. Riguardo alle azioni legali decideranno i miei avvocati. La mia squalifica? Non so che dire, comandano sempre i potenti. Se Denis mi avesse chiamato? Non so come avrei reagito, la storia della sua famiglia l’ha tirata fuori lui per questo mi viene da chiedergli: che uomo sei? Voglio far capire alle persone – conclude Tonelli – che non mi permetterei mai di minacciare un padre con in braccio un bambino”.
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- lorenzo tonelli