Rosario Pastore: “Napoli, un solo aggettivo: strepitoso!”
Rosario Pastore, giornalista, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “Strepitoso è l’aggettivo che ho sentito di più ieri sera. Almeno in tre occasioni, il telecronista di Sky ha definito in tal modo il Napoli. E, per dirla tutta, non si è sprecato. Perché la squadra che il popolo azzurro ha seguito al San Paolo e attraverso i teleschermi è stata non solo strepitosa ma grandissima ed ha giocato probabilmente, insieme con quella contro la Roma, la gara più entusiasmante della stagione. Naturalmente, parlo di campionato. Perché, per il resto, ho ancora negli occhi la cinquina rifilata al Wolfsburg. Ma quella è un’altra storia, anch’essa estremamente esaltante. Tornando alla partita con la Sampdoria, mi viene da ridere pensando alle parole del suo presidente alla vigilia della partita. Gonzalo gli ha risposto subito, a suon di gol. Ferrero può essere simpatico o antipatico per i suoi atteggiamenti istrionici. A me personalmente è antipatico, ma questo non fa storia. Fanno storia, invece, le sue parole: “E chi sarebbe questo Higuain? Non conosco. Noi abbiamo in squadra Eto’o che ha vinto tutto”. Ora, è vero che un bel tacer non fu mai scritto. Ma quanto sarebbe stato molto più dignitoso, per l’estroso dirigente doriano, se se ne fosse stato zitto. Meglio informarsi, prima di parlare. Gli avrebbero detto che, attualmente, il Pipita è il più grande attaccante che abbiamo in Italia, uno che sa giocare al calcio, vede il gioco e lavora anche per i compagni. Oltre a segnare reti a ripetizione, naturalmente, il che non guasta. In una squadra che, cambiando leggermente impostazione tattica, si sta imponendo dappertutto ed è in grande spolvero, Higuain e Lorenzo Insigne sono stati un gradino più su degli altri. Ma vale la pena chiarire perché ritengo che qualcosa sia cambiata nel Napoli. Quel qualcosa si sta verificando nella parte centrale del campo, dove i due centrocampisti scelti di volta in volta non sono più abbandonati a se stessi ma ricevono grandissima collaborazione da parte dei compagni e in specie da Callejon e da Insigne. In quante occasioni abbiamo visto Lorenzo arretrare fino all’area di rigore, quando la situazione lo richiedeva? Ed anche il redivivo spagnolo, ricordando finalmente ‘e tiempe belle e ‘na vota, non ha desistito dall’arretrare a dare una mano al reparto centrale. E così, udite udite, il tanto denigrato (e troppo spesso giustamente, per carità) Jorginho sta riuscendo, e non da ieri, a mostrare quelle belle doti che convinsero il Napoli a fare un discreto sacrifico economico strappandolo al Verona. E anche Lopez è apparso, a lunghi tratti, un vero giocatore di calcio. E per arrivare a tutto questo bastava pochissimo, era solo sufficiente non intestardirsi su un dogma tattico (i dogma sono validi solo quando di parla di religione) sul quale Benitez insisteva prima con testardaggine, proprio come aveva fatto quando, contro ogni ragionevole evidenza, si incaponiva a far giocare fra i pali un frastornato Rafael Cabral. Ma per fortuna, don Rafè non è stato diabolico fino alla fine, insistendo nella sua convinzioni. Ed ora ci ritroviamo un Napoli atleticamente in condizioni ottimali ed anche con una impostazione tattica molto più ragionevole. Ora, sia chiaro, non voglio dirvi che i giochi siano fatti e che solo un destino cinico e baro sarebbe in grado di togliere un meritatissimo secondo posto al Napoli. Di partite da giocare ce ne sono ancora molte e se è vero che nelle ultime 5 gare gli azzurri hanno segnato la bellezza di 16 gol, bisogna solo restare coi piedi per terra e mantenere quella concentrazione, quella voglia di fare risultato che sta facendo infiammare d’entusiasmo i 5 milioni di tifosi del Napoli sparsi in tutto il mondo. Tifosi, vorrei dire alla signora D’Amico, che sono civilissimi. Ieri, nel pre partita, tutta soddisfatta chiedeva al d.t. doriano com’era stata l’accoglienza del San Paolo verso i giocatori avversari, aspettandosi una lamentela pesantissima. Il dirigente non lo ha dato corda, rispondendo che, quando si viene a Napoli, l’atmosfera è sempre molto simpatica. Ma bisogna capirla, la D’Amico: il suo Gianluigi Buffon aveva appena preso qualche pappina nel derby torinese. Mi dispiace solo che Ciro Ferrara, presente in studio, non abbia ritenuto di dover intervenire. Ma, si sa, se trascorri anche una sola stagione in un certo ambiente (e Ferrara di stagioni lassù ne ha passate parecchie) rimani, in qualche modo, “contagiato”. E sempre a proposito di una squadra con la maglia bianconera, va detto che l’arbitro Tagliavento (lo ricordate?) ha fatto di tutto perché i nipotini di Agnelli non soccombessero contro un avversario gagliardo qual è il Torino. Testimoni assicurano che a fine gara, negli spogliatoi, sarebbe scoppiato in un pianto irrefrenabile. Beh, la giornata calcistica chiusa ieri sera con lo splendido successo del Napoli ha riservato parecchie sorprese. Cominciate con la sconfitta della Roma contro l’Inter e proseguita con il pareggio di una Lazio, che mi è parsa logora anzichenò, e la vittoria del Cagliati a Firenze. Dove ho visto all’opera almeno due giocatori che, fossi presidente del Napoli, mi affretterei a prenotare: il difensore Ceppitelli e l’attaccante Farias. Due cognomi che potrebbero far sorridere ma che non hanno fatto ridere affatto la difesa toscana. Farias, del resto, è quel diavoletto che già al San Paolo ci aveva regalato qualche dispiacere. Ma torniamo al Napoli e ai nostri sogni. Oltre a doverosi, reiterati complimenti a una squadra che qualche settimana fa sembrava sfinita, ai limiti dell’estrema unzione e che è rinata con l’avanzare della primavera. Questa testata, e voglio ricordarlo perché è una nota di merito del suo direttore responsabile, aveva difeso a spada tratta Lorenzo Insigne anche quando trequarti del San Paolo lo fischiavano senza pietà. Aggiungo ora che, non fosse incorso in quel brutto incidente che ha riguardato addirittura i legamenti, probabilmente la lotta non sarebbe per un posto in Champions con Lazio e Roma ma piuttosto in un testa a testa con la Juve, pur con tutti gli aiutini che continuano a propinare alla Goeba anche in campo internazionale. Avete dormito tutti soddisfatti stanotte? Avete regalato un sorriso in più a moglie e figli? Ne sono contento. Per quanto mi riguarda, spero solo che non si tratti solo di un sogno di mezza primavera ma della certezza che, ‘a sera ‘e maggio, giorno 31, potremmo festeggiare qualcosa di veramente importante. Ah, dimenticavo il pizzico di fortuna che ci ha aiutato in occasione del gol del pareggio, con la palla calciata da Gabbiadini e che Viviano si è fatta passare fra le gambe spalancate. Fortuna? Ma la fortuna l’aveva avuta la Sampdoria di Mihajlovic che, in quel momento della partita, avrebbe dovuto trovarsi già sotto di un paio di gol… E la chiamate fortuna, questa?”.