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Napoli secondo? Con questo Higuain atto dovuto

DMF_4997Se Cristiano Ronaldo potrà permettersi uno stop a seguire di una decina di metri nell’area della Juve come quello di Darmian prima del gol, difficilmente la Signora si avvicinerà a Berlino. Ma non accadrà. «I miei giocatori avevano la testa in vacanza», ha spiegato ieri Allegri. Ci sta, dopo il prestigioso approdo nel G4 e lo scudetto in tasca che hanno già dato un senso importante alla stagione. È vero che il derby, per costituzione, dovrebbe trasmettere stimoli autosufficienti; ma è anche vero che se affronti uno che non mangia da 20 anni e non ci metti un po’ di fame, finisci male. Il Torino (non solo cuore) ha voluto e trovato una vittoria storica in una partita appassionata che tramanderà alle prossime generazioni, tralasciando magari sassaiole e bombe-carta, perché ai nipotini davanti al camino è meglio raccontare altro. Più del tonfo indolore della Juve, fa rumore l’inattesa frenata della Lazio: pareggino alla Garcia contro il Chievo già sereno. La Roma una settimana fa ha steccato il sorpasso e non ha approfittato della sconfitta di Pioli con la Juve. Ora la Lazio spreca l’occasione di allungare dopo la caduta di Garcia a San Siro. Roma e Lazio sembrano diventati all’improvviso due vicini di casa che, dopo una vita di risse sul pianerottolo, si scambiano inaspettate cortesie. Se non la piantano, si ritrovano il Napoli in salotto. Mihajlovic ha provato a presentare le sue credenziali al San Paolo, prossimo possibile ufficio di lavoro, e ha fatto subito un figurone: vantaggio su autogol. Poi però ne ha prese 4. Rafa Benitez è tipo pacioso, ma ha un orgoglio proporzionale al girovita: avrà goduto un sacco a stropicciare il curriculum del candidato Sinisa. Nel caso venisse scelto, di sicuro il serbo non si porterà dietro Viviano. E così ora il Napoli è piombato a soli 3 punti dal secondo posto. Se ci arriva non sarà una sorpresa. La sorpresa è che ci sia rimasto così lontano per tanto tempo, con tuta la qualità che può armare. Ma lo vedete cosa combina Higuain? Chi se lo può permettere uno così? Non smetteremo mai di ripeterlo: Rafa merita l’incenso per il gioco affascinante che ha saputo educare a tempo di record e il carbone per non essere riuscito a dotare la sua creatura di una continuità da campionato in due stagioni. Il Napoli è cinematografico come il suo presidente: dà spettacolo soprattutto in certe notti di gala. La Juve è industriale come gli Agnelli: timbra il cartellino tutte le domeniche. Si spiegano così i 17 punti di distacco che il paragone d’organico non giustifica. Come la Juve, anche la Fiorentina ha pagato il passaggio in coppa (turnover, fatica, distrazioni), confermando un’attrezzatura carente per il doppio impegno. La sconfitta interna col Cagliari ingolosisce gli appetiti europei di Toro, Genoa e Inter. Del Genoa e soprattutto del lavoro di Gasperini si parla sempre troppo poco. In un mare di aspiranti scienziati, meglio fidarsi dello squisito artigianato del Gasp. In una giornata imbruttita dalla violenza, salviamo le lacrime di Lorenzo Insigne, tornato al gol. Le salviamo anche perché il ragazzo, come Gabbiadini, pure lui in gol, può venir utile alla Nazionale. Non è che il convento passi molto al c.t. Conte. La classifica cannonieri sta diventando una club-house di reduci. Toni, ieri prodigioso, a forza di ringiovanire, tornerà presto utile all’Under 21. Quagliarella ha deciso il derby. Si è rivisto il Gila. Segnano più i bomber di Lippi che quelli di Prandelli e Conte. Ha ragione il bravo Di Francesco a strigliare i suoi Qui Quo Qua offensivi e a puntare il dito: «Sbarbati, imparate dallo zio, imparate dal vecchio Toni».

La Gazzetta dello Sport

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