Higuain+Insigne. E’ Napoli show a -2 dalla Roma 3ª
Se davvero gli cederà la panchina, come indicano sussurri, incontri pseudo-segreti e un abbraccio alla fine tra Higuain e il tecnico doriano, Rafa Benitez sta cercando con una gentilezza assoluta di lasciare un Napoli da Champions a Sinisa Mihajlovic. Non solo attraverso l’Europa League, ma ora con rinnovate possibilità attraverso il campionato. In tre turni, sempre chiusi con il successo e con 10 gol, gli azzurri hanno mangiato in totale 12 punti alle romane che sembravano avviate verso il derby dei milioni (della Champions). Roma e Lazio si scontreranno alla penultima, il Napoli ospiterà i laziali all’ultimo show: con questa andatura Benitez se la giocherà fino a quel giorno. E se poi non se ne andrà, con la rimonta avrà fatto una gentilezza a se stesso.
NAPOLI SUPERIORE Il merito maggiore in questo match è non aver gettato quanto i concorrenti hanno offerto in una giornata in cui nessun altra fra le altre prime sei ha vinto. Il secondo pregio è quello di non aver scontato la sudata di giovedì con il Wolfsburg; l’agenda fitta di solito incatrama le gambe. Il terzo è aver affiancato ai soliti Higuain (doppietta, 26 in stagione) e Gabbiadini (il graffio dell’ex) anche le lacrime di Insigne: stavolta non per un crack, ma per l’esultanza del 3-1. Pur favorita da De Silvestri, la fuga del ragazzo nominato capitano entusiasma il San Paolo. Se il Pipita, sempre rabbioso e concreto, è il migliore, i suoi compari rialzano la componente di genialità e la Samp non può opporre altro che il dinamismo. Non basta perché il Napoli riesce anche a correre di più.
I MOTIVI A tratti è una partita molto verticale, con sistemi, raccordi geometrici e pure difetti che si somigliano. Anche uno schema lancio-portiere-centravanti si vede da una parte e dall’altra. La differenza è che il Napoli tiene questa impostazione per un’ora (dopo il terzo centro non c’è più contesa ma rilassato divertimento); il Doria invece rimane lineare fino al pari, quindi si trova con le linee spezzettate e non riesce nemmeno più a ripartire, anche perché perde Eder, infortunato. Gli angoli mal custoditi sono il difetto da sistemare; anche in questo caso gli azzurri ci riescono dopo lo svantaggio, gli altri no fino al termine quando l’ennesimo pasticcio esterno porta al rigore causato su Hamsik da De Silvestri, il peggiore. Anche prima in quei recinti crescono le palpitazioni; il tragitto rasoterra che porta all’autogol di Albiol somiglia ad alcune entrate facili sul territorio opposto. Non conta se pure il pari del Napoli è un simil autogol, dato il regalo di Viviano a Gabbiadini; risalta il fatto che in quel recinto si transita liberi. Eto’o, che dovrebbe chiudere la sbarra, non è più l’attaccante-terzino dei tempi di Mourinho e Miha lo deve richiamare. Il Napoli individua un’altra sacca di libertà tra i centrocampisti e i centrali: Gabbiadini circola in quella bolla e per contrarlo deve uscire in difensore. Ma quando la tecnica prevale, tipo sul dialogo del raddoppio, lo spazio viene utilizzato per sprintare senza alcun freno.
MIHA STESO Eder e il suo sostituto Muriel, ma soltanto per la sassata del 4-2, sono gli unici a salvarsi nella Samp che non vince da 4 turni. Il 4-2-3-1 di Mihajlovic non migliora con l’entrata anche di Duncan per Palombo e Bergessio per Soriano. Troppi errori singoli hanno provocato uno smarrimento totale: anche Sinisa corre per l’Europa, ma ha il fiato grosso.
La Gazzetta dello Sport