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Lucariello: “26 anni fa una cavalcata sfrenata e Maradona alzò la Coppa al cielo”

lucarielloGianfranco Lucariello, giornalista, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “Ventisei anni fa, una cavalcata sfrenata: le presero tutti di santa ragione. Lui, il più Grande di chiunque, se l’era messa in testa la Coppa Uefa. L’Inter in campionato indovinò una stagione di altissimo livello, mentre la squadra del cuore si gettò a capofitto in Europa. Quella Coppa Diego voleva vincerla a tutti i costi e così fu, trascinando tutti i suoi compagni nello straordinario viaggio europeo, non ce n’era per nessuno: gli avversari furono sbaragliati da un Napoli che diede ed offrì lezioni di grande calcio dappertutto: in Grecia, in Francia, In Italia contro la Juve e in Germania, proprio come è capitato adesso con il Wolfsburg. All’epoca la Coppa Uefa aveva un altro sapore. La Coppa dei Campioni era riservata alle prime dei rispettivi campionati nella stagione precedente, mentre per le seconde e terze – club che adesso giocano in Champions – c’era quella che oggi è… degenerata nell’Europa League. Insomma il livello dell’epoca era altissimo. Il Napoli si allineò nella 18^ edizione giocando in apertura del torneo contro il Paok di Salonicco, eliminato con un complessivo 2-1, una bolgia in Grecia, ma il Napoli di Diego non temeva nessuna delle 64 squadre partecipanti. Ai sedicesimi un altro trionfo, contro il Lokomotive Lipsia, squadre della Germania Est, fatta fuori con un doppio risultato 1-1 in trasferta e 2-0 al San Paolo, il campo di battaglia, il Tempio dei Trionfi. Non ebbe scampo nemmeno il Bordeaux che aveva grosse aspirazioni, sconfitto in Francia per 1-0. Poi, la memorabile sfida con la Juve che a Torino era andata in carrozza (2-0) ma eliminata a Fuorigrotta nei supplementari, 3-0, in un match indimenticabile. Semifinali e finale con gli azzurri contro le due tedesche, Bayern di Monaco e Stoccarda, partite che fanno parte della grande storia della squadra del cuore seguita dappertutto da migliaia e migliaia di napoletani, colorati dalle maglie azzurre e dalle bandiere che sventolavano dovunque. Due a zero sul Bayern al San Paolo e 2-2 a Monaco, nella doppia semifinale. Ed ecco lo Stoccarda il 3 maggio dell’89 al San Paolo, sconfitto per 2-1, con 83mila spettatori a Fuorigrotta. Palpitante, infinita, da ….infarto la partita di ritorno in Germania: Careca febbricitante fu arruolato all’ultimo momento. Di quel match va ricordato anche la data, 17 maggio dell’89. Già, il 17 maggio, un giorno importante e ricorrente a tutti i livelli: qualche anno prima il Napoli aveva scritto nella sua storia il suo primo scudetto, proprio in quella data. Al Neckarstadion finì 3-3, con 67mila spettatori. Aprì la serie dei gol il brasiliano Alemao dopo una lunga galoppata. Klinsmann pareggiò i conti nuovamente a favore del Napoli grazie a Ciro Ferrara che nell’area avversaria incrociò un pallone di Maradona. E così fu anche per Careca, messo davanti al portiere avversario da un’altra invenzione del Fenomeno. De Napoli però diede modo ai tedeschi di accorciare con un’autorete e si beccò le urla di Maradona: “Diego mi voleva uccidere…”, confessò a fine partita Rambo. Partita che si concluse con il pareggio di Schmaler, ma che non servì ai tedeschi per cambiare la storia: la Coppa Uefa fu alzata al cielo da Diego Armando Maradona, con migliaia e migliaia di tifosi azzurri in delirio e che festeggiarono il trionfo europeo della squadra del cuore fino all’alba con fiumi di birra. Ricordiamoli i nostri eroi di quella fantastica galoppata: Giuliani, Ferrara, Renica, Francini, Corradini, Crippa, Alemao, De Napoli, Careca, Maradona, Carnevale, Bigliardi, Di Fusco, Romano, Ferrante, Filardi, Fusi e Carannante. L’allenatore era Bianchi, del primo scudetto”.

 

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Tilde Schiavone

Sono una persona che riesce a star bene con se stessa solo se intorno a lei c' è armonia, questo è il motivo per cui cerco di risolvere i conflitti esistenti tra le persone che mi circondano;non amo i gioielli, specialmente quelli costosi, preferisco gli accessori di poco valore; non amo ricevere in regalo i fiori recisi: preferisco ammirarli nei giardini dove compiono il loro naturale ciclo vitale e non nei vasi dove hanno vita breve..Amo il blues,il canto del dolore, e il mio sogno è raggiungere un giorno quei luoghi che lo hanno visto nascere; Amo gli indiani d' america, la loro spiritualità e la loro cultura. non vivrei senza i dolci e la pizza. Sono campanilista, napolista, meridionalista ...maradonista. Adoro gli animali, ritengo che non siano loro le bestie e sono vegetariana. Non mi piace parlare, quel che sento preferisco scriverlo, so esprimermi meglio con una penna in mano anziché dinanzi a un microfono, amo inoltre il folclore della mia terra e cerco, attraverso l' Associazione Culturale Fonte Nova d cui sono Presidente, di preservarlo e diffonderlo ... e duclis in fundo AMO LA MIA NAPOLI, senza se e senza ma, ringrazio Dio perchè ha fatto sì che nelle mie vene scorresse il sangue del Sud!