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Juventus, tra le grandi d’Europa senza paura. ”E ora viene il bello”

TORINO – E dopo dodici lunghi anni di attesa, la Juve tornò tra i quattro giganti d’Europa, in #semifiuuunale. No, non è un refuso, ma il nuovo hashtag creato da Allegri – e da chi gli cura la comunicazione – nell’ormai immancabile tweet postgara, l’ultima versione del suo fumettistico “fiuu”. Ecco tutta la gioia del mister compressa in meno di 140 battute: “Siamo tutti in #semifiuuunale, un risultato che ripaga tutto il lavoro fatto in questi mesi. Siamo nelle quattro più forti d’Europa!”.
Alla vigilia il tecnico aveva chiesto ai suoi di rivedere la Juve di Dortmund e di segnare un gol. Non è stato accontentato. Al Louis II di Montecarlo si è vista una Signora versione sadomaso, tutta sofferenza e goduria. Con i suoi uomini decisivi, Tevez e Morata, debilitati da un virus trasmesso a quanto pare da Vidal, ha finito per spalancare l’armadio dei suoi vecchi fantasmi. Quelli che non dovranno più aggirarsi per la sua Europa, altrimenti contro Real Madrid, Bayern Monaco o Barcellona finirà molto male. “La nostra prestazione è stata criticata, ma l’importante era raggiungere il risultato”, ha tagliato corto Marotta.

“E ora viene il bello”, è lo slogan più gettonato dai bianconeri. In attesa dei sorteggi di venerdì (ore 12) a Nyon, delle tre lo spauracchio è il Bayern: “Avremmo un conto in sospeso  –  ha detto l’ad juventino, ricordando l’eliminazione ai quarti del 2013 -, ma è troppo forte”. La più gradita è invece il Barcellona, per stessa ammissione del tecnico, che lo ha già affrontato tre volte con il Milan. La voce fuori dal coro è quella di Vidal: “I rivali sono fortissimi? Anche noi, siamo al loro livello, altrimenti non saremmo arrivati fino in semifinale. Chi vorrei incontrare? E’ uguale, non ho paura di nessuno”.
0-0 con polemiche strappato in casa del Monaco gli permette di sorpassare in un sol colpo il suo migliore Milan e la migliore Juve di Conte, mai andati oltre le Colonne d’Ercole dei quarti. Impresa peraltro compiuta con la stessa Juve formato 3-5-2 ereditata dal suo predecessore, con due ritocchi minimi – un vecchio e un bambino, Evra e Morata, al posto di Asamoah e Llorente  –  e dieci miseri euro in mano, quelli che a detta di Conte non sarebbero mai bastati per accedere al tavolo delle superpotenze europee. Ecco la frecciatina al curaro di Marotta: “Ebbene sì, ci siamo seduti al ristorante da cento euro, con la consapevolezza di aver svolto un lavoro straordinario in questi anni. E’ una grande soddisfazione. Speriamo che il cibo sia prelibato”.

A proposito di denaro, l’approdo al G4 d’Europa vale una decina di milioni – tra premio Uefa (4,9) e ricavi da botteghino (3) e market pool (1,6) -, che andranno ad aggiungersi ai circa 75 già incassati dai bianconeri in questa edizione della Champions. Il tesoretto verrà in parte impiegato per finanziare un mercato finalmente da big: “Ci piace Dybala, è un nostro obiettivo – ha ammesso Marotta -. Non nascondo che con Zamparini ci siamo visti. Tanto se lo nego io, poi lo dice lui… Cavani? Nessun contatto con il Psg, ma se fosse sul mercato, magari un confrontino potrebbe interessarci. Falcao? Difficile, utopistico, ha uno stipendio fuori dalla nostra portata”.

E adesso? E’ giusto, se non doveroso, sognare. La Juve, accolta nella notte all’aeroporto di Caselle da molti tifosi in festa, è ad appena quattro partite di distanza dal triplete, un traguardo che a ipotizzarlo lo scorso luglio, quando Conte lasciò a sorpresa la guida della squadra, si rischiava il trattamento sanitario obligatorio. Non per Vidal, di nuovo cantore isolato: “E invece no, io l’estate scorsa ci credevo. Penso sempre in positivo: quest’anno conquistiamo il nostro quarto scudetto consecutivo e l’anno prossimo arriverà il quinto. La Juve deve vincere sempre tutto”. Non c’è niente da fare, è la sua dolce ossessione.   juventus

champions league
serie A
Protagonisti:
massimiliano allegri
arturo vidal

Fonte: Repubblica

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